Femminismo, maschilismo … è possibile affrontare questi temi in termini approfonditi e contemporaneamente rivestirli di ironia nel pieno graffiante stile papero ? Sembrerebbe impossibile, invece no, basta essere nel 1976 :
https://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1069-B&search=connubioLo schema, tanto amato ed irrinunciabile, è consueto : Brigitta, respinta da Paperone, si vendica rovinandolo finanziariamente. Lo svolgimento nello schema è però sempre sorprendentemente nuovo e fantastico, con un ottimo e impensato effetto sorpresa finale. Il mio commento non può ovviamente prescindere dal discuterlo e pertanto invito chi volesse godere appieno della storia a leggere previamente questa, possibilmente nella versione originale per le ragioni che poi vedremo.
Il primo ingrediente è l’utilizzo dei personaggi calati nella loro identità più autentica: Brigitta, che continua ad offrire il suo amore a Paperone ma che, respinta, non esita a punirlo duramente. Paperino, che non può aiutare lo zio perché Paperina uscirebbe in pianta stabile con Gastone. Zio Paperone, che è fiero della sua frugalità.
Il secondo ingrediente, il linguaggio che pur nella piana comprensibilità confacente al fumetto è suadente, ricco di suggestioni. Zio Paperone segue di nascosto una riunione notturna di un comitato femminile capeggiato da Brigitta ‘Ehi ! Ma sono tutte papere e altre ‘egregie’ starnazzanti ! Uhm … Brigitta ci cova e tira il gruppo !’ (…) ‘Ho sentito quanto basta e anche più’ – Sciocche loro e sciocco io a interrompere il sonno ! – Non è davvero il caso di allarmarsi per le smanie di quattro donnette ! Eh Eh !’
E’ evidente a questo punto un altro ingrediente fondamentale che da’ a questa storia un nerbo forte e tosto, sconosciuto sia a quelle di una decina d’anni prima sia a quelle dei successivi anni ottanta. Si tratta delle tematiche sociali, vivissime ed attuali in quel periodo, in questo caso il femminismo che di fatto è la tematica portante dell’intera storia. Vale la pena parlarne in primo luogo perché si tratta di problemi della società sempre importanti, in secondo luogo per riscattare almeno in parte la sciagurata ventata edulcorante che nel volgere di neppure dieci anni ha censurato i dialoghi più belli di storie come questa – peraltro sempre misurati e mai eccessivi per il tipo di pubblicazione. E’ chiaro con ciò che negli anni seguenti questo ingrediente non è stato considerato nella sua importanza. Leggendo già la ristampa sul Classico n. 104 del 1985 osserviamo la sostituzione di ogni dialogo che potesse avere una sia pur solo supposta connotazione politico-sociale, rovinando quindi la bellezza della storia nel suo principale motivo di interesse – nel suo più straordinario punto di forza e coinvolgimento : la tematica femminista applicata alla vendetta di Brigitta. Così viva e battagliera in quegli anni, essa interagisce per ragion naturale con il carattere di Brigitta – come in molte altre storie, tutte stupende – in un magico, fantastico e fruttuoso interscambio reciproco. La causa femminista arricchisce il carattere di Brigitta e nel contempo esso stesso trova nella causa un azzeccato modo di esprimersi ed esaltarsi. Dunque eccola promotrice del P.U.G.N.O. (Partito Unitario Giovani Nubili Oltranziste), che già dal nome evoca una forza politica del comitato, il quale si riunisce, com’ era tipico (ed è anche ora ? o dovrebbe essere ? anche qui si potrebbe scrivere a fiumi), in nome di tutte le donne. In particolare in questo caso si vogliono difendere i diritti delle nubili a sposare i riottosi compagni maschi. Le donne vogliono riscattarsi da millenni di subordinazione al maschio dominante, quindi l’utilizzo della forza viene orgogliosamente sbandierato in quanto giusta contropartita allo strapotere maschile, ingiusto, ottuso e di certo non meno violento. Nelle parole della sigla stessa del comitato si sintetizza tutta la pregnanza del suo significato : Partito (quindi forza politica) Unitario (perché rappresenta la generalità delle donne e perché la forza politica viene dall’ unità) Giovani (perché idealmente rivolto al futuro nei suoi obiettivi di svecchiamento) Nubili (un partito femminile, specialmente dedicato a questa categoria; nonché un motivo di ironia della storia) Oltranziste (la posizione politica è estremista perché vuole combattere l’arroganza maschile, parimenti estremista). Pertanto quale soggetto migliore da colpire del magnate scapolo Paperone ? La segretaria Chiquita segnala alla presidentessa Brigitta proprio il suo nome quale obiettivo idealmente significativo.
Con l’aiuto e la solidarietà di tutte le donne, esattamente come negli intenti del movimento reale, Paperone è annichilito prima dalla forza lavoro e dalla clientela femminile che lo abbandona, poi anche da quella maschile che ne segue la volontà. Si noti la portata delle tematiche affrontate da una storia come questa : con questo passo successivo e decisivo ecco il realizzarsi di un’utopia femminista. Il maschio che arriva a condividere e partecipa alla lotta insieme alla donna. Brigitta è a questo punto così permeata di questi ideali - la cui portata trascende la sua stessa persona - che culmina il suo piano di vendetta respingendo l’offerta di matrimonio di Paperone. Così realizza infatti il fine ultimo della sua lotta politica, averlo reso, ora che è in miseria, il simbolo, lo spauracchio, per tutti gli scapoli recalcitranti del futuro ! Un simbolo di ciò che possono fare le donne unite.
Sembra di leggere una storia seria e … neppure troppo allegra ! Infatti Insieme alle maestranze maschili, anche i nipoti abbandonano zio Paperone, sia pure comprensibilmente motivati. In tal modo, partendo da una situazione verosimile ed intrigante si giunge ad una situazione esagerata che palesa l’ironia di cui ogni storia dei paperi è ampiamente imbevuta, mentre fin dall’inizio il divertimento ha accompagnato il PUGNO e gli eccessi a cui è giunto. Nella tragicommedia, le sue partecipanti sono dure, determinate, guardiamole in faccia, appaiono proprio come le femministe incavolate di quegli anni irripetibili, il mondo reale rivive drammatizzato – ma vero, sagace – in ogni vignetta.
Zio Paperone vuole suicidarsi (notiamo anche qui con che delicatezza e ironia si affronta il tema – quella giusta misura di cui si parlava – egli parla di un estremo tuffo nel deposito ormai vuoto) ed è salvato in extremis dai nipoti. Lo mettono a letto e al suo risveglio ecco tutto rivelarsi solamente un sogno, e con il successivo duetto riappacificante finale con Brigitta lo schema ci riporta allo status quo base di ogni vicenda. La violenza, le lotte ci sono state, hanno costituito la vera forza della trama ma così dolcemente ritorniamo alla confortante e piacevole sicurezza dell’armonia tra i personaggi.
Lo svolgimento narrativo magnificamente illustrato da Bordini è avvincente e ci prende e coinvolge nella psicologia dei personaggi, come un altro ingrediente immancabile. Vediamo i sapienti passaggi da sogno a realtà e viceversa, l’inseguimento notturno di soppiatto delle papere, con arrampicamento di canale di gronda da parte di Paperone e come si rende, in un crescendo armonioso come di musicale sinfonia, l’azione del PUGNO su Paperone : dall’omelette bruciata del maggiordomo perché la cuoca se n’e’ andata – che genera ilarità nello zione – per gradi giungiamo alla disfatta totale.
Decisivo quindi per la riuscita della storia l’inscindibile mix :
1) Caratteri paperi autentici.
2) Un discorso sociale mutuato dalla realtà, imbevuto di ironia, ma con serietà di argomenti, graffiante e deciso.
3) Lo spirito di un divertimento immanente in tutte le vignette.
4) Disegni di ambienti e personaggi che in questi anni hanno ormai ben raggiunto l’apoteosi per armonia, proporzioni, eleganza ed espressività.
Rivalutiamo quindi questa capacità di cogliere dalla realtà gli accenti anche forti, che dosati col dovuto equilibrio hanno reso storie come questa memorabili. Ed anche se scontato e … troppo poco dirlo !, un grazie a Massimo Marconi che ha colto il segno, ha saputo divertire ed emozionare con questa storia indimenticabile.