Vedo che avevo già postato in questo topic, tuttavia il primo capolavoro che abbia letto merita un'analisi più approfondita. Il seguente vuole essere un commento che si focalizzi sulle impressioni che ho avuto leggendo. Avverto che ci saranno spoiler.
[size=14]1a Puntata[/size]
In genere, quando su topolino compare una storia in più parti le do la precedenza. Questa volta però, complici la non-posizione in apertura o chiusura e il numero di tavole limitato, non mi accorgo subito che l'albo ne ospita una. Noto la storia solo verso la fine della settimana, quando in edicola sta per arrivare il nuovo numero.
Inizio a leggere: i disegni mi piacciono, ma non li ricollego all'autore che in passato mi ha entusiasmato diverse volte (come artista completo ne aveva firmate ancora poche e i credits all'epoca nemmeno li vedo).
Questa prima puntata è misteriosa e non si capisce ancora da che parte andrà a parare; inoltre, è talmente corta che viene difficile formulare un giudizio. Comunque mi piace, anche non mi entusiasma troppo: probabilmente la seconda posizione mi porta a pensare che si tratti di una storia magari discreta ma non ottima.
Poi c'è la questione dell'uomo misterioso: istintivamente penso a Macchia Nera, ma la questione delle rime mi porta a credere che si tratti di un personaggio nuovo. Il fatto che Topolino sembra temerlo particolarmente (prova un brivido solo a sentire che c'è la possibilità che abbia a che fare con lui) mi incuriosisce.
Rileggendola in seguito dopo aver conosciuto gli altri episodi, comunque, la prima parte mi appassiona di più di quella prima volta.
Che la risposta "Nisba" fosse qualcosa del genere l'avevo intuito.
PS: carina la citazione al trionfo di Bacco e Arianna (oltre a suggerire velatamente l'identità dell'antagonista)
[size=14]2a Puntata[/size]
La storia ingrana. Entra in scena Eta Beta, anticipato dalla copertina, il quale aiuta a fornire alcuni indizi: quello che mi ha colpito di più è l'antica profezia secondo la quale i 4 robot distruggeranno il mondo. La minaccia comincia a concretizzarsi, anche perchè ci viene rivelato che il nemico li ha già tutti.
Ed ecco che questi viene rivelato: si tratta di qualcuno che non conoscevo e di cui non avevo mai sentito parlare, quindi in teoria non dovrebbe sconvolgermi, ma il timore che i nostri provano nei suoi confronti non promette nulla di buona. Inoltre la sua presentazione è indimenticabile.
Finita la puntata, devo dire però che come caratteristiche la Spia non mi sembra molto originale in quanto simile al già citato Macchia.
I protagonisti scoprono che probabilmente si nasconde in Inusitania, per la quale partono immediatamente. I lettori vengono messi al corrente della situazione di quello stato (o meglio, parte di essa): il re è stato "destituito" da qualcuno con piani poco chiari e come, se non bastasse, si scopre che è alleato con la Spia. Come Minni si accorge, tuttavia, questi nasconde la verità al suo mandante e sembra avere dei progetti diversi. La puntata finisce con Nicko che rimira qualcosa nascosto alla vista del lettore sognando di dominare il mondo: attendo con impazienza il prossimo episodio.
Oltre a questo, nella storia ci sono varie battute azzeccate, tra cui cito almeno:
- Stai mentendo!
- Ma se non ho detto niente.
- Non è vero: hai appena detto "Ma se non ho detto niente."
[size=14]3a Puntata[/size]
Finalmente si scoprono le carte: l'idea della denumeratropia e dell'equazione del mondo è qualcosa di dannatamente affascinante.
Scopriamo inoltre la vera situazione politica dell'Inusitania e dei piani del manageriale Nicko: vuole creare un mondo ideale da sfruttare e da rivendere a chi se lo può permettere (sul suo plastico si notano addirittura due Italie). Ma la Spia Poeta ha dei progetti ben diversi (e ben più minacciosi) e li attua tradendo con facilità il suo datore di lavoro e appropriandosi dei robot.
Si noti che nelle ultime pagine tutto avviene con una velocità impressionante: la spia mostra il suo piano, ottiene subito l'equazione del mondo (!), prende i robot e ri-rapisce Minni. La minaccia incalza!
I nostri eroi si lanciano all'inseguimento quando il terreno si apre e pare che ne stia per uscire un'altra sorpresa.
Ormai sono del tutto preso dalla narrazione e spetto con fibrillazione la prossima puntata.
[size=14]4a Puntata[/size]
Vedendo la prima tavola mi pare di essermi perso qualche vignetta, in quanto Topolino parla dell'aereo come se ci fosse già stato mentre alla fine dell'episodio precedente non si era ancora visto.
La Spia si veste da Napoleone e la sua frase rivolta a Minni "Vi ho portato con me per farmi regina." mi fa pensare che anch'egli, come diversi altri personaggi, ne sia ammaliato. Ma perchè da a tutti del tu e a Minni del voi?
Topolino ed Eta Beta sono in difficoltà ma la scoperta della ragione per cui il duoplano si chiama usa e getta (cosa che non ricordavo) li salva. La spia non perde tempo e tenta di inviare l'equazione ai suoi scagnozzi, ma per fortuna i nostri lo fermano. Topolino ingaggia un duello con l'antagonista (rivelandosi abbastanza resistente da sopportare una porta blindata in faccia e da rompere una pentola con la testa), durante il quale anche Minni si rivela utile.
Nel momento in cui tutto sembra perduto rientrano in scena Silvy e Bonomox, i quali ingaggiano una battaglia aerea con l'aereo nemico grazie all'aviazione. Grande la scena in cui infuria il combattimento!
Mentre sta per perdere, la Spia tenta il tutto per tutto riparando l'antenna, ma viene ugualmente sconfitto. Mentre i nostri si allontanano e sperano di non avere più a che fare con lui, dall'acqua spunta una mano che si aggrappa al ghiaccio. Non so voi, ma quando vedo quella scena sento come un "Ta-da!" nella mia testa.
Si potrebbe rimettere in piedi il progetto del mondo che verrà, ma Bonomox replica che creerebbero un pianeta ideale per l'umanità mentre ne verrebbero danneggiati gli animali che vivono in zone per noi estreme. Immortale la frase che pronuncia in quest'occasione: "Anche se costruiamo giganti per dimostrare che non siamo piccoli, in questo mondo non siamo che ospiti, fra i tanti, e non i padroni." Quando l'ho letta ho pensato che io e chi l'ha scritta siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
La storia si chiude con una sorta di locandina cinematografica che mostra i vari personaggi apparsi e si rivela una trovata degna di una vicenda così epica.