O, meglio, Le fantastiche avventure di Don Pipotte e del suo fedele scudiero Miguel Topancho, testo di Fausto Vitaliano, disegni di Claudio Sciarrone, tre puntate.
Curioso che apra io il topic su questa storia, ma sono davvero attratto dal conoscere le impressioni altrui ben al di là delle quattro righe che solitamente si dedicano nelle recensioni al Topo.
Per quel che mi concerne, è stata una storia gradita a metà.
Disegni semplicemente enormi di uno Sciarrone in stato di grazia, cui dobbiamo un uso a dir poco perfetto delle tecniche digitali usate non solo per disegnare i personaggi, ma per ricreare atmosfere particolarmente oniriche, quando Don Pipotte va in scena.
Ma che dire della trama? Ecco, qui le perplessità serpeggiano ed alla grande.
La prima parte mi era sembrata lungotta e financo noiosetta. Ma l'avevo passata senza problemi, capendo che la carne da mettere al fuoco era davvero tanta, e che l'introduzione, almeno m'aspettavo, avrebbe presentato sì tutti i personaggi al meglio, ma avrebbe anche dato indizi difficili da cogliere in prima battuta cui si sarebbero poi ricollegati i fili sviluppati nel prosieguo. Non avrei potuto dirlo peggio, ma ho reso l'idea.
La seconda parte è invece estremamente veloce e scorrevole, gradevole e divertente, come tutti ci aspettavamo sarebbe stata la terza che invece...
... invece si è rivelata un bel bidone. Detta parte, infatti, non spiega ciò che avrebbe dovuto comunque spiegare, ed i comportamenti dei personaggi sono totalmente illogici, ben oltre ciò che sarebbero dovuti essere.
A conti fatti, nulla sappiamo dell'alieno venuto sulla terra, di quali fossero in dettaglio i suoi piani di conquista e del perché abbia dovuto mettere un grosso pulsante rosso (cit.) di autodistruzione della propria astronave a disposizione nella base. Né ci viene detto come faccia Gamba a sapere a cosa serva il grosso pulsante rosso suddetto.
Ma, se l'onirismo di Pippo giustifica tante cose, l'espediente dell'alieno è stato veramente quanto di più banale si potesse presentare, tanto che, quando Macchia si cava la maschera, il pensiero mio è stato un sonoro, significativo "Ma che cavolo?"; segno che qualcosa non andava.
E poi, a parte l'attimo di sorpresa di Gamba, come è possibile che di fronte ad un alieno derivato da Donzaucker nessuno abbia un moto di paura? Arriva uno dallo spazio con una tecnologia spaventosamente superiore alla nostra, ci dice che vuole conquistare il nostro bel pianetino e... tutti calmi come se niente fosse? Non una scenata di panico, non un tremito, tutti eroi?
Non ci sarebbe stato bene, a questo punto, un bel intervento carognone alla Vitaliano? Che so, commenti in stile: uff che noia, il solito alieno col gene per la conquista della Terra (cit.) è passato da noi, dài, prendiamolo a randellate che c'è qualcosa di nuovo da fare... Sarcasmo a go-go ci voleva per me.
Ma niente, niente di tutto ciò che a Vitaliano riesce meglio, come se avesse voluto spersonalizzarsi totalmente, narrare e basta.
Ecco, il tocco dell'autore è mancato, ma senza un perché che sia comprensibile: questo mi fa rabbia, perché, se tutto fosse stato fatto con la cattiveria di Vitaliano, Pipotte sarebbe stato tutto da ridere, e sarebbe valsa la pena di leggerlo anche per la trama, non solo per i disegni!