Ho promesso ad un amico che avrei commentato la storia, ed eccomi mantenere la parola data, un po' in ritardo, forse, ma per motivazioni non dipendenti dalla mia volontà.
Oltretutto vengo proprio dopo il bel commento di Paolo (visto che non sei l'ultimo?
) e so già che ciò andrà a mio sfavore perché la gente non è scema e sa fare i confronti. Però vabbè, sopporto stoicamente il paragone.
Una storia attesa da tanto tempo (troppo, se mi è concesso dirlo) spesso può risentire delle eccessive attese che inevitabilmente si vengono a creare. In aggiunta a questo Casty quando arrivano ste storione le fa preannunciare da trailers vari in stile cinematografico, che non fan altro che aumentare ancor di più i fremiti degli appassionati.
Ecco, nonostante tutte queste attese
Topolino e l'impero sottozero non ha deluso affatto. Non ho letto un solo commento che riportasse un "eh ma mi aspettavo di più", oppure "la storia è stata rovinata dall'eccessiva attesa".
Per forza, aggiungo io, perché questa fantastica storia ha come un'onda anomala travolto tutte le parole spese su di essa in precedenza e ha
stupito tutti, me compreso.
In un fenomenale crescendo si è dipanata nelle più di cento tavole di cui era composta, senza
un solo momento di stanca, senza che il continuo succedersi degli avvenimenti risultasse mai in qualche modo forzato o innaturale.
E, a parte tutto, questa secondo me è la qualità più grande di questa avventura e dello sceneggiatore Casty in generale.
Non la sola, naturalmente.
La trama è bellissima. La mia parte preferita è la prima puntata, quando prendono forma le situazioni, vengono presentati i personaggi, si delineano le situazioni. Naturalmente è la parte più leggera, scanzonata quasi, pur nella serietà della minaccia che incombe.
Il conte Dragpo, inutile ribadire la somiglianza con il Darth Vader di Star Wars, è un figuro veramente inquietante. Aljoska la perfetta antagonista, una megalomane che senza scrupoli persegue i suoi egoistici obiettivi.
Perfetto, come sempre, l'uso dei personaggi, ognuno indispensabile e, soprattutto per Nat, non messo lì solo per il gusto della citazione dotta, ma effettivamente congeniale allo sviluppo dell'intreccio. E decisivo, per come agisce in maniera determinante. Forse proprio per questa "condivisione dei meriti" colui che in questo che molti di noi han giustamente definito un Kolossal passa quasi in secondo piano è giustappunto Topolino, che è molto meno
fasotutomi del solito.
Salvo poi risultare decisivo nel finale quando è proprio lui a distruggere la terrificante macchina del ghiaccio
Ma un altro grande merito di questa storia è che Casty riesce a nasconderci sempre fino all'ultimo dove si andrà a parare, tanto che neanche il lettore più accorto può fare a meno di trasalire e sorprendersi davanti ad almeno due colpi di scena clamorosi.
Colpi di scena che trasformano l'ennesima (non che sia un grosso difetto) storia del supercattivo psicopatico in una meravigliosa fiaba dal lieto fine
.
Una storia certamente atipica,
l'impero sottozero, che forse soprattutto per questo rimarrà una di quelle avventure che nel corso degli anni non si può fare a meno di ricordare con vivo entusiasmo.
E ora speriamo di non attendere troppo per la terza puntata della trilogia!