Nessuna ira, tranquillo: alla fine quello che pensi tu non inficia quello che penso io, questo come concetto di base. Ma si è su di un forum, piattaforma che si alimenta con la discussione, perciò discutiamo.
Ecco, a me dispiace che tu ti sia focalizzato su piccolezze comunque spiegabili nell'economia della sceneggiatura anziché notare delle cose veramente belle e, se vogliamo, innovative presenti nella storia.
È chiaro per esempio che il Bassotto che chiama Cuordy Famedoro sia un espediente per mostrare al lettore la natura crudele e risoluta dell'affarista, dato che non è un personaggio che si vede spesso nelle storie italiane: se vuoi una spiegazione più diegetica, potremmo forse dire che il Bassotto, entusiasta per il piano e per essersi alleato con dei "pezzi da novanta", si sia fatto prendere dall'euforia e abbia tentato un approccio più informale con Cuordipietra; rimane comunque una puntualizzazione superflua e che lascia il tempo che trova, se chiedi a me.
Per quanto riguarda Rockerduck che firma senza prestare troppa attenzione, credo non sia necessario spiegare nulla: RK non vede l'ora di coinvolgere il Marajà nella faccenda, sia perché si sente minacciato da Famedoro sia perché non vuole rischiare di passare definitivamente dal soffrire un complesso di inferiorità nei confronti di PdP a uno in quelli di Famedoro.
Amelia bionda a me è piaciuta tantissimo, quindi non saprei che dirti.
Questo non era per controbattere alle obiezioni da te mosse nei confronti della storia, ma per dimostrarti come sia superficiale affermare che una storia non sia "granché" (cit.) per dei dettagli che volendo sono perfettamente e logicamente spiegabili, quando invece ci troviamo davanti a una grande vicenda che ci restituisce dei villain credibili e temibili in una Paperopoli finalmente pienamente tridimensionale, pulsante, viva: Paperino ha una doppia identità a tempo pieno e non solo nelle storie che recano "Paperinik" nel titolo, i parenti esistono sempre, tutto l'universo fumettistico disneyano è considerato.
Insomma, credo non sia il caso di focalizzarsi su piccoli stratagemmi narrativi (comunque spiegabili anche diegeticamente) quando siamo di fronte a una storia che presenta tali e tanti meriti: ci perdi tu in primis, che non ti godi una bellissima storia!