E' curiosa questa discussione che sto seguendo con estremo interesse e devo dire divertimento!
Casablanca, come ho avuto già modo di dire, non è una parodia, (parodia:travestimento burlesco di un’opera d’arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia, nel contraffare i versi conservandone la cadenza, le rime, il tessuto sintattico e alcune parole e, nel caso di opere musicali, nel sostituire le parole del testo originario, conservando intatto o con leggere variazioni il motivo), ma un omaggio al film di Michael Curtiz.
La differenza non è solo semantica, ma essenziale.
Fin dalle prime vignette siamo accompagnati nell'atmosfera fiabesca e onirica di una Casablanca sospesa nel tempo e nello spazio, fluttuante in un piano irreale, nel quale il tratto di Cavazzano prende vita, emozionando e rendendo vivace la scena in cui si svolge l'azione, complice anche l'ottimo bianco e nero.
La prova di Cavazzano ai testi è secondo me specchio di ciò che lui è ai pennelli. Un gradino sopra gli altri! Non snatura la personalità dei personaggi, non in un senso, non nell'altro e come può farlo se non facendo interpretare loro un ruolo e non facendolo vivere.
Questa è una storia che non ha tempo e mai lo avrà e l'utilizzo degli zirconiani è l'io narrante dell'auore che urla la sua disapprovazione a qualunque forma di sopruso, di dittatura, di qualunque colore o forma, di qualunque tempo,passato, futuro e soprattutto presente.
Per questo credo sia un'ottima storia, perchè amo andare oltre al piano narrativo e queste pagine ne danno la possibilità.