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La storia è presente sui Mitici Disney 12, in edicola adesso.
E' l'ultima parodia sceneggiata da Martina, nonchè la sua ultima collaborazione con Scarpa. Sarebbe però più corretto definirla una riscrittura con i personaggi disneyani (come il Canto di Natale), visto che il tono generale è decisamente serio, solo un po' addolcito rispetto all'originale nella raffigurazione della violenza e della morte.
Comunque un'opera notevole per un Martina ormai alla fine della carriera (chissà però se le molte sue storie pagate e non pubblicate erano davvero così malvage...).
Credo che questa storia beneficerebbe di una ricolorazione stile Zio Paperone (non come quella di Storia e Gloria), visto che i colori originali risultano spenti e innaturali.

Un'ottima storia, senza un Martina duro e cinico, ma con la fedele riproposizione del romanzo londoniano con un ottimo Pluto, che viene reso benissimo. Fantastico Topolino nell'interpretare Thorton (se ben ricordo),e il finale è struggente come nel libro, sia per come Topolino accetta di non rivedere più Buck, sia per come Pluto abbracci la sua libertà e la sua natural propensione al richiamo della foresta.
Se vuoi un'edizione con altri colori, la storia è stata pubblicata ricolorata su Le Grandi Parodie, ed è un' ottima edizione nonostante il rimontaggio, e i colori sono molto belli così come la copertina e gli articoli.
Vedi: http://coa.inducks.org/issue.php?c=it/LGP++54#h

Storia bellissima (anche coi colori originali)!  
Dovrebbe essere l'ultima vera e propria di Martina.
Le tre successive sono pubblicate 6 anni dopo (a contratto, credo, scaduto) e con i dialoghi riveduti e corretti da Sisti.
(A dire il vero, in questo caso, sembra che lo stesso Scarpa ci abbia messo lo "zampino"...   )

Certo è bellissima anche con i colori originali, che pure sono mediocri.
Sarebbe stata meglio con anche la prima pagina della seconda puntata.
Ho solo due volumi de Le Grandi Parodie e sono di storie che allora non possedevo in altre vesti. I colori sono belli, ma il rimontaggio toglie sempre qualcosa.

Letta due giorni fa e ora non fatico a considerarla la migliore storia di Pluto in assoluto. Una vicenda magnifica, struggente e dolorosa che si dipana fra il male del mondo, la violenza, l'amore, la libertà e soprattutto la rinuncia finale di Topolino a Buck, per vero amore, e la decisione del cane di non sottrarsi alla sua natura e di seguire il suo istinto. Una storia che mi ha toccato il cuore, con un finale doloroso che mi ha lasciato frastornato per un po'. Sarà una riscrittura ma Martina si è comportato davvero benissimo e lo ringrazio per questo piccolo gioiello.

anche a me il finale ha lasciato un pò così... però essendo una parodia, non poteva discostarsi molto dall'originale.

L'unica storia Disney che mi abbia mai fatto piangere, e proprio per questo preferisco ricoradrla come la lessi da piccolo e non la rileggo.
Confesso che mi sto commuovendo anche ora, leggendo questo.

Dovrebbe essere l'ultima vera e propria di Martina.
Le tre successive sono pubblicate 6 anni dopo (a contratto, credo, scaduto) e con i dialoghi riveduti e corretti da Sisti

Non avevo mai notato che dopo l''84 Martina si interrompeva fino al '90. Avevo sempre creduto che avesse continuato a scrivere fino al '91.
Scommetto che le storie anni '80 erano molto meglio di tante altre porcate e un posticino sul Mega Almanacco io glielo avrei trovato. Però se poi Fossati voleva fare l'innovatore... Io non scambierei un Martina con 3 innovazioni alla Fossati.

Bella e io l'ho trovata anche una storia insolita (forse perchè sono abituato al Martina dei topolini vecchi), il finale mi ha sempre intristito. Infatti da piccolo non pensavo fosse una parodia ma una vera storia e rimasi scioccato.

Infatti da piccolo non pensavo fosse una parodia ma una vera storia e rimasi scioccato.

E' successo anche a mia sorella che l'ha letta di recente sui Mitici, però io avevo 6 anni quando l'ho letta la prima volta e l'ho capito benissimo che era una parodia eh... /

E' successo anche a mia sorella che l'ha letta di recente sui Mitici, però io avevo 6 anni quando l'ho letta la prima volta e l'ho capito benissimo che era una parodia eh... /

Ho 2 scusanti:
-avevo 7 anni
-mancavano le pagine iniziali titolo compreso (così fui costretto a frugare per la casa di mio nonno per gli anni successivi)

Ho 2 scusanti:
-avevo 7 anni

Non misembra una scusante perchè io a 7 anni sapevo perfettamente cos'erano le parodie

-mancavano le pagine iniziali titolo compreso (così fui costretto a frugare per la casa di mio nonno per gli anni successivi)

Mi sembra che dallo svolgersi della storia si comprenda abbastanza bene che è una parodia

Mi sembra che dallo svolgersi della storia si comprenda abbastanza bene che è una parodia

Ovviamente è una parodia in senso lato, cioè una trasposizione di una storia esistente con l'inserimento di personaggi Disney, ma il tono generale è decisamente serio, ben diverso da, per esempio, quello di Paperina Butterfly.

Ovviamente è una parodia in senso lato, cioè una trasposizione di una storia esistente con l'inserimento di personaggi Disney, ma il tono generale è decisamente serio, ben diverso da, per esempio, quello di Paperina Butterfly.

Sì certo, io intendevo parodia in quel senso

Difatti difficilmente una storia così forte e con un finale così amaro sarebbe comparsa "autonomamente" sulle pagine del Topo. Da qui si nota anche a pelle la trasposizione da un'altra opera della letteratura. In ogni caso resta un capolavoro e condivido il pensiero di Einmug: una delle poche storie che mi abbia seriamente commosso.

Non misembra una scusante perchè io a 7 anni sapevo perfettamente cos'erano le parodie

Mi sembra che dallo svolgersi della storia si comprenda abbastanza bene che è una parodia

Purtroppo non avevo letto il libro, comunque si può capire si, però pensavo da piccolo che Buck fosse cugino di pluto, che tonto che ero

però pensavo da piccolo che Buck fosse cugino di pluto, che tonto che ero

No vabbe', messa in questo modo ci può anche stare

l'ho letta che avevo 8 anni e devo dire che é una di quelle storie che porto nel cuore..per una volta l'allegria del mondo Disney da spazio a un racconto struggente. Bellissimo e molto forte...

Una storia bellissima e commovente, il finale, poi, lascia senza fiato. Ottimi i disegni di Scarpa

Vedete, io detesto il Martina cinico e baro di tante storie coi Paperi proprio perché era capace di scrivere storie come Buck alias Pluto, che sono dei capolavori di stile e sceneggiatura. Il finale di questa storia strappa il cuore, e lo trovo commovente come forse solo le storie martiniane coi Sette Nani sono state nella produzione italiana. E' una Grande Parodia atipica, ma bellissima.

Vedete, io detesto il Martina cinico e baro di tante storie coi Paperi proprio perché era capace di scrivere storie come Buck alias Pluto, che sono dei capolavori di stile e sceneggiatura. Il finale di questa storia strappa il cuore, e lo trovo commovente come forse solo le storie martiniane coi Sette Nani sono state nella produzione italiana. E' una Grande Parodia atipica, ma bellissima.

La cosa che mi piace meno di Martina è proprio l'insistere sullo $crooge cinico delle origini, anche anni dopo la sua evoluzione operata da Barks. Su questa storia, comunque, nessuna esitazione: è un capolavoro. Purtroppo, non ho il numero de "I Mitici" relativo. La lessi molto tempo fa, quando uscì per la prima volta.

Storia bellissima, l'ho letta quando ero piccola, e poi l'ho riletta recentemente ma mi emoziona e mi commuove sempre... Parodia davvero ben fatta.

Anche io quando l'ho letta ero piuttosto piccolo, e credo che questa sia stata l'unica storia che mi ha lasciato il magone per un bel pò....

Vedete, io detesto il Martina cinico e baro di tante storie coi Paperi proprio perché era capace di scrivere storie come Buck alias Pluto, che sono dei capolavori di stile e sceneggiatura. Il finale di questa storia strappa il cuore, e lo trovo commovente come forse solo le storie martiniane coi Sette Nani sono state nella produzione italiana. E' una Grande Parodia atipica, ma bellissima.

Ma... veramente l'autentico Martina, che piaccia o meno, è proprio quello del Paperone baro. La storia che dà il titolo a questo topic è solo un puntino isolato nella carriera di Martina, la sua storia meno personale dato che la sua mano neanche si sente.
Per me è sbagliato porre questa storia come termine di paragone per la sterminata produzione di Martina, che ha in tutto e per tutto caratteri nettamente differenti rispetto al Richiamo della Foresta.

Senza contare che storie come questa o Casablanca di Cavazzano, sono storie che hanno ben pochi meriti dato che ripetono pedissequamente i modelli originali e se uno vuole commuoversi è giusto vada a leggersi gli originali.

Per me questa, più che una parodia, è la trasposizione a fumetti del romanzo di London. Nient'altro.

Per me questa, più che una parodia, è la trasposizione a fumetti del romanzo di London. Nient'altro.

Quoto. Mi astenni dal votarla nel sondaggio sulle parodie proprio per questo. Tralasciando ciò, non avendo amato più di tanto neppure il romanzo originale, non riesco a farmi trasportare neppure dalla storia di Buck/Pluto, che considero una buona prova da parte degli autori ma non un capolavoro.

Questo il codice Inducks:
 http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1518-AP
La riproposizione sul TuttoScarpa è l'occasione per rileggere questa storia o leggerla per la prima volta per chi non lo avesse mai fatto.
Si tratta anche dell'ultima collaborazione tra Martina e Scarpa e forse è vero che è troppo poco parodia e fin troppo simile all'originale. Questo però non nega il suo grande impatto emotivo e conferma la grande capacità di variare registro di Martina all'interno del filone da lui stesso inaugurato delle "grandi parodie" (brevi o lunghe, ciniche o sentimentali o avventurose, nel presente o all'epoca dell'opera originale o ancora in una differente ambientazione...).

L'ho appena letta... Ragazzi ma che impatto emotivo sul finale, questa storia mi ha lasciato seriamente i brividi.

Veramente una straordinaria prova di Martina e Scarpa, una delle migliori parodie di sempre.

Sarà meno comica di altre, ma è stato precursore del filone moderno di puntare meno sull'umorismo e di utilizzare invece i personaggi in contesto più serio visto in Ratkyll/Hyde.

Tutta la storia è molto commovente e prende nella lettura ma l'ultima tavola è l'apoteosi di tutto. Da leggere e rileggere con calma

Letta solo adesso. Il romanzo di London è stato il secondo libro che io abbia letto in vita mia, mi pare a otto anni. L'ho letto quindi prim'ancora d'iniziare a comprare Topolino. Non ricordavo la storia francamente, fa uno strano effetto riportarla alla memoria tramite la parodia disneyana.

È questo un esempio di parodia che mi lascia un po' perplesso.
Fermo restando che in generale non sono un fan del genere (alle esplicite parodie preferisco le semplici "ispirazioni": pensate a Trallalà e a Shan-grillà, quei due capolavori che Barks e Scarpa ci hanno regalato ispirandosi al film La vita è Meravigliosa di Frank Capra).
Comunque, mi stanno bene sia le parodie che si discostano dall'originale aggiungendo del proprio (esempio: il ritratto di Paperone di Mognato/Held, o il dottor Faust del dinamico duo), sia quelle molto fedeli all'originale...ma solo se l'originale si adatta bene ad essere messo in forma fumettistica.
In questo caso il dubbio mi viene: era davvero adatto a essere disneyzzato Il richiamo della foresta? O almeno, lo era in maniera "fedele"? Ci ritroviamo con una storia che ha dei passaggi riusciti (ottimo il cast, tra l'altro, specie Topolino), ma che finisce un po' così...a cazzo di cane, se permettete la battutaccia.
Insomma, un mero riassunto del romanzo di London per i più piccoli. Ma serve davvero...visto che quel romanzo è già di per sé letto dai più piccoli? O almeno lo era ai tempi della mia infanzia, come scrivevo sopra.

Venendo alla storia, c'è poco da dire. Questa è una storia di Romano Scarpa. Non solo perché i suoi disegni reggono il tutto e ne giustificano quella mezz'ora di lettura. Ma perché la regia è palesemente sua. Tutto fila liscio come l'olio.
Martina deve aver solo scritto il soggetto generale e i dialoghi (anzi, le didascalie, questa è una storia che più didascalica non si può).

Luci e ombre.   

Letta solo adesso. Il romanzo di London è stato il secondo libro che io abbia letto in vita mia, mi pare a otto anni. L'ho letto quindi prim'ancora d'iniziare a comprare Topolino. Non ricordavo la storia francamente, fa uno strano effetto riportarla alla memoria tramite la parodia disneyana.

È questo un esempio di parodia che mi lascia un po' perplesso.
Fermo restando che in generale non sono un fan del genere (alle esplicite parodie preferisco le semplici "ispirazioni": pensate a Trallalà e a Shan-grillà, quei due capolavori che Barks e Scarpa ci hanno regalato ispirandosi al film La vita è Meravigliosa di Frank Capra).
Comunque, mi stanno bene sia le parodie che si discostano dall'originale aggiungendo del proprio (esempio: il ritratto di Paperone di Mognato/Held, o il dottor Faust del dinamico duo), sia quelle molto fedeli all'originale...ma solo se l'originale si adatta bene ad essere messo in forma fumettistica.
In questo caso il dubbio mi viene: era davvero adatto a essere disneyzzato Il richiamo della foresta? O almeno, lo era in maniera "fedele"? Ci ritroviamo con una storia che ha dei passaggi riusciti (ottimo il cast, tra l'altro, specie Topolino), ma che finisce un po' così...a cazzo di cane, se permettete la battutaccia.
Insomma, un mero riassunto del romanzo di London per i più piccoli. Ma serve davvero...visto che quel romanzo è già di per sé letto dai più piccoli? O almeno lo era ai tempi della mia infanzia, come scrivevo sopra.

Venendo alla storia, c'è poco da dire. Questa è una storia di Romano Scarpa. Non solo perché i suoi disegni reggono il tutto e ne giustificano quella mezz'ora di lettura. Ma perché la regia è palesemente sua. Tutto fila liscio come l'olio.
Martina deve aver solo scritto il soggetto generale e i dialoghi (anzi, le didascalie, questa è una storia che più didascalica non si può).

Luci e ombre.   

come credo di avere gia' detto..è una storia che amo avendola letto da bambino e destando in me si tanta malinconia ma anche apprezzamento...non è cmq. una parodia, come di fatto non lo era il canto di natale..si trattavano in entrambi i casi di adattamenti a fumetti puri con l'unica particolarita' di mettere personaggi disney a interpretare le storie..non ci sono gag, non ci sono modifiche o stravolgimenti comici..forse era carenza di idee dell'ultimo Martina ? ma'

Esatto, dici bene, è un "adattamento senza gag e stravolgimenti comici". Ma questo tipo di adattamenti mi lasciano un gusto amaro: come se gli autori considerassero il fumetto (cioè la loro stessa arte) come qualcosa di dignità inferiore alla letteratura. E forse forse gente della generazione di Scarpa e Martina la pensava davvero così, quindi oh amen. Comunque se ha saputo ispirare in te da piccolo (e immagino in tanti altri) della malinconia  significa che la storia ha funzionato.

Apetta, stiamo parlando dello stesso Guido Martina? Della persona che ha inventato la parodia infedele per definizione, dove ti chiedi per metà del tempo cosa c'entri la storia originale e poi scopri con venerazione come spunta fuori ogni tanto?* Della persona che ha scritto Paperin Fracassa e Paperino di Münchhausen, e che alla fine, in un momento di noia, ha buttato giù "Buck alias Pluto", ovvero l'unica sua cosa che si avvicini davvero a una parodia letterale?

Ripassa quando avrai letto Paperin Fracassa, che per giunta è disegnata dal miglior Romano Scarpa.

*Martina ci sapeva veramente fare con queste cose. Lì, nello stravolgere affettuosamente un capolavoro letterario e renderlo qualcosa di completamente diverso con il linguaggio dell'umorismo e secondo i rapporti caratteriali dei Paperi, ma con ciò mantenendo l'atmosfera -ma non l'azione- dell'originale, credo che il Professore (d'italiano; ricordiamolo) si sentisse veramente a casa. Solo Brunone secondo me è riuscito a tanto (e con tecniche piuttosto diverse... ma neanche troppo), anche se mantenendo molto di più la struttura originale (però in maniera comunque... originale).

L'ho letta Paperin Fracassa, hai voglia.



(ma perché voi martinianinkiaioli prendete ogni commento a una storia di Martina come un commento all'opera omnia di Martina? Mamma mia che due palle...)

L'ho letta Paperin Fracassa.

E quindi? (Ora io la ricordo pochino, eh, ricordo solo che era folle e c'era Biancaneve. Forse.)

Direi che era folle e che c'era Biancaneve.



(e che non era disegnata dal miglior Scarpa per i miei gusti)