Ringrazio Gilberto per avermi segnalato il topic. Dovete sapere che se vedo il nome di Topolino non entro neanche, perché col suo carattere perfettino e sempre vincente, le sue storie sempre scontate proprio non mi piace ed anzi lo trovo sul pianeta opposto del marasma fantasioso dei paperi. Ma è il mio gusto, un’altra storia.
Valorizzo le storie di tutti gli anni settanta perché penso che fino alla fine di questi è stato possibile trovare spunti originali, nuovi ed efficaci (come dimenticare solo per fare alcuni esempi la sotto commentata ‘Zio Paperone e la campagna elettorale’, la stupenda ‘Zio Paperone e le criminose imprese dei Gufo Robot’ e tutte le storie più eccessive – quindi meravigliose - del filone che chiamo catastrofico, di cui ‘Zio Paperone e la moltiplicazione degli affitti’, che commento qui appresso, è uno dei primi esempi). Negli anni ottanta si è un po’ vissuti di rendita, sfruttando le idee precedenti in ogni modo, raschiando il barile fino in fondo e di questo sono contento, perché vuol dire che abbiamo visto tutto di quella vena aurifera irripetibile, non c’e’ il rammarico di non aver saputo mettere a frutto qualcosa (per esempio guardate come ‘Messer Paperone e il Serpentone’ abbia originato nientemeno che, negli anni ottanta, la validissima serie di ‘Messer Papero’). Ed è quindi anche la conferma della bontà dei due decenni precedenti che hanno continuato a fornire idee e spunti per molti anni.
Era giocoforza verso gli anni novanta trovare nuove e diverse ispirazioni e strategie, che personalmente non ho seguito né seguo ma che certamente hanno la loro validità, come tanti appassionati confermano.
Mario ha ragione, nella seconda metà degli anni settanta si sono viste diverse storie non proprio eccellenti (molte disegnate da Giancarlo Gatti, giusto Mario ?, che io comunque ricordo con piacere e molto affetto) però alcune altre per me erano ancora al top.
Riguardo le storie 1960-64 grosso modo, in estrema sintesi, le trovo per gran parte immature stilisticamente, i paperi non sono ancora ben stilizzati.
E il personaggio Paperotto non poteva che rappresentarmi, primo perché è quello che più mi assomiglia fisicamente, e poi perché appare poco e solo in brevi e dimenticate storie del tipo sottobosco, quasi i giorni feriali delle belle e lunghe storie ‘della domenica’. Io le amo molto, nella brevità spesso sanno essere ricche di significato e divertimento.
Per finire è nato nella seconda metà degli anni sessanta e sostanzialmente ha cessato (per non dire che è morto …) di essere utilizzato nei primi anni ottanta.
Un personaggio ‘alla Pippo’ troppo sovrapposto a Paperoga ma graficamente accattivante.