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Zio Paperone e il regno dell'oro

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domego
Pifferosauro Uranifago
PolliceSu   (1)

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PolliceSu   (1)
    Zio Paperone e il regno dell'oro
    Domenica 5 Giu 2011, 19:34:40
    L'ossessione di Zp per il biondo metallo, trova il suo apice in questa storia. Tramite meditazione trascendentale Zp riesce a far accedere se stesso e nipoti in un'altra dimensione dove l'oro e' l'elemento alla base di tutto (alimentazione compresa). Proprio quest' ultima caratteristica giochera' un brutto tiro a Zp e a Paperino, mentre i nipotini, come al solito, salveranno dai guai i maldestri e avidi zii...
    http://coa.inducks.org/simp.php?d1=&d2=regno+oro&d4=&creat=&exactpg=&kind=0
    « Ultima modifica: Domenica 12 Giu 2011, 20:11:05 da domego »

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    M3Gr1ml0ck
    Bassotto
    PolliceSu

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    PolliceSu
      Re: Zio Paperone e il regno dell'oro
      Risposta #1: Giovedì 9 Apr 2015, 14:45:37
      Nonostante sia illustrata in modo solare e narrata con una certa leggerezza (apparente e deliberata), è una storia inquietante, che riflette sull'avidità di Paperone portandola a estremi che fanno incrociare fisica e metafisica.

      Se già è terrificante che Paperone possa stabilire il destino dei suoi parenti, imprigionandoli in una dimensione in cui li ha trascinati materializzando la sua stessa cupidigia (la famosa volontà di possesso di Paperone, così archetipa da conferirgli i poteri aracani visti ne "Il turbinio magitecnico"), ancor più agghiacciante è il momento in cui QQQ scoprono che a Paperone piace la condizione di "auriferizzazione" terminale a cui lo ha condotto l'ingestione della frutta locale.

      Cimino risolve la situazione in maniera molto arguta, escogitando meccanismi credibili per il trattamento del cosiddetto "oro commestibile", e inscenando poi una sequenza d'azione a base di punture d'insetto piuttosto spassosa.

      Molto bello anche il tipico finale in cui i dettagli dell'avventura sono stati dimenticati, ma nei protagonisti resta impressa una consapevolezza inconscia che ora influenza le loro azioni (tipo "I segreti del lago verde")

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      Gancio
      Dittatore di Saturno
      PolliceSu

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      PolliceSu
        Re: Zio Paperone e il regno dell'oro
        Risposta #2: Lunedì 20 Apr 2015, 12:30:15
        Come giustamente hanno fatto notare gli altri utenti, questa storia ha veramente un quid inquietante nascosto sotto la patina di una narrazione solare e dai disegni confortanti.
        L'avidità di Paperone lo spinge a studi mistici su antichi manoscritti che teorizzano una reale esistenza del cd. "Regno dell'Oro", da ricercarsi - tuttavia - in una dimensione differente rispetto a quella del quotidiano; la reazione dei nipoti, non solo l'ingenuo Paperino ma anche i più razionali QQQ, è quella dell'uomo moderno che non sà, o non vuole, più credere a tutto quanto rientra nella sfera del "non scientificamente dimostrabile", e tuttavia essi si ricrederanno quando la volontà e l'avidità di ZP, incanalate dalla preparazione mentale di quest'ultimo, riescono effettivamente ad operare il prodigio e traslarli in un'altro inquietante mondo dove tutto, o quasi, sembra essere costituito dal biondo (e bramato) metallo: in effetti fanno curiosamente eccezione alberi ed erba, stoffe, ma anche alcuni materiali da costruzione (specie nella fabbrica), nonchè le vespe che porteranno la vicenda alla conclusione, che stranamente non sembrano dorate (a differenza di altri animali visualizzati, quali pesci ed elefanti).
        La desolazione del mondo dorato rende bene il senso di inquietudine che attanaglia Paperino e nipoti, soprattutto questi ultimi in quanto meno sensibili all'ozio ed al cibo rispetto al loro giovane zio. L'alternativa "morire di fame o trasformarsi in statue d'oro" è forte, senza dubbio, ed esprime alla perfezione (seppur metaforicamente) i pericoli cui inevitabilmente conduce una vita votata all'arricchimento ed all'avidità; si tratta di una grande lezione di vita.
        E proprio il responsabile di tutta la vicenda, in conclusione, sembra aver compreso la lezione, quando preferisce un bagno tradizionale rispetto a quello aureo che gli era solito.
        Tritumbani fritti!

         

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