Ora che la storia è finita si può anche crearle un suo topic apposito, per poter parlare della storia nella sua interezza.
Ho appena letto l'ultima parte (di straforo in ufficio) e poi la rileggerò in pausa pranzo... e poi la rileggerò ancora tutta insieme, chissà quante volte, ma le parole per commentare mancano perché davvero, nemmeno nella più ottimistica e rosea previsione, prima di leggerla, mi sarei mai potuto immaginare una storia tanto bella.
Il moderno e il classico che si incontrano nell'occasione di un ritorno di un personaggio ormai dai più dimenticato che non è però, come spesso succede, un "trucchetto" per compiacere i nostalgici (cosa comunque simpatica quando succede, ma in fondo un po' fine a sé stessa e tipicamente non memorabile), ma un vero e proprio ritorno alla grande, in una trama più complessa che volendo reggerebbe anche senza il personaggio in questione, ma che dalla sua presenza viene innalzata ulteriormente.
Volevo brevemente indirizzare le (poche, nemmeno il solito clone s'è fatto sentire stavolta) critiche che ho letto qua e là:
- "Casty ricalca Scarpa nei disegni". Ma dove? C'è qualcuno di voi che lo confonde con Scarpa? Certo, magari a lui farebbe anche piacere (a Scarpa faceva piacere esser confuso con Gottfredson), ma io ritengo abbia uno stile ovviamente scarpiano, ma ben diverso da Scarpa. Il dinamismo di Topolino, per esempio, è molto diverso. Cloni di Scarpa erano il primo Cavazzano e poi Del Conte (entrambi giustificatissimi, per ovvi motivi), ma certo non Casty. Trovo poi che Casty spesso faccia un naso a Topolino leggermente più lungo di Scarpa... sebbene non lungo quanto quello che gli faceva Cavazzano negli anni '80... ma sto divagando. Insomma, uno stile basato su Scarpa, ma molto personale.
Come sceneggiatura invece, già che ci sono, a me pare che Casty raggiunga un suo stile personale con una perfetta commistione tra Gottfredson e Scarpa, e una spruzzata dei migliori De Vita e Pezzin. Servire caldo. 8-)
- "Fare storie così forse non conviene, piaceva a me vent'anni fa, chi mi dice che piacerà ai bambini di oggi?". Questa è una cosa di cui non mi capacito. Vent'anni fa è ieri. Negli anni '30 le storie "così" piacevano ad adulti e bambini. Negli anni '40 le storie "così" piacevano ad adulti e bambini. Negli anni '50 le storie "così" piacevano ad adulti e bambini. Negli anni '60 le storie "così" piacevano ad adulti e bambini. Negli anni '70 le storie "così" piacevano ad adulti e bambini. Negli anni '80 le storie "così" piacevano ad adulti e bambini. All'inizio degli anni '90 le storie "così" piacevano ad adulti e bambini. Ora, per quale motivo al mondo ora non dovrebbero piacere più? C'è forse stato un "Watchmen" dei fumetti Disney a fine anni '90?. No, che non c'è stato. Ma anche ci fosse stato (fingiamo che PKNA - o, più appropriatamente, MMMM - lo sia stato, anche se ovviamente non è così), questo non implica che tutte le storie debbano essere diverse. E poi, cosa vuol dire "così"? Secondo me vuol dire semplicemente "belle". Storie in cui Topolino non si comporta da noioso saccente saputello, storie con una bella trama avventurosa o gialla, storie moderne, ora come allora. In storie "così" io ci vedo sia Il mondo che verrà, che MMMM, che Il fiume del tempo. C'era molto di classico anche in MMMM, così come c'è molto di moderno anche nel mondo che verrà. Per cui ben vengano le storie "così", sono loro che salvano e innalzano la qualità del topo, come nient'altro lo può fare.
- "Succedono molte cose in poche pagine". Questo è vero, e il commento mio è "sarebbe stato ancora meglio con più pagine!" Ma questo commento a me viene da farlo a tutte le storie belle... io pure alle Paperolimpiadi avrei visto bene più pagine, per cui... rallegriamoci di averne avute almeno 72! In questi tempi non sono poche!