Davvero una bella dritta: grazie, Paperotto! Sinceramente non la ricordavo affatto (forse da bambino l'avevo letta con un po' di superficialità...), ma, dopo la tua segnalazione, sono andato a ripescarla nel Classico Disney "Dollarite" del giugno 1987. È una storia azzeccatissima, dal ritmo incalzante e, come scrivi giustamente, ricchissima di trovate, suspense, sottile psicologia, e chi più ne ha più ne metta. Si partecipa vivamente dalla prima all'ultima tavola.
Il montaggio parallelo dell'azione che passa da Paperone a Rockerduck e viceversa è fantastico, a partire dall'inizio con il gemello con gli occhiali, che, vista l'offerta scarsa di Paperone, si mette a fare la danza della carestia e, uscendo dal deposito, esclama provato "Che papero tirchio!", mentre al contempo l'altro si esibisce felice nella danza dell'abbondanze e, andandosene trionfante dal palazzo di RK, fa "Che papero munifico!". Poi, le magnifiche inserzioni sul giornale, l'incontro al porto, l'azione scorretta del "pivello" e la genialità di Scrooge, autore, alla fine, di un gesto di generosità a dir poco sconvolgente.
Insomma, è una grandissima storia, nella quale, in effetti, si notano la ripresa e lo sviluppo di alcune tematiche viste nella, a mio parere già valida, "Paperinik allo sbaraglio". È vero che, alla fine della lettura del "tesoro di Tecumseh", si avvertono una soddisfazione e una pienezza impagabili. Romano Scarpa si conferma ancora una volta - se mai ce ne fosse stato bisogno - un genio del fumetto, nonché un artista a tutto tondo, capace di regalare momenti di svago e divertimento, ma anche, a una lettura più attenta, di entrare in profondità nei personaggi, donando loro un'attentissima caratterizzazione e una forte umanità.