Ti dirò che a me questa storia ha lasciato sempre un po' di amaro in bocca. Andrò fuori dal coro, ma a me De Vita piace molto di più quando lavora in tandem con sceneggiatori di calibro, piuttosto che da solo.
La storia è bella, per carità, intrigante e avvincente nella sua archeologia e nei disegni splendidi; continene buone trovate come la mania pippesca per il bilicismo, eccetera.
Eppure... mah, mi sembra sempre che manchi qualcosa, nelle battute, nel ritmo, nell'umorismo, nei dialoghi (dove invece abbonda fin troppo il neretto!).
Anche lo stesso finale, che continene un messaggio impegnativo quanto vero, viene, secondo me, "sporcato" dalla frase conclusiva: "questa pietra inutile rappresenta ciò che è, ovvero un comunissimo ciottolo." (vado a memoria) che, in pratica, nega paradossalmente la bella riflessione fatta da Topolino poco prima. La pietra è un ciottolo, certo, ma rappresenta ben di più!!