Condivido l'analisi del dominatore. Ci sarebbe anche da fare una distinzione tra le ten-pages dei '40 e quelle dei '50.
In quelle degli anni '40 - di solito quelle che preferisco - la dinamica è spesso quella dell'
escalation. Per qualche ragione destabilizzato, Donald si acciglia e ingaggia una battaglia contro una qualche componente dell'ambiente in cui si muove: i nipotini, il costo della vita, Gastone, animali che gli invadono la casa o altri elementi della natura o fenomeni della società. A ogni momentanea sconfitta (mediamente 'na mazzata presa ogni pagina e mezza o due) il papero rialza la posta, quasi subito sconfinando nel territorio del
paradosso. Quanti soldi spende per esempio in
l'Eco Magica per portare avanti una battaglia con i nipoti nata dal fatto che non volesse dar loro qualche cent per andare al cinema?
Questo atteggiamento paradossale è tanto più impressionante e comico perché noi abbiamo chiara la percezione che il Donald di Barks non è un folle o uno scemo. Anzi, è un uomo che mostra spesso intelligenza, buon senso, finanche cultura e gusto del vivere. Non è neanche più il burlone di Taliaferro&Karp che va a rompere le scatole agli elementi della natura o all'ordine costituito, e meritatamente ne subisce la reazione (per quanto sia molto bello vedere il progressivo trasformarsi del Paperino delle strisce in quello di Barks, e il meglio io l'ho trovato nel mezzo del cammino, tipo una delle mie preferite ten-pages è questa:
http://coa.inducks.org/s.php?c=W%20WDC%20%2052-02).
Il Paperino delle ten-pages di Barks fino al 1950 è l'uomo comune che
attacca il mondo (quasi mai è il mondo ad accanirsi con lui). In qualche modo,
a suo modo, quel Paperino vive a fondo la vita. E noi tra 'na risata e un'altra non si può fare a meno di ammirarlo.
Vabbe' pipponi a parte, ovviamente il tutto si regge a meraviglia perché il ritmo di Barks è ben cadenzato, la messa in scena è da capogiro, il disegno è sinuoso e accattivante, e soprattutto - elemento a mio avviso mai abbastanza sottolineato - il Donald di Barks fino al 1949 è di un'
espressività facciale funambolica. Quello che più mi fa ridere è la reazione visuale di Paperino alla gag, più ancora che la gag in sé. Prendete la prima pagina di questa storia:
http://coa.inducks.org/s.php?c=W%20WDC%20%2087-02, una delle mie tavole preferite in assoluto.
Ora, non tutte le storie sono dei capolavori: c'è spesso un elemento di routine, e comunque qualche gag suona oggi un po' telefonata (ma quell'uomo le faceva prima della seconda guerra mondiale, non so se è chiaro...). Però io non ho visto niente di quel livello a fumetti.
Le ten-pages degli anni '50 le conosco meno, ma sin dal 1951 si nota la scomparsa di quella dinamica di cui sopra. Resta però il clima da commedia umana. Anzi aumenta, e l'humor si fa più sottile. Non ci si sganascia più come con quelle del decennio precedente, ma si sorride dalla prima all'ultima vignetta. Mi chiedo come si faccia ad amarle da giovanissimi. Io sono dovuto diventare adulto e sufficientemente schiaffeggiato dalla vita prima di apprezzare qualcosa di Barks. Lo stile di disegno nei '50 cambia - per i miei gusti regredisce, francamente - e il suo Paperino perde anche molto di espressività. Comunque anche nei '50 ci sono dei capolavoretti, sia chiaro.