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Topolino e il mondo che verrà

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    Re: Topolino e il mondo che verrà
    Risposta #45: Giovedì 14 Feb 2008, 15:49:59
    Mi sovviene ricordare questa meravigliosa intervista ad Artibani... che ribadisce cose che ogni tanto forse è meglio ribadire... ::)

    (Incidentalmente, due delle migliori storie dello scorso anno erano due "fondi di magazzino" di Artibani ;) )
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      Re: Topolino e il mondo che verrà
      Risposta #46: Giovedì 14 Feb 2008, 16:02:08
      Mah... non so che dire!
      Per fare un riassunto, tra gli adulti e non qui presenti, ma considerando solo gli argomentanti, la storia di Casty ha il punteggio minimo di tanispaper, che pare comunque essere ampiamente sufficiente.
      Gli altri giudizi sono dall'ottimo in su!  ;)

      No dai... ad esempio la storia del continente perduto e sparato nello spazio al momento non sono neanche riuscito a completarne la lettura... va benissimo la "suspension of disbelief" ma gli errori di logica elementare non ce la faccio proprio a reggerli.

      Citazione
      La questione di cui si parla qua è quindi puramente speculativa, e va sottolineato (anche se si avranno sicuramente gli strumenti necessari per discuterne): la storia di Casty sarà piaciuta così tanto anche ai ragazzini?!

      Siamo tutti d'accordo che anche tra i ragazzini c'è un pubblico maturo o comunque sensibile e certe storie, per il quale la risposta sarà un entusiastico: "siiiiiiii!"!

      La questione è se esiste un pubblico giovane e frettoloso, non avezzo ai classici disneyiani, che avrà letto con superficialità la storia di Casty senza gradirla più di tanto... e che rilevanza ha tra i lettori di topolino.
      Io credo sia questo il punto: che questo pubblico (che non nego esistere) sia poco rappresentato tra le pagine del topo, che non è certo la pubblicazione trandy del fumetto che tutti devono avere, e che quindi la sua rilevanza sia bassa...
      magari sono solo un ottimista, non so!

      Probabilmente lo sa solo la Disney. Ma immagino che un pubblico del genere non solo esista, ma rappresenti una rilevanza non così marginale, e comunque sia quel tipo di pubblico che Disney cerca (o dovrebbe cercare) di recuperare se non vuol vedere la rivista affondare.

      Quando ero giovane io (i dati esatti si possono cercare, vado a spanne) Topolino tirava oltre 500.000 copie. Oggi credo circa la metà. Perdere il 50% dei lettori in 30 anni è un brutto colpo.

      Dal momento che mi pare di capire che il pubblico maturo e sensibile a certe storie ci sia ancora (per quanto critico), probabilmente manca quel pubblico più "distratto" al quale, avrete capito, appartengo anche io.

      La strada per recuperare quel pubblico credo passi da operazioni come il primo PK, non a caso l'unica rivista Disney letta dal sottoscritto negli ultimi venticinque anni o quasi, proprio perchè sembrava portare questi personaggi in un mondo contemporaneo e moderno, rimanendo fedeli a loro stessi ma imparando le lezioni ad esempio dei comics supereroistici americani.

      Ma in effetti la sto buttando un pò troppo in socio-filosofia, leggermente OT, scusate ^_^

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        Re: Topolino e il mondo che verrà
        Risposta #47: Giovedì 14 Feb 2008, 16:16:23
        Mi sovviene ricordare questa meravigliosa intervista ad Artibani... che ribadisce cose che ogni tanto forse è meglio ribadire... ::)

        (Incidentalmente, due delle migliori storie dello scorso anno erano due "fondi di magazzino" di Artibani ;) )

        Interessante lettura.

        Sono convinto anche io che non si debba piegare la creatività degli autori ai focus group.

        Ma una cosa che viene detta molto chiaramente dall'intervista è che un certo tipo di pubblico, quello più attento, sensibile ed esigente, è numericamente irrilevante...

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          Re: Topolino e il mondo che verrà
          Risposta #48: Giovedì 14 Feb 2008, 16:28:48
          Ma una cosa che viene detta molto chiaramente dall'intervista è che un certo tipo di pubblico, quello più attento, sensibile ed esigente, è numericamente irrilevante...

          Lì sta parlando esclusivamente delle ristampe, e comunque secondo me l'unico punto dell'intervista dove Artibani sbaglia il tiro (non avevo dubbi saresti andato a pigliare esattamente quello  ;D). Direi che potremo guardare, per esempio, ai dati di vendita di Barks per vedere se è realmente così o cosa. La cosa non incide comunque sulle storie nuove... anche l'improbabile caso in cui Barks vendesse poco non dimostrerebbe certo che le storie più brutte venderebbero di più!

          E comunque se sei d'accordo che la creatività degli autori non deve essere piegata ai focus group sei d'accordo anche tu con tutti!

          Alla fine comunque siamo andati fuori tema... e siamo finiti nel solito tema, come succede più o meno... sempre.

          Tornando quindi in topic io ritengo che un punto ulteriore da sottolineare a favore di questa storia sia l'estrema modernità dei suoi protagonisti. Il Topolino protagonista della storia è un Topolino che si scrolla di dosso la patina di vecchiume da detective antipatico e perfettino che decenni di storie mediocri gli hanno buttato addosso. Come nelle altre storie di Casty e forse anche più. Come in certe storie di Faraci. O Savini. Insomma, è simpatico. E' giovane e sbarazzino. E lo stesso si può dire di Minni, che personalmente nel 90% dei casi io ho sempre odiato. Eta Beta invece l'ho sempre amato per cui non faccio testo.

          Per i paperi caratterizzazione corrette e fresche sono più comuni, anche in storie non necessariamente con una buona trama, ma coi topi la cosa è molto più difficile e una rarità!
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            Re: Topolino e il mondo che verrà
            Risposta #49: Giovedì 14 Feb 2008, 20:50:37
            Bene! come diceva Schroeder, finalmente una posizione diversa che sveglia la discussione!

            Come mai non ti è piaciuta la storia?

            Perchè non mi è piaciuta, c'è di meglio, poi........non mi riesco a spiegare. [smiley=undecided.gif]
            Forza Matteo7

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              Re: Topolino e il mondo che verrà
              Risposta #50: Giovedì 14 Feb 2008, 21:18:20

              Perchè non mi è piaciuta, c'è di meglio, poi........non mi riesco a spiegare. [smiley=undecided.gif]
              Beh, non si può dire che matteo7 non ci abbia pensato per benino prima di esporre così minuziosamente il proprio matteo7pensiero.... ora sei contento, fiscalissimo d'un Floyd75?.......
              ;)
              2 dicembre 2003 - ore 9:09am

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                Re: Topolino e il mondo che verrà
                Risposta #51: Venerdì 15 Feb 2008, 11:14:37

                Tornando quindi in topic io ritengo che un punto ulteriore da sottolineare a favore di questa storia sia l'estrema modernità dei suoi protagonisti. Il Topolino protagonista della storia è un Topolino che si scrolla di dosso la patina di vecchiume da detective antipatico e perfettino che decenni di storie mediocri gli hanno buttato addosso. Come nelle altre storie di Casty e forse anche più. Come in certe storie di Faraci. O Savini. Insomma, è simpatico. E' giovane e sbarazzino. E lo stesso si può dire di Minni, che personalmente nel 90% dei casi io ho sempre odiato. Eta Beta invece l'ho sempre amato per cui non faccio testo.

                Per i paperi caratterizzazione corrette e fresche sono più comuni, anche in storie non necessariamente con una buona trama, ma coi topi la cosa è molto più difficile e una rarità!

                Tornando in tema, credo sia vero. Io forse l'ho notato meno di voi perchè non ho sul mio groppone letture di decenni di storie mediocri... però certo il topolino perfettino non sta simpatico, mentre questo avventuroso mi sembra più in tono con il personaggio. Sicuramente il topolino di questa storia è molto più interessante e piacevole come personaggio del saccente pupazzo che imperversa in KH II (il videogioco).

                Vedi, leggendo argomentazioni e spiegazioni di questo tipo, il mio gradimento per questa saga è già salito di un bel pò, da quando ne parliamo :)

                una parola sui focus group (perdonatemi, ma ho studiato marketing e non credo siano il male assoluto...): sono d'accordo che non si piò imbrigliare la creatività di un artista imponendogli delle scelte. Ma non trovo affatto sbagliato chiedere a quelli che dovrebbero essere la maggioranza dei destinatari delle storie quali storie vorrebbero leggere, e quali gradiscono di più... è appena appena la cosa più sensata da fare. E Topolino deve aspirare ad essere il settimanale di riferimento per un pubblico di bambini e ragazzini dai 6 ai 12 anni, che non hanno "decenni di storie" sul groppone. Per cui non ci trovo niente di male se si sforza di proporre storie proprio per loro, anzi!

                Se poi di tanto in tanto riesce a fare capolino una storia come questa in grado di soddisfare il palato esigente dei Disney-scafati, è un segno di intelligenza e di sensibilità. Ma credo che quello che i tanto deprecati focus group suggeriscono chiaramente a Disney è che un Topolino fatto solo di storie come questa venderebbe molto di più tra i trenta-settantenni, molto meno tra i lettori che a loro interessano di più, quelli giovani. E' solo un'ipotesi, senza conoscere i dati si può sostenere di tutto, ma penso sia credibile.

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                  Re: Topolino e il mondo che verrà
                  Risposta #52: Venerdì 15 Feb 2008, 11:31:25
                  E Topolino deve aspirare ad essere il settimanale di riferimento per un pubblico di bambini e ragazzini dai 6 ai 12 anni, che non hanno "decenni di storie" sul groppone. Per cui non ci trovo niente di male se si sforza di proporre storie proprio per loro, anzi!

                  Topolino deve ASSOLUTAMENTE essere adatto ai ragazzini. Anche meno di 6, io ho iniziato a 3. Ma come diciamo sempre, le migliori storie per bambini sono quelle che vengono apprezzate anche dagli adulti. Pensa a tutti i classici della letteratura per ragazzi. Pensa ad Huck Finn, classico per ragazzi considerato primo vero romanzo americano (da Hemingway, mica bau bau micio micio). Pensa a Verne, pensa a Stevenson, pensa a Salgari. Sono tutte opere che si apprezzano, in maniera diversa, pienamente anche da adulti. Pensa a Harry Potter (se qualcuno volesse sostenere che i bambini di oggi sono cambiati)! E pensa al fatto che una volta (e - raramente - anche oggi, come in casi come questo) per Topolino era esattamente così, quindi non stiamo parlando di obbiettivi irraggiungibili.

                  Infine pensa anche al fatto che i soldi per pagari i fumetti li tirano fuori gli adulti, non i bambini, per cui piacere direttamente *anche* ai genitori ha due effetti positivi: li leggono loro e li leggono anche i loro figli (che è la cosa principale per farli crescere lettori e portare avanti questa "eredità" nelle generazioni successive.
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                    Re: Topolino e il mondo che verrà
                    Risposta #53: Venerdì 15 Feb 2008, 18:38:51
                    Credo che ci siano due tipi di storie che generalemnte piaciono ai bambini.
                    Un tipo sono le storie esclusivamente per bambini, storie semplici, facili sia da leggere che da scrivere per gli autori, il cui difetto è quello che se lette da un adulto questo non può trovarle che noiose.
                    Poi ci sono un tipo di storie che vanno bene sia per adulti che per i bambini. Sono storie con una trama abbastanza matura e solida, ma anche completamente comprensibile per un fanciullo (non troppo complicate dunque, ma neanche troppo poco dato che di solito i bambini sono più inteligenti di quello che la maggior parte degli adulti pensa), inoltre non devono essere noiose per un bambino (quindi devono contenere buone dosi di avventura e umorismo), il loro difetto è che sono più difficili da scrivere.
                    Potrebbe venire da pensare che (essendo una rivista indirizzata verso i più giovani) convenga di più scrivere di storie del primo tipo dato che sono più facili. Ma questa è una logica sbagliata. prima di tutto perchè un genitore è più invogliato a comprare un fumetto al figlio se sa che con quello passerà del tempo leggendo storie inteligenti piuttosto che delle scemate. ma sopratutto se le storie non piaciono anche agli adulti quando il bambino cresce (e si cresci sempre prima ai giorni nostri) smetterà di comprarlo, e il giornale perde un lettore, magari intanto altri bambini hanno iniziato a leggerlo, ma il lettore è perso comunque. Ma se le storie continuano a piacerli anche una volta cresciuto continuerà a leggere e se avrà dei figli, con grande probabilità, anche loro diverrano lettori.
                    E le storie che piacciono a tutti non sono impossibili da scrivere o possono essere scritte da pochi, perchè il fumetto diseny è diventato grande perchè per anni ha proposto storie di questo tipo, e continuerà a esserlo solo se continuerà a farlo.

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                      Re: Topolino e il mondo che verrà
                      Risposta #54: Venerdì 15 Feb 2008, 20:33:16

                      Topolino deve ASSOLUTAMENTE essere adatto ai ragazzini. Anche meno di 6, io ho iniziato a 3. Ma come diciamo sempre, le migliori storie per bambini sono quelle che vengono apprezzate anche dagli adulti. Pensa a tutti i classici della letteratura per ragazzi. Pensa ad Huck Finn, classico per ragazzi considerato primo vero romanzo americano (da Hemingway, mica bau bau micio micio). Pensa a Verne, pensa a Stevenson, pensa a Salgari. Sono tutte opere che si apprezzano, in maniera diversa, pienamente anche da adulti. Pensa a Harry Potter (se qualcuno volesse sostenere che i bambini di oggi sono cambiati)! E pensa al fatto che una volta (e - raramente - anche oggi, come in casi come questo) per Topolino era esattamente così, quindi non stiamo parlando di obbiettivi irraggiungibili.

                      Concordo al 100%.

                      Tornando al discorso sul target e marketing... i focus group devono ASSOLUTAMENTE restare fuori da ogni processo creativo artistico, perchè è di questo che stiamo (vero? vero?) parlando. Io ritengo il fumetto una forma arte, per cui... Il marketing (che non è il male, ci lavoro!) deve, se mai, aiutare a vender meglio, ma non indirizzare la creatività.  

                      La storia in questione per me è un grande esempio di arte con possibilità di lettura pressochè illimitate. E sono le cose che amo di più (anche in letteratura).

                      Ps: io aggiungerei M. Ende alla lista :)

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                        Re: Topolino e il mondo che verrà
                        Risposta #55: Domenica 24 Feb 2008, 11:48:06
                        Noto, con soddisfazione personale, che dopo una serie di focosi, ma civili dibattiti, su qualità e vendite sembra che molti in questo forum si stiano spostando sulle posizioni che io e altri sosteniamo da sempre, ovvero: la caratteristica del grande autore consiste nello scrivere storie che piacciano sia al pubblico elitario che al grande pubblico. Di questo mi compiaccio.

                        Solo una cosa...non è un forum a stabilire se le storie di un autore piacciano o meno al grande pubblico. Questo ce lo diranno le statistiche sulle vendite o quelle più mirate sul gradimento delle singole storie da parte dei lettori, ammesso che la Disney le faccia (personalmente ne dubito, visto i risultati di questi ultimi anni).

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                          Re: Topolino e il mondo che verrà
                          Risposta #56: Domenica 24 Feb 2008, 12:07:33
                          posizioni che io e altri sosteniamo da sempre, ovvero: la caratteristica del grande autore consiste nello scrivere storie che piacciano sia al pubblico elitario che al grande pubblico. Di questo mi compiaccio.
                          Non mi ricordo molte discussioni in tal senso, in passato... tuttavia credo che questa definizione sia fuorviante: Borges e Saramago, per non parlare di Queneau o Joyce, sono grandi autori, ma un po' invisi al grande pubblico. Ma non meno grandi sono Eco o Calvino, che pure hanno una portata anche più popolare...

                          Citazione
                          non è un forum a stabilire se le storie di un autore piacciano o meno al grande pubblico. Questo ce lo diranno le statistiche sulle vendite o quelle più mirate sul gradimento delle singole storie da parte dei lettori, ammesso che la Disney le faccia (personalmente ne dubito, visto i risultati di questi ultimi anni).
                          Sì, questo è vero. Non mi sembra però che qua nessuno abbia voluto stabilire in senso stretto a chi piace cosa, ma cercato di utilizzare la propria esperienza personale (sulla propria pelle e su quella di conoscenti, bambini e non) per dare un'estrapolazione quanto più plausibile possibile dell'impatto delle storie di cui si parlava sul grande pubblico.
                          --- Andrea

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                            Risposta #57: Domenica 24 Feb 2008, 12:39:20
                            Noto, con soddisfazione personale, che dopo una serie di focosi, ma civili dibattiti, su qualità e vendite sembra che molti in questo forum si stiano spostando sulle posizioni che io e altri sosteniamo da sempre, ovvero: la caratteristica del grande autore consiste nello scrivere storie che piacciano sia al pubblico elitario che al grande pubblico. Di questo mi compiaccio.

                            Veramente questo è quello che diciamo tutti da sempre (chi diamine potrebbe metterlo in dubbio?)
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                            PolliceSu
                              Re: Topolino e il mondo che verrà
                              Risposta #58: Martedì 26 Feb 2008, 11:41:47

                              Concordo al 100%.

                              Tornando al discorso sul target e marketing... i focus group devono ASSOLUTAMENTE restare fuori da ogni processo creativo artistico, perchè è di questo che stiamo (vero? vero?) parlando. Io ritengo il fumetto una forma arte, per cui... Il marketing (che non è il male, ci lavoro!) deve, se mai, aiutare a vender meglio, ma non indirizzare la creatività.  

                              La storia in questione per me è un grande esempio di arte con possibilità di lettura pressochè illimitate. E sono le cose che amo di più (anche in letteratura).

                              Ps: io aggiungerei M. Ende alla lista :)

                              Sono d'accordo sul fatto che, arte o meno, il marketing non può guidare la creatività.

                              Quindi, modificare una storia già scritta sulla base di indicazioni di marketing o di focus group è una dabbenaggine colossale.

                              MA un giornalino a fumetti è anche imprenditoria, ha un conto economico da rispettare, deve portare a casa numeri ed utili. Pertanto, nel pianificare le linee di tendenza, le direttive anche artistiche, sarebbe una sciocchezza madornale ignorare il gusto del pubblico di riferimento. Che per un giornalino il cui target primario (parlo il linguaggio del marketing con te visto che ci lavori) sono i bambini dai 6 ai 12 anni e non gli adulti che cercano un espressione artistica nel fumetto.

                              Il fumetto PUO' essere arte. Ma è estremamente difficile produrre arte su base settimanale... il lato artistico del fumetto si esprime più facilmente nelle graphic novels, in forme meno vincolate alla ricerca a tutti i costi di un pubblico molto ampio.

                              Pertanto, è un regalo gradito se di tanto in tanto anche in un settimanale popolare può fare capolino una storia dai connotati "artistici", ma non credo sarebbe possibile rispettare questi canoni ogni settimana per 52 settimane all'anno e probabilmente non si rifletterebbe affatto in un incremento delle vendite (se non nel ristrettissimo pubblico che vede appunto nel fumetto una forma d'arte). Almeno, la vedo così.

                              *

                              Sprea
                              Dittatore di Saturno
                              PolliceSu

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                                Re: Topolino e il mondo che verrà
                                Risposta #59: Martedì 26 Feb 2008, 11:52:34
                                Il fumetto PUO' essere arte. Ma è estremamente difficile produrre arte su base settimanale... il lato artistico del fumetto si esprime più facilmente nelle graphic novels, in forme meno vincolate alla ricerca a tutti i costi di un pubblico molto ampio.

                                Bene, ora ti passo Barks, Gottfredson, Scarpa, Walsh, Carpi, Bottaro, Chendi, Hubbard, Pezzin, Faraci, Casty, Cimino, Savini, Cavazzano, De Vita, Faccini e molta altra gente che ti spiegano un paio di cose...

                                Che UNA persona non riesca a mantenere un ritmo settimanale, penso non ci piova... ma su Topolino c'è la fortuna di avere diversi autori ottimi, quindi il ritmo smette di essere un problema. Che poi i bambini di oggi potenziali lettori siano degli storditi che non apprezzano le storie belle e apprezzano solo quelle semplici, corte e stupide è una cosa a cui non ho mai creduto e mai crederò nemmeno sotto tortura...  E' proprio per il pubblico di riferimento che vanno fatte le storie più belle, per fidelizzarli. Inoltre gli adulti non "cercano un'espressione artistica nel fumetto", cercano storie belle e appassionanti, storie da far leggere ai loro figli, quindi anche loro (sto parlando degli adulti generici, non specificamente degli appassionati) vanno tenuti in considerazione, sarebbe "una sciocchezza madornale" ignorarli.

                                Ma ancora bisogna ripetere queste sconcertanti banalità?
                                Sprea
                                [Scarpa] [Doctor Who] [Old Bricks]
                                "Bah!"

                                 

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