https://inducks.org/story.php?c=I+TL+3020-1Gustosa storia di Casty autore completo che vede la sua prima pubblicazione sulle pagine del settimanale nel 2013, esattamente dieci anni fa.
Adoro questo racconto per l'intrigante trama orchestrata dal fumettista goriziano, il quale riesce ad adoperare le strane forme di vita menzionate nel titolo in maniera tale da renderle sì simpatiche nel loro carattere mansueto e per niente improntato a fare del male diretto verso i loro "padroni" ma che al contempo nascondono una natura inquietante nel proprio modo di sostenersi, assorbendo giorno dopo giorno l'energia vitale e la "voglia di fare" dai loro proprietari, fino ad emularli in tutto e per tutto divenendone dei cloni "squee".
La storia è sostenuta da un ritmo narrativo che si mantiene alto senza calare mai di tono o far perdere interesse al lettore per la vicenda e presenta un Topolino che, personalmente, amo nel suo discostarsi dal resto della cittadinanza nel comprendere che ci sia qualcosa di sbagliato nella natura degli squee, qualche elemento che li rende troppo dissimili da noi e quindi incompatibili in una ipotetica convivenza fissa con gli uomini.
Mi è piaciuto poi il ruolo attivo riservato a Pluto, che prende parte al piano per fermare la minaccia degli squee e riportare lo stato delle cose alla normalità, così come ho amato la simpatia che viene fuori da Pippo in certe sue battute (l'agguazzone, il suo primo incontro con Millo, la scenetta con il bambino dal veterinario, il suo stupirsi della sua fermezza notata in modo candido e bonario dal suo animo puro...)
Deliziosi poi certi elementi come il nome del veterinario incaricato di studiare Millo (il dottor "Qualazampa") ed altri che sono veramente gustosi non per la leggerezza che trasmettono, bensì per un coinvolgente clima inquietante e sinistro che evidenziano efficacemente: penso per esempio alla risposta del pappagallo nel negozio di Joe Pescirossi al suo padrone, che gli urla un monito che dovrebbe allarmarlo poiché con la vendita degli squee non avrà grana in quantità come immagina ma
grane in quantità!.
E poi ancora la vignetta in cui si vede uno spossato professor Qualazampa colto nel momento in cui ha concluso la chiamata con il "noioso" Topolino (che insiste nel preoccuparsi anche se, a suo dire, non c'è nulla da temere) e nella stanza attigua viene sinistramente proiettata l'ombra del suo squee.
Infine, voglio ricordare due momenti di questa gradevolissima vicenda legati al rapporto tra Topolino e gli altri personaggi.
In primis, la vignetta in cui sveglia nel cuore della notte una riluttante Minni prendendole la mano con una tenerezza adorabile, dicendole (con fare dolce ma che comunque trasmette l'idea dell'urgenza della cosa) di "non fare storie" e di seguirlo per il suo bene e la sequenza in cui Pluto, nella tavola finale del racconto quando ormai il pericolo è cessato, si preoccupa visibilmente per il suo padroncino visto che lo vede troppo stanco e spossato e Topolino lo rassicura prontamente poco prima della chiosa della storia, che conclude con un sorriso in leggerezza una vicenda assai gustosa, che sa trasmettere parimenti simpatia e intrigo, humour e inquietudine e che mi coinvolge ad ogni nuova, appassionante, ri-lettura.