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Paperino e l'isola di Adamo

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PolliceSu   (1)
    Paperino e l'isola di Adamo
    Martedì 9 Feb 2016, 19:16:39
    [scrivo anche qui le mie considerazione su questa storia di Martina, che fa il paio con quanto detto per Topolino e il tempio dalle 4 porte, quest'ultimo un commento che forse farei meglio a trasferire su un topic a sé come questo]

    PAPERINO E L'ISOLA DI ADAMO [1957]




    Non ho mai voluto dare una valenza pedagogica a quello che scrivevo rispose più o meno Guido Martina negli anni ’80, quando gli fu chiesto il perché del carattere violento dei suoi Paperi, tanto diverso dal resto della tradizione. Come argutamente notato da alcuni appassionati, si può far risalire il modello martiniano a quello di fine ‘800 di Carlo Collodi, pessimista e anarchico nel suo popolarissimo Pinocchio. Lì come in Martina, il protagonista è buttato allo sbaraglio nel mondo e prova sulla sua pelle ogni tipo di sofferenza: solo dall’esperienza di questo mesto caleidoscopio può imparare qualcosa, e non da ipotetici valori cosmici che regolerebbero l’universo e che tenderebbero a influenzarci in positivo, che sembrano inesistenti (o comunque disinteressate all’umano agire) nella visione martiniana formatasi attraverso dannunzianesimo e futurismo.
    PAPERINO E L’ISOLA DI ADAMO presenta, a conti fatti, uno schema non diverso dalle altre paperiniane di Martina di quel tempo: Paperino sbaglierà, si intuisce dalla gag nella testatina in cui sta per mettere il piede in un pertugio circolare. È tutto un canovaccio, tanto che abbiamo un’entrata teatrale (senza l’annuncio di rito da parte del maggiordomo) di un ricco messicano in quella che sembra essere la camera da letto di Zio Paperone; appare come una licenza dettata dalle esigenze drammatiche anche l’articolo di giornale stampato a tempo di record mentre Paperino e nipoti si trovano ancora aggrappati a quel che rimane dell’isola del titolo.
    Adam Island nella realtà è il nome di un lembo di terra circondato dall’acqua appartenente allo stato insulare di Grenada, nel Mar dei Caraibi. Martina prende forse spunto dal nome di questa, dandogli in più le caratteristiche di Tomba Tuni, isola a forma di fungo dell’arcipelago delle Salomone. Anche in questa storia Disney del 1957 si può trovare, se proprio lo si vuol fare, una lettura più nascosta. Perché il nome Adamo? Paperino sembra trovarsi, sull’isola del titolo, in una condizione quasi adamitica poiché nudo di risorse (lo stesso Paperone la definisce a p. 11 un "paradiso terrestre", ovviamente in malafede). Secondo la Massoneria, il cosiddetto peccato di Adamo sarebbe la sua ribellione contro i "Demoni" che gli avevano vietato di mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male. A questa ribellione sarebbe stato indotto da un Angelo di luce (viene chiamato così il serpente e quindi Satana), rendendo dunque il peccato di Adamo il mezzo della vittoria su Dio. In questo modo Adamo fu illuminato e iniziato alla vera religione, che sarebbe la Massoneria. L’opinione comune riguardo il peccato di Adamo fu dunque stroncata nel 1950 da Lorenzo Fusi in un discorso tenuto a Roma in seduta d’istruzione massonica, definendolo, insieme agli altri dogmi della Chiesa, “leggende mitologiche” e “imposture”. Nell’avventura martiniana abbiamo una vaga rassomiglianza nelle dinamiche: Paperino è indotto dal messicano Don Rapè a far saltare l’isola del “padre” orco Zio Paperone, di cui Paperino vuole vendicarsi (lo Zione si definisce figura paterna per Paperino a pag. 7). L’isola, come abbiamo accennato prima, ha una forma di fungo, e anche il fungo può essere ricollegato all’esoterismo: il fungo allucinogeno Amarita Muscaria, ad esempio, è rappresentato come albero del bene e del male in un affresco nella chiesa (ora diroccata) di Plaincourault in Francia. Nel 1970 il britannico John M. Allegro, ex membro dell’équipe internazionale che analizzò i manoscritti di Qumran (e unico agnostico all’interno di essa, mentre gli altri erano cattolici) scriverà un libro in cui giungerà alla conclusione che le origini del Cristianesimo siano da ricercare nei culti preistorici della fecondità del Vicino Oriente antico, strettamente legati alla sessualità e all’uso di sostanze psicotrope. Gesù in realtà non sarebbe un uomo ma un semplice simbolo per celare ai non iniziati la verità esoterica primordiale dei culti della fecondità che erano alla base di tutto: non un uomo, dunque, ma un fungo allucinogeno (Amanita Muscaria, appunto) venerato dagli antichi per il suo potere divino e per la sua facoltà di crescere senza semi (come il nato da una Vergine). Per il colto Martina, tutte queste potrebbero essere suggestioni che agiscono a livello inconscio, o magari un reale scambio di segnali per chi potesse capirli. Chi può dirlo? Sono domande che probabilmente non avranno mai una risposta.
    Martina inserisce a pag. 5 un piccolo omaggio a Franco Lostaffa, impiegato in redazione anche come letterista: vedi la firma dell’impiegato Lostaf-Fran nella scheda sul bene immobile "Isola di Adamo".
    « Ultima modifica: Martedì 9 Feb 2016, 19:17:36 da Sam_Spade »
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      Re: Paperino e l'isola di Adamo
      Risposta #1: Martedì 9 Feb 2016, 19:35:19
      Assai interessante!
      Mi è piaciuta in particolare la comparazione tra Martina e Collodi, forse non così casuale.Ad ingarbugliare ancora di più l'interpretazione, se davvero volessimo approfondire, dovremmo, però, considerare anche che la visione dell'autore toscano era fortemente connaturata alla sua profonda fede cattolica, che in Martina (lui sì decisamente pessimista) non si ritrova.

      Detto questo, complimenti ancora per l'analisi  :)
      Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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        Re: Paperino e l'isola di Adamo
        Risposta #2: Martedì 9 Feb 2016, 19:43:49
        Aggiungo che la storia si apre sì nella camera da letto, ma soprattutto apre su un primo piano di Pluto, cosa non propriamente originale ma sicuramente significativa.
        Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

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          Re: Paperino e l'isola di Adamo
          Risposta #3: Martedì 9 Feb 2016, 20:05:36
          Assai interessante!
          Mi è piaciuta in particolare la comparazione tra Martina e Collodi, forse non così casuale.Ad ingarbugliare ancora di più l'interpretazione, se davvero volessimo approfondire, dovremmo, però, considerare anche che la visione dell'autore toscano era fortemente connaturata alla sua profonda fede cattolica, che in Martina (lui sì decisamente pessimista) non si ritrova.

          Detto questo, complimenti ancora per l'analisi  :)

          Qualcuno aveva accennato alla questione su Collodi proprio pochi giorni fa, più approfonditamente: vedi Monkey etc etc:
          http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1070541695/829#825 , e se gli dài una lettura è bene.
          In passato mi pare vi aveva accennato anche Andrea87. 
          Mi ricordo di come Martina insistesse molto sugli accenni religiosi ad inizio carriera, ma se gli si fa caso, avvenivano solo nelle storie natalizie (nelle strofe in rima), e Martina forse si adeguava semplicemente alla tradizione.
          Se qualcuno me lo chiedesse, però, al momento non saprei dire se Martina votasse Democrazia Cristiana. Certo, sarebbe stato coerente coi suoi trascorsi (lavorava di buona lena durante il Ventennio). Ricordiamoci che Caccavallo Antonio, agente dell'Urbe si presentava Totò in Totò e Carolina (1953), a suggerire la continuità tra Fascismo e Democrazia Cristiana. Che Martina avesse una fede cattolica è ancora più dubbio.
          Pluto in apertura in effetti può far pensare al complotto pluto-giudaico-massonico, ma non ce lo vedo Martina di quella pasta lì: da come concepisce Paperone pare che i miliardari americani stile Rockefeller - massoni sì ma non certo "spirituali" come buona parte della massoneria italiana basata sullo spiritualismo anni '30 - gli stessero sulle balle. Almeno stando ai dati che abbiamo (di lui si sa ancora molto poco). Certo, è una bella gag in carattere.
          « Ultima modifica: Martedì 9 Feb 2016, 20:07:41 da Sam_Spade »
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            Re: Paperino e l'isola di Adamo
            Risposta #4: Martedì 9 Feb 2016, 20:42:48

            Qualcuno aveva accennato alla questione su Collodi proprio pochi giorni fa, più approfonditamente: vedi Monkey etc etc:
            http://www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1070541695/829#825 , e se gli dài una lettura è bene.
            In passato mi pare vi aveva accennato anche Andrea87. 
            Mi ricordo di come Martina insistesse molto sugli accenni religiosi ad inizio carriera, ma se gli si fa caso, avvenivano solo nelle storie natalizie (nelle strofe in rima), e Martina forse si adeguava semplicemente alla tradizione.
            Se qualcuno me lo chiedesse, però, al momento non saprei dire se Martina votasse Democrazia Cristiana. Certo, sarebbe stato coerente coi suoi trascorsi (lavorava di buona lena durante il Ventennio). Ricordiamoci che Caccavallo Antonio, agente dell'Urbe si presentava Totò in Totò e Carolina (1953), a suggerire la continuità tra Fascismo e Democrazia Cristiana. Che Martina avesse una fede cattolica è ancora più dubbio.
            Pluto in apertura in effetti può far pensare al complotto pluto-giudaico-massonico, ma non ce lo vedo Martina di quella pasta lì: da come concepisce Paperone pare che i miliardari americani stile Rockefeller - massoni sì ma non certo "spirituali" come buona parte della massoneria italiana basata sullo spiritualismo anni '30 - gli stessero sulle balle. Almeno stando ai dati che abbiamo (di lui si sa ancora molto poco). Certo, è una bella gag in carattere.

            La continuità tra regime e DC è un fatto storico innegabile. Lo dimostra la linea politica tenuta da De Gasperi (se non il suo stesso modo di governare) ma anche da altri nomi importanti (Tambroni che cercò un esecutivo con l'appoggio MSI, Segni che rimase in odore di golpe per anni). Ricordiamoci però che molti furono fascisti perchè accettarono quella che era una situazione di fatto (tra cui anche personalità di spicco, mi vengono in mente Napolitano iscritto ai G.U.F., Moravia, Montanelli), ma senza un reale inquadramento/convinzione (su Montanelli già più dubbia la cosa). Sulla fede cattolica di Martina potrei dire di condividere i tuoi dubbi, basta osservare le figure che mette in scena per notare immediatamente la spaventosa assenza di qualsiasi meccanismo di redenzione o di salvezza (che è invece connaturata al cattolicesimo romano), tanto che Paperino, per redimersi deve alienarsi da sè stesso.

            Pluto lo vedo più come un segnale di una mancanza totale di qualsiasi spiritualità: l'unica fede ultraterrena viene riposta nella divinità del denaro, che è la materia più bassa del creato (denaro sterco del demonio, il cui prestito a interesse è ancora vietato per tutto il secolo XVIII). E' una spiritualità che nega sè stessa, a simboleggiare ancora di più che non vi è salvezza sotto nessun punto di vista.
            Ahimè! Così finisce una grande missione di cultura e di civiltà!

             

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