Sarei tentato di dire che Cimino era stato influenzato da serie tv quali "UFO Base Luna", nella scena del rapimento della nave da parte dei pazzeschi veicoli alieni, perchè tutto il contesto mi riporta alla mente quel genere di approccio narrativo: le luci, il modo in cui si manifestano, la voce con cui parlano (mi sembra di sentirla rimbombare nella testa, durante la lettura), la generale atmosfera di terrore che permea l'intera sequenza.
Invece non lo dico, perchè non so se le date del fumetto e del telefilm corrispondano.
Qualunque sia l'influenza, si tratta di un elemento veramente suggestivo, che si incide nella memoria.
Lo stesso vale per l'allucinato panorama del pianeta dei bevitori: la palude ribollente, i "robot" con i loro arti inumani, la stessa città mobile.
E ancora, la reazione dei Paperi, la loro prigionia e l'alimentazione a base di petrolio, del tutto aliena al loro metabolismo: a ogni nuovo elemento che completa il visionario quadro di Cimino, la sensazione di essere davanti a qualcosa di grandioso e terribile diventa sempre più vertiginosa.
E poi l'incubo della rivelazione della vera natura dei bevitori, con la loro drammatica storia che suona terribilmente familiare, quasi fosse una metafora per parlare di situazioni non tanto fantastiche (ma va'?).
Ottimo il finale, che lascia comunque qualche perplessità: che faranno gli alieni, una volta finito il petrolio?
Ma sappiamo benissimo che Paperone troverà una soluzione capace di salvare capra e cavoli, perchè questo è il Paperone che ci piace: avaro, ricco, avido, bramoso, ma nello stesso tempo anche capace di momenti di redenzione e umanità che lo fermano prima di diventare un mostro completo (anche perchè sa bene che, altrimenti, le forze cieche del cosmo comunque lo puniranno in qualche modo).