riguardo ai disegni credo che anche G. Di Vita fece un buon lavoro... probabilmente il fatto che fosse il suo primo lavoro per Topolino penalizzò un pò la storia che forse disegnata da qualcun altro avrebbe avuto più "titoli"... sarei curioso di sapere perchè una storia del genere fu deciso di assegnarla proprio a lui e non ad un disegnatore più "blasonato" (penso, ad esempio, a Scarpa per il quale secondo me questa storia sembrava fatta apposta)... non voglio comunque togliere nulla a Di vita il cui disegno mi piace, soprattutto in questa storia
Caro Maxi ed altri amici del forum,
leggo con piacere che molti di voi apprezzano questa mia storia.
In realtà, purtroppo, "Topolino e l'operazione caos" non è l'unico caso di mie sceneggiature non adeguatamente accompagnate dai disegni. Concordo perfettamente che questa era una storia "da Scarpa", il buon Giorgio Di Vita l'ha resa certamente in modo gradevole, ma era, all'epoca, un esordiente su "Topolino" e, quindi, ha fatto il meglio che poteva.
Certo, con un disegnatore più "blasonato" il risultato finale sarebbe stato diverso, ricordo che andò peggio ad un'altra storia dello stesso periodo, "Topolino e il progetto D". Personalmente la considero una storia più che buona ma il suo destino è stato alquanto travagliato! Venne assegnata interamente a
Pujol ma... il secondo tempo andò smarrito così venne deciso di farlo disegnare alla coppia Leoni/Negrin.
Ma vorrei ricordare anche la mia primissima storia a puntate, "Topolino e il fantastico mondo di Tagoras". La sceneggiatura era piaciuta tantissimo a Massimo Marconi (all'epoca responsabile della sezione fumetti del "Topolino" Mondadori) che poi disse: "La disegneranno o De Vita o Cavazzano".
Era il 1986, da poco Massimo De Vita aveva realizzato la sua splendida trilogia della
Spada di ghiaccio, ero certo che avrebbe disegnato alla grande il mio fantasy!
Purtroppo, all'epoca, le assegnazioni delle sceneggiature avvenivano con una certa casualità. Gaudenzio Capelli (il direttore) aveva una pila di dattiloscritti nel suo ufficio dalla quale attingeva per dispensare lavoro ai disegnatori.
Io ero un nome praticamente sconosciuto (avevo iniziato a collaborare con "Topolino" da pochi mesi), così la mia sceneggiatura finì nelle mani dello Studio Bargadà che, negli anni '80, disegnava moltissime storie Disney italiane... con il risultato che poi avete visto.
Pensate per un attimo a quella storia con i disegni del fantasy di De Vita... un gioiellino sfumato!
Nei primi anni '90, invece, era lo stesso Marconi ad occuparsi delle assegnazioni. E' quello il periodo in cui ho "battezzato" molti disegnatori divenuti poi grandi nomi: Santillo, Ziche, Freccero, Vian ed altri hanno tutti iniziato disegnando mie sceneggiature!
Marconi diceva che, essendo chiare, lineari, non creavano alcun problema per i "nuovi", così le dava a loro.
In quel periodo, ha avuto luogo anche l'incontro con l'indimenticabile Maestro Romano Scarpa. Lui passava in redazione e chiedeva mie sceneggiature. Massimo era ben felice di dargliele perchè, mi raccontava, risolveva il problema dell'assegnazione facendo felici, in un colpo solo, Scarpa, me e lui stesso che sapeva di ritrovarsi un'ottima storia completa!
Vi dirò, pochissime volte ho chiesto che una mia sceneggiatura venisse assegnata ad un certo disegnatore. "Topolino e l'artista vagabondo" la chiese Scarpa stesso a me (e poi ovviamente a Marconi) perchè aveva voglia di disegnare una mia storia. Per "Zio Paperone e la formula della ricchezza", invece, la mia storia che amo di più, fui io a telefonare a Scarpa. Gli raccontai brevemente la trama e lui accettò con entusiasmo di disegnarla! Una cosa analoga avvenne con Corrado Mastantuono per "Paperino e il peso della giovinezza".
Avevamo già realizzato in coppia (casualmente, non d'accordo) qualche storia ed io vedevo che questa era adattissima a lui così lo contattai. Corrado accettò e Massimo fu d'accordo...
Come vedete, alcune delle mie storie migliori sono diventate tali peroprio perchè la coppia sceneggiatore/disegnatore funzionava alla grande. Io, come ho detto, ho sempre lasciato fare a chi aveva il compito di scegliere, tranne che in pochissimi casi.
Vedete, secondo me, una buona storia può essere paragonata ad una canzone: quando testo e musica si sposano al meglio nascono i "successi", se uno dei due non è adeguato, si crea una disarmonia che incide sul risultato finale.
Vi saluto tutti con simpatia e vi ringrazio dei complimenti.