Una delle storie che più ricordo della mia adolescenza non pensavo fosse stata scritta da un autore semisconosciuto: vedendo le sue altre venti storie noto che ha avuto una certa predilezione per Nocciola, utilizzata altre sei volte, sia con Pippo (il suo personaggio preferito) che con la stessa Amelia (nella Bottega degli Incantesimi ci sono entrambi).
Per curiosità ho letto per la prima volta un'altra sua storia con lo stesso tema, 'ZP e il primo decino smarrito' (che apre il Topo 1085, disegnata da Cavazzano) e anche quella non è male: magari aprirò un topic apposito.
Della Primavera in bottiglia ricordavo i racchettoni per la neve ai piedi di Paperone (con tanto di colbacco), lo scontro 'generazionale' con Nocciola chiamata 'paleostrega' (nell'occasione Amelia guida un moderno aspirapolvere), i botti finali delle bottiglie esplose con Amelia che dice sconsolata che sarebbe potuta andare a Piedigrotta per sentirli. Oltre al contrasto fra il bianco ghiaccio di un inverno prolungato e i colori vivissimi di una primavera imprigionata e, proprio per questo, ancora più esplosiva una volta liberata.
Sicuramente anche le matite di Romano Scarpa hanno contribuito a rendere questa storia indimenticabile: il Maestro di Venezia ha illustrato un altro soggetto di Mandelli che, nella sua sporadica carriera disneyana durata un decennio, ha avuto l'onore di avere altri illustri disegnatori per le sue poche storie: Cavazzano, Chierchini, Gatto, Asteriti, Rota, De Vita sr, Perego... (gli ultimi due non proprio fra i miei preferiti ma ugualmente importanti e storici nel fumetto italiano), anche perché all'epoca i disegnatori erano comunque pochi (rispetto ad oggi) ma... ottimi!