Poiché da molto tempo non faccio altro che leggere, scoprire o riscoprire solamente le storie pubblicate fino ai primi anni 80, ho voluto provare a rileggere questa per capire le ragioni del mio generale mancato apprezzamento delle storie successive. Come sempre quindi esprimerò in proposito il mio rispettoso, ma libero e personale, pensiero, ringraziando il forum del Papersera che mi da la possibilità di farlo.
Il riferimento inducks della storia è
http://coa.inducks.org/story.php?c=AR+113Si tratta di una storia gradevole da leggere, movimentata e senza testo eccessivo nei ballons.
Tuttavia non riconosco nel protagonista, nonostante le vesti, Zio Paperone. Non era mai accaduto infatti in passato che egli, per uno scopo futile puramente nostalgico e fine a se stesso, si cimentasse in un’avventura così grande e rischiosa. Tutti gli accenni al denaro qui sono solo brevi incisi che non intaccano il vero cuore dell’azione: mero recupero di oggetti inanimati di nessun valore venale a semplice scopo nostalgico. Normalmente accadeva che l’azione di Paperone, intrapresa per guadagno, avesse a volte semplici risvolti nostalgici o di generosità. Naturalmente c’erano rare eccezioni – radicalmente diverse però dalla storia qui commentata : se leggiamo ‘Arriva Paperetta yè yè’ vediamo che la spinta primaria all’azione è una richiesta di aiuto di Doretta (che come tale include anche la nostalgia) MA NON LA NOSTALGIA FINE A SE STESSA.
Infatti poi accade che Paperone porta con se Paperetta a Paperopoli e compra l’ospizio in cui è ricoverata Doretta; dimostrando in uno dei suoi rari atti di generosità, si vede bene, dei fini ben più alti e nobili (dedicati a persone VIVE) che uno sterile attaccamento a vecchi nostalgici/romantici oggetti MORTI. La presentazione di Doretta nell’ ‘ultima slitta’ è una lampante conferma in tal senso. Se eravamo piacevolmente abituati a vedere un’appassionata, tenace, determinata e volitiva vecchia pioniera (si pensi alla volontà di dare un futuro a Paperetta in ‘Arriva Paperetta yè yè’ o alla veemenza con cui difende la sua terra in ‘Zio Paperone e l’oleodotto del Klondyke’) qui appare, per nulla invecchiata, una passiva bella statuina incapace di null’altro se non di incarnare, muta e condiscendente, i ricordi di zio Paperone. Anche la sua resa grafica rispecchia queste opposte visioni: bella ed eguale ai tempi della corsa all’oro nell’ ‘ultima slitta’ e magrissima ed invecchiata, insomma ‘vissuta’ (caratteristiche che contrastano efficacemente col suo carattere risoluto), nelle altre storie. E così come Paperone e Doretta erano accomunati dal carattere battagliero nella tradizione precedente (cito una divertente vignetta da ‘Zio Paperone e l’oleodotto del Klondyke’: Paperino e zio Paperone si trovano su un albero per sfuggire alla ferocia dell’orso ‘cappuccetto nero’ che Doretta ha lanciato contro di loro. Paperone : ‘Quella donna è veramente senza cuore !’. Paperino: ‘Non per nulla c’era del tenero tra di voi!’) così sono accomunati dalla languida malinconia del ricordo nell’ ‘ultima slitta’. In passato i loro erano incontri/scontri: qui paiono al contrario due vecchi innamorati di un libro Harmony.
Quindi è possibile apprezzare finchè volete la poesia, la musicalità, la struggente nostalgia e via dicendo dell’ ‘ultima slitta’, però secondo me non come argomento primario delle vicende dei paperi: migliaia di storie me li hanno tramandati infatti vivaci, pratici e risoluti, senz’altro inclini in certi casi anche alla nostalgia (come ogni altro sentimento umano), certamente però non come fattore PRINCIPALE e centro di tutto.
Non riesco infatti proprio a figurarmi Paperone e Doretta come due protagonisti Harmony, ne va della loro essenza stessa !!