Il terzo episodio di Gli Argini del Tempo è molto buono: sia come storia a sé che come "parte del tutto", l'appuntamento settimanale con l'opera di Alessandro Sisti e Claudio Sciarrone è un bel leggere.
Gran parte del motivo per cui ho particolarmente apprezzato sta nel fatto che tutta la situazione si svolge in un unico luogo, e a me è sempre piaciuta l'idea di una storia che deve svilupparsi all'interno dei limiti imposti da un unico posto. Sisti sfrutta al massimo le stuzzicanti potenzialità di questo frangente, facendo muovere Pikappa e Lyla su Time 0 attraverso i classici cunicoli per l'areazione, facendoli arrivare al nucleo operativo, ad una camera stagna e infine... all'esterno della base, un luogo-non luogo in cui non c'è nulla, affascinante come concezione.
Bello poi scoprire da dove sono partite, e perché, le minacce affrontate dai due protagonisti negli scorsi episodi (i finti cameraman e il Razziatore), che denota grande gusto per la narrazione, e apprezzabile l'utilizzo della tuta introdotta in Potere e Potenza (con annessa intelligenza artificiale), utilizzata in un momento in cui era sensato tirarla fuori.
Le informazioni sul mistero da risolvere vengono approfondite ulteriormente rispetto alla spiegazione data dal Razziatore nel numero scorso, ma chiaramente c'è ancora qualcosa di importante da scoprire. Ho gradito questa particolare scansione della soluzione del mistero, un pezzo alla volta, dove alcuni pezzi a posteriori possono anche essere smentiti o visti sotto una nuova luce.
Claudio Sciarrone continua a fare un ottimo lavoro: lo potrò dire pienamente solo dopo aver letto anche l'ultimo episodio, ma credo proprio che qui abbia fornito la sua prova migliore degli ultimi anni, ispirato forse dalla trama imbastita da Sisti o dal ritorno del mito di PK, ma ad ogni modo ha fatto davvero uno splendido lavoro: soluzioni visive accattivanti, personaggi esteticamente ottimi, tavole dalla costruzione dinamica, tratto moderno che ricorda il suo PK ma con quel tocco di novità e differenza data dagli anni passati e dall'utilizzo del digitale: una contaminazione deliziosa.