Letta solo adesso. Il romanzo di London è stato il secondo libro che io abbia letto in vita mia, mi pare a otto anni. L'ho letto quindi prim'ancora d'iniziare a comprare Topolino. Non ricordavo la storia francamente, fa uno strano effetto riportarla alla memoria tramite la parodia disneyana.
È questo un esempio di parodia che mi lascia un po' perplesso.
Fermo restando che in generale non sono un fan del genere (alle esplicite parodie preferisco le semplici "ispirazioni": pensate a Trallalà e a Shan-grillà, quei due capolavori che Barks e Scarpa ci hanno regalato ispirandosi al film La vita è Meravigliosa di Frank Capra).
Comunque, mi stanno bene sia le parodie che si discostano dall'originale aggiungendo del proprio (esempio: il ritratto di Paperone di Mognato/Held, o il dottor Faust del dinamico duo), sia quelle molto fedeli all'originale...ma solo se l'originale si adatta bene ad essere messo in forma fumettistica.
In questo caso il dubbio mi viene: era davvero adatto a essere disneyzzato Il richiamo della foresta? O almeno, lo era in maniera "fedele"? Ci ritroviamo con una storia che ha dei passaggi riusciti (ottimo il cast, tra l'altro, specie Topolino), ma che finisce un po' così...a cazzo di cane, se permettete la battutaccia.
Insomma, un mero riassunto del romanzo di London per i più piccoli. Ma serve davvero...visto che quel romanzo è già di per sé letto dai più piccoli? O almeno lo era ai tempi della mia infanzia, come scrivevo sopra.
Venendo alla storia, c'è poco da dire. Questa è una storia di Romano Scarpa. Non solo perché i suoi disegni reggono il tutto e ne giustificano quella mezz'ora di lettura. Ma perché la regia è palesemente sua. Tutto fila liscio come l'olio.
Martina deve aver solo scritto il soggetto generale e i dialoghi (anzi, le didascalie, questa è una storia che più didascalica non si può).
Luci e ombre.