Stavo giusto per pubblicare il mio parere sulla storia e mi ritrovo la linea diretta con l'autore. Leggere Sisti su queste pagine potrebbe emozionarmi, è come se il bimbo che fu si ritrovasse il cantastorie lontano dei tempi che furono.
Vorrei innanzitutto fare un plauso per aver provato a ritracciare lo spirito di PKNA, che a dispetto dei vent'anni sul groppone è ancora fraschissimo: personaggi, atmosfera, tempi narrativi, dialoghi. La trama suppongo sia quella di un episodio di transizione. Vero è che il tema space-travel meritava una ripresa con una cornice più ampia, rispetto a quel "Potere e Potenza" ove è solo sullo sfondo. Tornando ai dialoghi, che qui ho apprezzato tanto, ho notato che Artibani (che è, a parimerito con Alessandro, il mio sceneggiatore preferito e uno che considero un maestro dei dialoghi; le brillanti autoconclusive con Trip) ha effettivamente adottato, o si è trovato ad adottare, un registro particolare che è sicuramente un'ottima scelta per la natura dell'operazione PKNE, ma che personalmente mi ha fatto storcere a tratti il naso. Preciso: è un problema mio? Credo di sì, perché la scelta e l'implementazione
di per sé sono state entrambe ad hoc. Si ha contemporaneamente: A, dato una nuova identità al "brand" PKNE; B, attratto nuovi lettori con un tono diverso dalle storie di Topolino; C, i dialoghi (e le gag e le battute) sono comunque accessibili. Però, non so, a tratti - parlo da lettore che è cresciuto masticando costantemente la prima serie - ho sempre trovato il tutto un po' un abbassamento di tiro. Il che è di certo un paradosso, perché non c'è una storia in PKNA che abbia un'atmosfera tesa come P&P, nemmeno la distopicissima "Niente di Personale" o la meravigliosa "Il Giorno che Verrà", un paio delle mie preferite
in assoluto. Diciamo che al tono più "ruvido" (come detto, più ruvido rispetto a storie permeate da una comunque simile carica drammatica) di PKNE #1 e #3 ho avuto l'impressione che si andasse troppo spesso per la frase fatta o per il non-sottile, tanto per non destabilizzare il lettore medio del Topo. Pur apprezzando tanto la storia e trovando l'iter
molto intelligente, dovrei insomma parlare di una piccola dissonanza tra l'atmosfera generale e il corpo del dialogo per il lettore attempato? Spero che non me ne voglia Francesco, per il quale nutro tanta stima e ammirazione da fan di storie che mi hanno davvero emozionato da piccoletto, pure perché supporrei che dopo quindici anni possa essere solo migliorato. E già ai tempi di PKNA gli standard erano alti per una produzione Disney Italia. Insomma, tutto questo preambolo di dimensioni gargantuesche giusto per ribadire che ritrovare i più scanzonati (e ammiccanti) botta e risposta sistiani in #2 e #4 m'ha fatto senti' come si sentirebbe Linus dopo aver posato lo sguardo sulla coperta in precedenza smarrita. Ché poi, alla fin fine, mi sto concentrando sui dialoghi giusto perché i soggetti mi sono piaciuti tutti.
Trovo inoltre ottima la direzione narrativa delle storie finora, penso che l'essersi liberati dopo qualche decennio da scadenze mensili abbia giovato. Come si può constatare qui, poi, tanti lettori vedono tante potenzialità lasciate tra le pieghe più oscure della serie classica (gente che caldeggia il ritorno di Gorthan-Mekkano! Cribbio, sarà comparso in... tre vignette? Stupendo, e sì, mi associo). Credo sia un momento d'oro per scrivere e inchiostrare dei classici... già che ci siamo, sperando vivamente che le direttive aziendali non soffochino l'estro artistico! E terrei seriamente in considerazione un crossover Corona (+ Moldrock) vs. Evroniani come fine di una ipotetica "Fase 1" (riprendo un termine dal fortunato universo cinematico Marvel) della PKNE. È sempre mancato un momento di confronto PKNA + PK2 e PKNE, dopotutto, vorrebbe essere la sintesi degli aspetti migliori di entrambe.
Infine, la vena giornalistica mi costringe a ricercare soddisfazione per una curiosità: c'è in redazione qualche giovane virgulto disposto a cimentarsi, prima o poi, in una storia di PKNE?
P.S. Barbucci (Alessandro) e Enna (Bruno)? Che fine hanno fatto? Li rivedremo? Un saluto e un grazie alla redazione per tutti questi anni di storie.