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E comunque la presenza della paladina di tutte le donne è controbilanciata in questa storia da Sirena Seducy, non solo bene contro male ma anche un personaggio femminile che usa come sua arma esplicita quella della seduzione come indica lo stesso nome (avete visto Paperino con gli occhi storti quando incontra "quella fisionomia" che gli è nuova).

Le vedo due facce (buona e cattiva) della stessa medaglia all' intraprendenza femminile in quanto, accanto alla seduzione, Sirena come Paperinika usa il cervello.
Da notare come si legga inequivocabilmente e molto efficacemente l'effetto seduttivo su Paperino senza pericolo di scadere nella volgarità o in esplicite allusioni completamente inadatte al tipo di fumetto.

Sirena ricorda molto da vicino Eva dell'organizzazione criminale 'La Piovra' che in quel periodo compariva spesso nei fumetti Edizioni Metro come antagonista di Braccio di Ferro : bionda con capelli lunghi, decolletè e minigonna, perenne bocchino con sigaretta in bocca ed anch'ella sempre alla guida di filanti spider. Mitra alla mano all'occasione, comandava efficacemente una banda di gangster in trench. Il corpo, pur con ogni cosa al suo posto, lo ricordo però non 'ben' conformato come quello di Sirena. Nelle storie che io ho letto non assumeva nessun atteggiamento seduttivo ma era l'implacabile boss a capo dell'organizzazione.

Da poco uscita su I Grandi Classici di Gennaio, Paperinika e il filo di Arianna tratta della primissima apparizione di Paperinika (alter-ego supereroistico di Paperina) scritta da Martina, disegnata da Cavazzano. Ecco cosa ne penso:

COSA VA
1) E' la storia d'esordio di Paperinika, e già questo dovrebbe essere un punto a favore della storia. E poi finalmente, dopo tanti supereroi maschi, anche una donna si aggiunge a questa lista;

2) Il ruolo della donna: in questa storia vediamo quanto poco vengano considerate le donne a Paperopoli (riflettendosi con il periodo in cui è stata scritta la storia) ma Paperina riesce a fare da paladina, e schierarsi come loro leader per dare una lezione ai maschi. E' Paperina infatti a salvare il suo uomo (e non il contrario), ingannato dalla vista di una bella fanciulla;

COSA NON VA
1) Il titolo: francamente non mi sembra appropriato, in quanto si riferisce ad uno stratagemma che usa Paperinika che avviene solo alla fine della storia. Avrei optato per un La rivincita delle papere oppure La vendetta al femminile;

2) Non capisco perchè Paperone abbia fatto mangiare a Paperino il foglio con i sistemi d'allarme, ma non quello sull'ubicazione del suo patrimonio (cosa ben più importante) che ha semplicemente nascosto nella scrivania;

COMMENTO: Paperinika esordisce, e lo fa in grande stile in una storia di rivincita e vendetta contro il "sesso forte". VOTO: 8

Ottima idea aprire una discussione dedicata (in effetti sembra esserci sullo storico, ma non riesco a raggiungerla. Si può eventualmente riaprire?). Provo a contribuire, appunto, alla discussione, riciclando spudoratamente quanto scritto pochi giorni fa:

Uno degli esempi del Guido Martina più maturo e oliato, sia nell'eloquio, capace di realizzare scarti di registro impagabili (celebre il cambio repentino di toni nella scena della "fisionomia nuova"… "Niente trucchi o ti spedisco"), sia nell'incastro dei caratteri dei personaggi, in cui s'inserisce in maniera del tutto inedita Paperina.
Si può dire che, dopo Taliaferro e Chendi, questo sia l'esordio di Paperina come protagonista dotato di un senso e di un intelligenza, che se in Taliaferro e Chendi volgeva verso la comicità quotidiana qui si ispessisce e si fa ingegno, arguzia e pensiero d'azione. Ed è notevole l'ironia con cui Guido Martina, davvero qui all'apice della felicità sceneggiatoria, alterni il punto di vista maschile, misogino, facile all' "adescamento", orgoglioso e vanitoso (dalle "donne esseri inferiori" alle "manine così gentili"), e per contrappasso qui debole ben oltre i limiti del ridicolo, e il punto di vista femminile, sicuro di sé, deciso, efficiente, alla ricerca di una affermazione e nel piano dell'azione e nel piano dell'intelligenza, che si tratti di Paperinika o dell'ineffabile Sirena Seducy. Da aggiungere poi la (molto più garbata) ironia dell'autore anche verso quelli che sono gli estremi e gli stereotipi del femminismo, fino ad una durezza di carattere che si allinea alla perfezione, paradossalmente, con i codici e i toni dei gangster, cosa che non accade invece con Paperino, cui non viene data nemmeno la possibilità di vestire, per così dire, i panni dell'azione (ovvero quelli del Diabolico Vendicatore); ma il confronto tra i due ci sarà nell'episodio successivo.
E poi i disegni, con un Giorgio Cavazzano superlativo, titolare di una scioltezza, di una espressività e di un dinamismo che rendono davvero giustizia alla sceneggiatura.

Credo sia meglio che Paperinik non si sia palesato in questa storia, sarebbe stata una forzatura (anche se ad un certo punto ero sicurissimo si fosse messo i panni del supereroe mascherato). La mancanza del Diabolico Vendicatore è servita per focalizzare l'attenzione al meglio su Paperinika.

Tra l'altro non capisco come mai Paperino vede una papera con il mantello e crede possa essere subito Paperina, mentre Paperinik (che è molto più riconoscibile di lei) non lo riconosce assolutamente nessuno. 

Il filo d'Arianna non è solo lo stratagemma usato per risolvere il problema ma anche, e soprattutto, un riferimento a un mito classico: Teseo è destinato a perdersi nel labirinto di Creta ma viene salvato dall'intervento femminile di Arianna grazie proprio al famoso filo. Il riferimento nel titolo non è, quindi, all'arma in sè quanto piuttosto alla situazione per cui è l'ingegno di una donna a salvare l'uomo.

Secondariamente: l'identità di Paperinik è garantita dalla scarsa opinione che tutti hanno di Paperino, per cui a nessuno verrebbe in mente una cosa del genere. Mi ricordo in particolare una storia dove a Paperopoli scatta la moda dei gadgets di PK, per cui tutti li collezionano comprandoli dai bassotti travestiti, che li vendono ovviamente falsi. Quando Paperina vede il fidanzato con l'attrezzatura vera di PK si mette a ridere, pensando che anche lui sia caduto nella truffa.

L'elemento di spicco di questa storia è l'esaltazione della figura della donna non in sè stessa, ma in contrapposizione a quella del'uomo. Paperinika vuole mostrare la sua superiorità di donna nel ruolo, guarda caso, fino ad allora esercitato da Paperinik: ciò sarà ancora più evidente nella sua seconda apparizione, in cui ella, anche se afferma il contrario, definisce e postula non una sua superiorità autonoma ed originaria, al di là ed a prescindere da Paperinik, bensì una sua superiorità contro Paperinik, definita e misurata dal ruolo e dal campo d'azione di quest'ultimo. A ben vedere, è il limite del femminismo: esaltare la femminilità non tanto per le sue caratteristiche peculiari, quanto in una visione competitiva, contro gli uomini, portando il confronto sul campo degli uomini e, quindi, comportandosi come gli uomini ed occupando i ruoli propri degli uomini.

L'elemento di spicco di questa storia è l'esaltazione della figura della donna non in sè stessa, ma in contrapposizione a quella del'uomo. Paperinika vuole mostrare la sua superiorità di donna nel ruolo, gurda caso, fino ad allora esercitato da Paperinik: ciò sarà ancora più evidente nella sua seconda apparizione, in cui ella, anche se afferma il contrario, definisce e postula non una sua superiorità autonoma ed originaria, al di là ed a prescindere da Paperinik, bensì una sua superiorità contro Paperinik, definita e misurata dal ruolo e dal campo d'azione di quest'ultimo.

Ma proprio il contrario, scusa se mi permetto. L'intervento di Paperinika deve essere in contrapposizione all'uomo. Tutta la prima storia si basa sull'esaltazione del virile a scapito del femminile che viene considerato "debole" proprio perchè non è capace di affrontare in maniera efficace problemi da uomini. Paperinika interviene in campo maschile, sì, ma lo fa con un approccio differente. Dunque, interviene in un campo fino ad allora esclusivamente maschile (quello di salvataggio della vittima) ma lo fa con metodi del tutto particolari e "femminili" che rivendica di continuo: critica Paperino per le sue idee e gli fa vedere modi alternativi di risolvere le situazioni. Paperinika dunque, entra in un campo fino ad allora sconosciuto e lo caratterizza in maniera nuova, per nulla vicino alle dinamiche maschili. 
Poi, la superiorità deve essere in rapporto a qualcosa. Non può esistere una superiorità "di per sè stessa". Il confronto deve essere sullo stesso campo tra duo o più soggetti e uno ne esce sconfitto. 

A ben vedere, è il limite del femminismo: esaltare la femminilità non tanto per le sue caratteristiche peculiari, quanto in una visione competitiva, contro gli uomini, portando il confronto sul campo degli uomini e, quindi, comportandosi come gli uomini ed occupando i ruoli propri degli uomini.

Questo è uno dei femminismi e, tra l'altro, quello ormai meno considerato. Già a inizio '900 le emancipazioniste all'italiana consideravano il valore della donna nella maternità, la de Beauvoir parla di teoria della differenze, per cui uomini e donne sono differenti ma di pari valore, la Wittig di una superiorità femminile perchè le caratteristiche sono diverse e ci sono centinaia di altre posizioni. In realtà, le "ugualiste" come sono state chiamate, sono sempre state una minoranza all'interno del movimento di emancipazione femminile e oggi contano meno di zero.

Ma proprio il contrario, scusa se mi permetto. L'intervento di Paperinika deve essere in contrapposizione all'uomo. Tutta la prima storia si basa sull'esaltazione del virile a scapito del femminile che viene considerato "debole" proprio perchè non è capace di affrontare in maniera efficace problemi da uomini. Paperinika interviene in campo maschile, sì, ma lo fa con un approccio differente. Dunque, interviene in un campo fino ad allora esclusivamente maschile (quello di salvataggio della vittima) ma lo fa con metodi del tutto particolari e "femminili" che rivendica di continuo: critica Paperino per le sue idee e gli fa vedere modi alternativi di risolvere le situazioni. Paperinika dunque, entra in un campo fino ad allora sconosciuto e lo caratterizza in maniera nuova, per nulla vicino alle dinamiche maschili. 

E' una chiave di lettura e la rispetto, ma personalmente, non mi convince.

Poi, la superiorità deve essere in rapporto a qualcosa. Non può esistere una superiorità "di per sè stessa". Il confronto deve essere sullo stesso campo tra duo o più soggetti e uno ne esce sconfitto.

Giusto, ma in tutte e due le storie degli esordi è proprio Paperinika, insieme a Genialina Edy Son, che parte dal presupposto di dover dimostrare la superiorità, nello stesso campo, non solo e non tanto di due soggetti determinati, quanto, attraverso di essi, dell'intero genere femminile su quello maschile.

Questo è uno dei femminismi e, tra l'altro, quello ormai meno considerato.

Infatti. Ma è uno di quegli estremi, di quegli stereotipi (forse il più "rumoroso") del femminismo, come già ha evidenziato prima Dominatore delle Nuvole, su cui Martina ha scelto di soffermarsi e su cui ha calato la sua colta ironia.

Esisteva gia' un topic sulla storia, bellissima e importante. Peccato non poter integrarlo a questo. Ecco comunque che ne pens...avo in proposito.

 [Inciso: si tratta di uno degli arricchimenti (gli altri sono la serie di francobolli omaggio e la saga del totem decapitato) che zio Paperone annuncia su Topolino 906 in contropartita dell’aumento del prezzo da 150 a 200 lire, vedere il topic ‘Zio Paperone e il focoso figlio del sole’ ]

L’emancipazione femminile è un fenomeno che in quel periodo coinvolge fortemente l’essere della donna nella sua interezza, così ad esempio, in campo editoriale, nel 1973 esordiscono sia Paperinika che la rivista Playgirl : dal supereroe dei fumetti alla fotografia erotica la donna vuole giustamente gli stessi diritti dell’uomo. E le lotte femministe sono comunque sempre attuali perché a quarant’anni di distanza non c’e’ da pensare che la parità tra i sessi sia stata effettivamente raggiunta, come ci ricordano di continuo, tra l’altro, le numerose donne straniere a capo coperto sulle nostre strade, la recrudescente violenza maschile sull’altro sesso in cronaca nera e gli inaccettabili attacchi paternalistici e bigotti alla legge sull’aborto. 

Dal canto suo questa storia di Paperinika sa dare il giusto contributo alla causa : ai due maschi chiusi nella loro fallace illusione di superiorità (Paperino e Paperone) fanno da controparte tre femmine risolute e determinate. Tre facce della femminilità moderna caratterizzate sinteticamente ma in modo molto acuto:
-      Genialina Edy Son : E’ l’ideologa. Femminista convinta, scienziata, imprenditrice di successo, propone a Paperina l’idea di Paperinika non potendo impersonarla lei stessa per motivi di età. Si  presenta però giovanile e molto moderna nell’abito, nell’acconciatura e negli ambienti in cui vive. 
-      Sirena Seducy : la malfattrice ha conturbanti fattezze quasi del tutto antropomorfe inguainate in una calzamaglia a rete sotto un miniabito. Ha due complici uomini che, grazie alla sua superiore intelligenza, ne seguono totalmente le decisioni. Vale la pena notare in particolare che, mentre uno dei due è un ignorante bestione, l’altro è intelligente e confronta le sue idee con quelle di Sirena, che alla fine appaiono sempre migliori e quindi vengono attuate. Questo confronto alla pari da cui esce vincente una donna è rilevante ai fini dell’emancipazione.
-      Paperinika : in questo contesto d’esordio fa proprie le istanze di Genialina spinta dalla volontà di dimostrare il suo valore anche se qui, comunque,  non ha modo di interagire con Paperinik. Potrebbe valere la pena confrontare i successivi faccia a faccia tra i due supereroi paperi con quelli tra Batman e Batgirl : per questi ultimi si era avuto il miglior risultato laddove, oltre l’ovvia rivalità, contribuivano congiuntamente a portare a termine l’impresa.
Molto riuscito l’utilizzo del mitologico filo di Arianna in una chiave nuova escogitato da Paperinika, perché riallaccia la moderna intraprendenza femminile ad una circostanza antica in cui, similmente, una donna aveva salvato un uomo dalle fauci del Minotauro. Come due donne che sopra l’arco di millenni si passano un testimone : da Arianna  a Paperinika, dal …gomitolo alla collana.

Quindi si tratta di una storia importantissima sotto questo punto di vista, che unito agli eccellenti e dinamici disegni (mi sfagiola Sirena nella svettante spider super sleek  ma attenzione… anche Paperino c’e’ cascato), ad una trama ricca di idee, avvincente ed appassionante, ne fa un vero gioiello.


Come ho notato ieri in ‘Zio Paperone e lo scompenso della terra’ a proposito dell’ecologia, ciò che più mi piace è come il messaggio moderno e serio di parità dei sessi pervenga quasi prodigiosamente  in un magico fluire di divertimento ed azione di personaggi che amiamo.

Davanti a questi risultati ancora attuali ed entusiasmanti, che toccano sempre nel vivo la società e le nostre emozioni, le storie di Barks – che pure era stato primo maestro e fondatore - mi appaiono davvero di un'altra era, disegni compresi.

[inciso finale: a me Paperina non appare qui per nulla antipatica]

E' una chiave di lettura e la rispetto, ma personalmente, non mi convince.

Non per avere ragione ad ogni costo, ma se rileggi la storia vedrai che ogni azione di Paperinika è sottolineata -da lei stessa, tra l'altro- come diversa da quella che avrebbe fatto un uomo, se togli questo tutto il suo agire e il suo parlare non hanno senso.

@ Generale Westcock e @ AzureBlue, per me avete entrambi ragione, e non scorgo una particolare antitesi nelle vostre rispettive posizioni.
Il vostro discorso sulla contrapposizione come elemento necessario alla tesi della superiorità femminile mi sembra condivisibile, ed è il cuore di tutta la vicenda: la superiorità necessità ontologicamente di un termine di paragone, qui il cd. "sesso forte", rispetto al quale esplicarsi; dunque è rispetto agli uomini che Pka vuole emergere, ma la contempo non può sfuggire ad un diverso modo di operare, pur nel medesimo campo d'azione. E' ovvio che Pka rivendichi la sua diversità, non potrebbe essere altrimenti, ma questa diversità si riverbera inevitabilmente in quell'ambito fino a quel momento riservato all'altro sesso.

Insomma, il suo pensiero ritengo si possa parafrasare in questi termini: <<Sono in grado di fare, a modo mio e meglio di voi, quel che avete fino ad oggi fatto (solo) voi ed a modo vostro!>>

Da parte mia, ringrazio Gancio per aver così chiaramente ed "autenticamente" interpretato le intenzioni ed il senso dei miei post di sopra. Aggiungo una piccola sottolineatura alla riflessione di Gancio sulla diversità rivendicata da Paperinika, che si riverbera nell'ambito fino a quel momento riservato all'altro sesso e quindi, in definitiva, a Paperinik. Paperinika non solo opera nello stesso ambito di Paperinik ma, seppur con approccio e peculiarità femminili, adopera anche strumenti analoghi a quelli di Paperinik: in fondo le compresse sbarazzine, gli stivaletti con rullo a scivolo, la cipria paralizzante, etc. non somigliano alle caramelle car-can, agli stivaletti a molla ed a qualsiasi altro aggeggio dell'armamentario di Paperinik?

seppur con approccio e peculiarità femminili, adopera anche strumenti analoghi a quelli di Paperinik: in fondo le compresse sbarazzine, gli stivaletti con rullo a scivolo, la cipria paralizzante, etc. non somigliano alle caramelle car-can, agli stivaletti a molla ed a qualsiasi altro aggeggio dell'armamentario di Paperinik?

Certo che gli assomigliano, non c'è dubbio; hanno un quid di indubbia femminilità, ma nella sostanza cambia molto poco.

Ricordo la battuta di Pka, subito dopo aver liberato Paperino: <<Paperinika non uccide! Paperinika paralizza!>>
Tutto molto bello e femminista, ma le si sarebbe potuto tranquillamente rispondere: <<Ma perchè, Paperinik ha forse mai ucciso?>>

Molto riuscito l’utilizzo del mitologico filo di Arianna in una chiave nuova escogitato da Paperinika, perché riallaccia la moderna intraprendenza femminile ad una circostanza antica in cui, similmente, una donna aveva salvato un uomo dalle fauci del Minotauro. Come due donne che sopra l’arco di millenni si passano un testimone : da Arianna  a Paperinika, dal …gomitolo alla collana.
[inciso finale: a me Paperina non appare qui per nulla antipatica]

Mi sembra che questa acuta pronunciazione metta un punto fermo alla questione riguardante il titolo della storia che effettivamente piu azzeccato di così mi sembra non possa essere!
Di più cosa dire, Generale Westcock e Gancio hanno aggiunto altri importanti tasselli al quadro rappresentativo del clima splendidamente infuocato (almeno per quel che riguarda le battaglie civili si può esser tutti d'accordo) di quegli anni.
Mi ha colpito, o meglio pur ricordando bene questo tipo di espediente, mi ha illuminato la giusta riflessione di Gancio sull'uso comune ad entrambi i nostri supereroi di strumenti in stile 007, fra cui soprattutto quelli paralizzanti quali cipria, pistole a raggi etc; ebbene mi sembrano, fra le altre cose, incarnare il simbolo del movimento creativo, a volte anche ingenuo ma di sicuro sempre propositivo, presente in quegli anni. Le prospettive di cambiamento erano larghe e largamente condivise e ad incarnarle, adesso anche nel mondo papero/disneyano, erano prepotentemente entrati due nuovi protagonisti a poca distanza l'uno dall'altra.
Uomo e donna, papero e papera accomunati dall'unica volontà di  provare a creare un mondo più vicino a criteri di apertura, uguaglianza e pari opportunità.