Ciao a tutti,
ho letto i vostri post (critiche dei primi utenti incluse, ma non si può piacere a tutti) e, come sempre, rispondo volentieri chiarendo i vostri dubbi sulla storia che, per l'occasione, mi sono andato a rileggere.
Per i capelli rossi sono d'accordissimo: Doretta li ha gialli come l'oro, ma questa è una piccolezza.
Riguardo il carattere di Doretta, invece, ho cercato di interpretare quanto scritto da Barks e Don Rosa (quest'ultimo non solo nella Saga, ma anche in altre storie), di leggere quanto scritto fra le righe dei due autori, osservando attentamente anche le espressioni, i mezzi sguardi, di entrare nella psicologia del personaggio insomma.
Doretta viene raffigurata come una delle ragazze che, come è accaduto veramente, a fine '800 cercavano oro nelle... tasche dei frequentatori dei saloon, comportandosi disinvoltamente, "socializzando" con loro...
La nostra "bella del saloon", perciò, sa capire con una sola occhiata gli uomini (o i paperi): nell'ottavo capitolo della Saga, fin dal primo incontro, sorride divertita dalla grinta del giovane Paperone, ha capito che, come talvolta anche la cinematografia mostra, i tipi duri, cinici, sprezzanti, possono celare un lato sentimentale, anche se
molto ben nascosto!
Nella mia storia, dunque, Doretta è coerente a certe occhiate maliziose, a piccoli commenti... per esempio, sempre nell'ottavo capitolo della Saga, quando una ragazza del saloon critica il giovane zione perchè non spende mai nulla, la bionda papera replica con un sorriso di simpatia "Non è nel suo stile!". Si capisce come il rude cercatore, avaro fino al midollo, tutto sommato, quindi, le sia simpatico, forse perchè è un "integro", ben diverso per esempio da Soapy Slick.
Nella mia storia, perciò, ho tenuto conto di tutto questo: Doretta NON RIVELA i suoi sentimenti per Paperone, si limita soltanto a confermare le parole del "Barks pianista" che, in fondo, lo trova simpatico.
Da notare, che siamo nel momento delle prove, il locale è vuoto, quindi l'atmosfera è molto rilassata, potremmo definirla quasi quella di un backstage, con la bionda cantante che prova c'è solo l'amico Barks-pianista che potrebbe esserle padre (e fumettisticamente parlando lo è). In quel momento, Doretta sta parlando di Paperone, è lui il fulcro dei suoi pensieri e quella che le sfugge ad alta voce è, appunto, una considerazione che avrebbe dovuto essere solo un suo pensiero.
E' una situazione molto simile a quella che ci presenta Barks nella splendida storia della Stella del Polo, quando Paperone, anni dopo, ormai plurimiliardario, si trova con Paperino e Qui, Quo e Qua su una nave in viaggio per raggiungere il Klondike. Lo zione, con il pensiero fisso su Doretta, si lascerà sfuggire a voce alta: "Stella del Polo, come ho potuto scordarti per tanti anni?" o ancora più avanti: "Cantava son fili d'oro con la sua voce dolce e soave come il fruscio di un biglietto da mille!" in palese contrasto con il ricco senza cuore di altre parti dell'avventura.
Nella mia storia, Doretta SOLO DOPO si ricorderà di Amelia, la forestiera che, poi, dirà anche a lei di essere la (finta) sorella di Paperone.
Da notare comunque, che faccio mantenere alla bionda papera un certo controllo, infatti
non dice che Paperone le piace, la sua frase è più sfumata, si limita a confermare all'amico pianista che è
simpatico, un qualcosa quindi molto più superficiale! Dice invece di aver intuito che
è lei che sotto sotto piace al rude cercatore...
Riguardo, poi, a Paperone giramondo che capita proprio vicino all'antro di Amelia, è una situazione un po' alla
Sliding doors: tutti i fili della vita vengono riannodati dall'invisibile mano del destino guidati dal "catalizzatore" degli eventi, la
numero uno! Ecco perchè il "povero zione vagabondo" si ritrova guidato dalla sorte proprio a due passi da chi ha sconvolto gli avvenimenti della sua vita e che, vedendolo, non potrà che rimetterli a posto!
Vedete, quando scrivo una sceneggiatura, cerco di documentarmi meglio che posso: per esempio, avete notato che Doretta canta "Son fili d'oro", proprio come racconta Paperone ai nipoti nella già citata storia della Stella del Polo nella versione pubblicata nel magnifico volumetto "Vita e dollari di Paperon de' Paperoni"?
Ah, una piccola nota: per chi ha considerato la storia un po' troppo simile ad un'altra del Don, invito a rileggersi il mio post di allora... a La Spezia, dove vivo e lavoro, non tutte le edicole prendevano
Zio Paperone, inoltre, per mancanza di spazio (sigh!), non compravo tutti i numeri del mensile, ma solo quelli più interessanti e, purtroppo, quello con l'avventura del maestro americano, mi era ahimè accidentalmente sfuggito! Del resto, come sapete, talvolta, più autori sviluppano uno stesso spunto nel corso di alcuni decenni, ma ognuno lo fa secondo il suo stile.
Per quanto riguarda la mia storia, perciò... ai posteri l'ardua sentenza!
Un grosso ciao a tutti e, come sempre, buon Topolino!