https://inducks.org/story.php?c=I+TL+1724-AQuando mi è capitato fra le mani, mi sono approcciato a questo fumetto con curiosità ma con aspettative limitate. Avevo timore che il personaggio ivi introdotto fosse ancora acerbo e lontano dalla caratterizzazione successiva.
Invece mi sono ricreduto: sebbene manchino aspetti come la Gippippa e altre sfumature, buona parte della sua personalità era già lì (la voglia di avventura, il rifiuto delle comodità, la passione per i misteri archeologici, l’ostinazione a scegliere la via più difficile, la mania di essere seguito dal rivale, persino le Negritas), insieme alla sua vitalità, alla sua forza ed al suo umorismo che me l’hanno fatto apprezzare fin da subito.
La presentazione del nuovo arrivato è indicativa: Pippo racconta che non ne ha notizie da ragazzo, quando stavano giocando a nascondino… e Indiana si era celato così bene che da allora non lo ha più rivisto!
Buona parte della storia gioca sulle caratteristiche dell’archeologo e delle reazioni (stupite, ma che già in questa occasione, nel finale, tendono all’esasperazione) degli altri due protagonisti.
“Che svitato! Chissà da chi ha preso.” (Pippo)
C’è anche spazio per una ricerca avventurosa, sebbene molto lineare, la quale presenta una peculiarità: il tempio del titolo non è un edificio, bensì un oggetto, in quanto in miniatura.
Interviene anche Kranz, il quale per turlupinare l’ingenuo cugino si finge un collega di Indiana sulle tracce della casa di Hansel e Gretel. Non fosse già divertente così, l’antagonista rincara la dose: “Dobbiamo sbrigarci, prima che arrivi il dottor Kranz e si mangi tutto il torrone”.
Nella suddetta scena però c’è una forzatura: prima Indiana aveva affermato che il suo avversario era un mago dei travestimenti, mentre qui adotta un camuffamento riconoscibile a dire poco. Fra l’altro nemmeno aveva bisogno di alterare il proprio aspetto, dal momento che Pippo non lo conosceva.
Ma a parte ciò risulta globalmente una storia divertente, con un buon utilizzo di tutti i personaggi, i quali mandano avanti la trama per mezzo delle loro riuscite interazioni senza far pesare l’eccessiva semplicità della stessa.