Non concordo con i giudizi critici espressi in più d' uno dei post precedenti:
una storia da definire addirittura 'assai minore' delle altre del ciclo di Atomino? :o
Io l' ho inserita tra
le storie a cui sono più legato, e facendo quella lista mi ero già riproposto di aprire un topic che sorprendentemente mancava.
Per parlarne qui, visti i giudizi dati da altri, ho voluto rileggerla cominciando dalla seconda puntata, che è quella che avevo da bambino:
c' è un succedersi di situazioni e di gag degne del miglior Scarpa.
Kamura, il complice di Gambadilegno esperto di arti marziali (ma non troppo )
a me era rimasto bene impresso,
proprio per il capovolgimento che lo vedeva trasformarsi da angelo custode in avversario insuperabile.
Quando nel 1965 vidi
Agente 007- missione Goldfinger il killer coreano
Oddjob con la bombetta micidiale mi ricordò subito Kamura.
Si trattava di situazioni e personaggi insoliti: tenete presente che le arti marziali orientali nel 1960 in Italia
non erano state quasi mai viste, e certo non si coltivavano negli oratori parrocchiali.
Bruce Lee sarebbe apparso vari anni dopo, e lo stesso judo
entrò a far parte delle specialità olimpiche nel 1964 alle Olimpiadi di Tokio
Anche il pesce dalla pelle fotosensibile oggi non sorprende,
ma pensate che la prima macchina xerografica, che utilizza un principio simile, fu commercializzata proprio nel 1960.
Mi viene il sospetto che Scarpa ne abbia vista una alla Mondadori e ne abbia tratto ispirazione.
Forse la conclusione dello scontro finale è un po' artificiosa, ma d'altronde solo un colpo di scena imprevedibile
rende credibile la sconfitta di un nugolo di avversari cattivi, numerosi e armati;
è quello che più o meno succede in
T e l' iceberg fantasma e più goffamente in
T e il mostro volante.
Considerando invece la prima puntata, mi pare che la varietà di gag ispirate dal Bip-bip 15 giocattolo
sia paragonabile alle nevicate di zucchero o neve fosforescente in
Topolino e la dimensione DeltaL' accalcarsi frenetico della folla, in questo caso di aspiranti acquirenti del Bip-bip 15,
mi pare un altro elemento introdotto di frequente da Scarpa con maestria forse ineguagliata (Barks a parte).
Potrei concordare con chi dice che la storia è un po' allungata: in effetti la prima puntata è una lunga premessa,
e i suoi contenuti essenziali sono adeguatamente ricavabili dallo svolgimento della seconda, che per me è stata una lettura autosufficiente.
Io però non considero questo lo sbrodolamento di un soggetto, quanto piuttosto la fusione armoniosa di due trame
che potrebbero costituire due storie indipendenti: questa struttura ad intreccio doppio o triplo
è caratteristica delle storie lunghe di Scarpa dei primi anni '60.
Una critica fondata è che esiste un certo parallelismo nella struttura di
T e ladimensione Delta e quella di
T e il Bip-bip15 [1] avvenimenti inusitati e relative gag a raffica
[2] scontro perdente col complice di Gambadilegno
[3] cattura di Topolino
[4] intervento liberatorio di Atomino
[5] scontro diretto Topolino-Gambadilegno
[6] colpo di scena finale che causa la sconfitta di Gambadilegno
Ovviamente questo parallelismo è un
minus per la seconda, che è cronologicamente successiva,
ma mi sembra ingeneroso guardare troppo la cornice e perdere di vista le varie scene dell'affresco.
Alcune considerazioni aggiuntive sull' onomastica, probabilmente non nuove,
ma che mi pare manchino nei commenti ne I Tesori Disney :
- il Bip-bip del nome di Atomino è ispirato dal segnale che trasmetteva lo Sputnik 1, primo satellite messo in orbita nell' ottobre 1957;
- il 15 del bip-bip15 probabilmente richiama la sigla dell' X-15, un aereo razzo per voli ad altissima quota,
molto famoso per i record di altezza e velocità conquistati in quel periodo;
- il cosmotrone è il nome di un acceleratore di protoni costruito nel 1948, che per un certo tempo
fu la macchina di quel genere più grande del mondo;
- la Fossa delle Giacomine, dove affonda la nave sommergibile di Gambadilegno,
allude parodisticamente alla
Fossa delle Marianne famosa allora per essere stata esplorata il 23 gennaio 1960
da Jacques Piccard con il batiscafo Trieste, raggiungendo il punto più profondo degli oceani a 10924 m sotto il livello del mare.