Le ultime due tavole di questa storia simboleggiano a pieno la distanza e le differenze di base con P&P.
Laddove Artibani rattoppa pezzi di continuity per dare il via ad una storia epica che rompe con il passato (ricordiamoci che ora il mondo SA dell'invasione evroniana!), Sisti vuole rifarsi al passato sia con la continuity che con il feeling, cercando di far tornare
"Tutto come una volta".
Ma a conti fatti credo che il vero difetto degli
Argini, prima ancora di una suddivisione in episodi che di per sé è sfavorevole a questa tipologia di storie, prima dei pasticci di continuity o di Pietro Razzadilegno, sia l'esondazione. Non quella di spaziotempo, ma quella di trama.
E' tutto trama, spiegazioni, esposizione. La trama esonda e si magna tutto il resto. Non ci sono tematiche, non c'è spazio per esplorare, approfondire od evolvere la psicologia dei personaggi. E' una storia che mi racconta di un pasticcio temporale risolto da pasticciate temporali. E va bene, come plot ci sta. E' una bella idea.
Ma da Pk mi aspetto anche altro, appunto. Che mi venga *mostrato* qualcosa oltre la trama che mi viene *raccontata*.
E' comunque una storia che non avrebbe sfigurato accanto ad altre storie meno memorabili di PKNA? Ni. Anche qui questa trama che straborda fa un po' di danni.
Tanto per iniziare, è una trama DIFFICILE. Il concetto di base è bello, semplice, ma è messo giù in modo tortuoso, controintuitivo. Particolari come l'asse d'incidenza o la direzione dei viaggi temporali, più che essere metafore che aiutano la comprensione di quello che succede, finiscono per l'appunto con l'essere particolari, roba di contorno che invece confonde le acque e fa perdere di vista quello che è veramente rilevante rispetto a quello che non lo è. Cosa un po' grave, se parliamo delle *premesse* dell'intera avventura.
Questo è il CONTRARIO di quello che succedeva in PKNA. Dove i concept erano sempre semplici, basilari, al massimo qualche parolone fantascienzo lì, un accenno a questa teoria là, ma niente che alla fine fosse complesso. Erano storie dove Pk non capiva paradossi&affini solo per giustificare spiegoni e spieghini (e per le gag, naturalmente). Qui Pk non ci capisce una fava e noi con lui, o quasi.
E la morale è:
una storia che è tutta spiegazioni NON può spiegarsi male.Non aiuta il fatto che la conclusione lasci qualche interrogativo aperto. E non aiuta che l'intera spiegazione a tutti gli avvenimenti della storia sia da ricercarsi in
, che come citazia è anche simpatica... ma parliamo pur sempre di un personaggio praticamente alieno a quanto avviene nella trama (e quindi oscurissimo a chi non ha letto PKNA), che si trova, tra Razziatore, Organizzazione e Tempolizia, senza un vero villain... bensì in mano all'espediente panaresco dei casini involontari del tizio con l'hobby delle invenzioni. Bruttino.
In secondo luogo, Pk è qui un personaggio assolutamente passivo. E' sballottato da uno spiegone all'altro da Lyla, che gli dice cosa fare. Cosa che ci sta come spunto, ma vedere per tutta la storia il nostro eroe che mena senza capire bene cosa sta succedendo (e senza che quindi abbia un vero margine d'azione o di scelta) è forse un po' noiosetto? E' vero, anche in altre storie di PKNA il Vecchio Mantello era messo in disparte od aveva un ruolo più passivo... ma la cosa era bilanciata da altri aspetti della narrazione, per esempio approfondire altri personaggi, vedere la storia dal loro punto di vista ecc.
Secondo me se Sisti si fosse innamorato meno dell'idea di base e delle teorie che ha studiato, se avesse sfoltito l'esposizione senza farci per forza vedere tutti i dettagli che lui si era pensato, ci sarebbe stato non solo più spazio(tempo) per farci vedere anche *altro*, ma ne sarebbe uscita fuori anche una narrazione più agile e piacevole, in cui le cose ci vengono mostrate... e non raccontate tra uno spettacolare futuro alternativo ininfluente ai fini della trama e un altro.
Lo scollegarsi da P&P e da certi archi dei personaggi di PKNA da un lato, e l'ansia da prestazione di un autore appassionato che vuole far divertire i suoi lettori con lo stesso giocattolino fantascientifico con cui si è divertuto lui dall'altro, non rendono certo gli Argini una storia BRUTTA: ma sicuramente una storia che manca un po' il segno e che, forse peggio ancora, lascia abbastanza indifferenti nei confronti di quella che poteva essere una grande occasione per far ripartire uno dei grandi filoni delle avventure pikappiche.