Su una storia come questa ci sono talmente tante cose da dire che penso sia il caso di non intasare il topic del Topo in questione e aprirne uno apposito.
Considerazioni generali: la storia è appassionante e ben congeniata. Ci sono una miriade di riferimenti a leggende e alla storia eppure non è assolutamente pesante. Atlantide sembra essere il centro di molti misteri dato che di volta in volta Casty ne affronta solo uno mettendo abilmente da parte il materiale in sovrappiù per future storie.
In molti - sottoscritto compreso - pensavano che questa storia avrebbe concluso il ciclo di Atlantide ma si comprende già dalla prima parte che non sarà così: anzi, con la prima parte sembra che Casty ci rivelerà questa volta molto poco su Atlantide e che la sua ricerca sia un mero pretesto per raccontare qualcos'altro (la città di Demopolis), ma con la seconda spiazza il lettore, arrivando finalmente a narrare come Atlantide è andata distrutta. E a sorpresa la fine di Atlantide non è come avevamo immaginato in tanti dovuta
[spoiler]all'avidità e alla cupidigia di una parte degli Atlantidei o dell'intera civiltà di Atlantide lasciatesi corrompere dal vizio. E' stata la stessa natura, che tante volte Casty ha giustamente difeso ma che può anche diventare assassina, ad aver posto fine ad Atlantide.
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Anche se Atlantide non è stata ancora ritrovata, geniale idea di Casty, in controtendenza con tutti gli altri che hanno ideato storie sul suo mito, immaginarla non
in mare ma sulla terraferma, cosa nient'affatto improbabile dato che è possibile che zone oggi occupate dalle terre emerse una volta fossero mare aperto.
Il cattivo Monk è in parte simile a quello delle miniere di Fantametallo ma allo stesso tempo originale. Monk sembra un idiota totale ma in parte lo è per davvero. E' come se in lui convivessero due personalità, come se avesse una sorta di schizofrenia. Dopo essersi rivelato ai nostri per il villain che è, continua a comportarsi come uno svitato finché non toglie gli occhiali, tirando fuori cattiveria e meschinità.
E ora andiamo nel dettaglio.
Le Lepri Viola si stanno dimostrando sempre più un'organizzazione diffusa e ben organizzata (scusate il gioco di parole). Se alla prima apparizione sembravano semplici esaltati, con questa storia si dimostrano pericolosissimi proprio perché le loro azioni sono ragionate, programmate e studiate nel minimo dettaglio e non figlie di un folle come sembravano nel Colosso di Rodi. Credo a nessuno sfugga il parallelo con la massoneria e con le organizzazioni segrete in se che, proprio perché segrete, tendono a destare nella gente sospetto.
E' risaputo che molti sostengono che lo scopo della massoneria è quello di concentrare il potere nelle mani di pochi al fine di governare il mondo e indirizzarlo nella direzione desiderata. E non è un caso che il villain sia un boss della comunicazione. Il mondo oggi non si conquista più con cannoni ed eserciti, ma con giornali e televisioni e questo messaggio - che se ci è pensate è piuttosto inquietante - Casty riesce a farlo passare alla perfezione nella confessione finale del cattivo.
Magistrale il riferimento al livello dei programmi televisivi di Monk e non si può non pensare a quanto oggi nella nostra televisione su quasi ogni rete il livello sia quello.
Da notare la minaccia di una bella lavata di capo del sovramaestro che alla prima lettura appare una "censura" redazionale e che dopo la lettura della seconda parte assume il suo reale significato. Un caso? Conoscendo quel "birbante" di Casty credo ci abbia volutamente fatto pensare alla censura, una sorta di scherzetto al lettore più avvezzo.
E del resto, Casty questa volta come molte altre dimostra di riuscire a trattare temi per altri proibitivi. Le sette segrete sono in sé una delle cose più inquietanti a cui si possa pensare e lui le rende l'antagonista di un intero ciclo di avventure.
Casty questa volta rompe magistralmente un altro tabù, ossia quello religioso, facendo riferimento più volta al diluvio universale a alla sua iconografia. Certo, lo fa senza nominare mai la Bibbia, ma che il riferimento sia anche alla tradizione giudaico-cristiana è lampante.
Non mancano vignette volutamente ambigue e inquietanti come la comparsa dei bambini nella foresta e l'arrivo della presunta Antinea circondata anch'essa dai bambini. Se Casty anziché scrivere fumetti Disney avesse fatto lo scrittore di libri dell'orrore penso che avrebbe avuto ugual successo (e più fama e riconoscimenti, considerato come spesso è mal giudicato il mondo del fumetto, specie quello Disney).
Ultimo dettaglio tutt'altro che insignificante: Casty è all'apparenza giocoso e bambinesco ma a volte le sue storie nascondo un certo disincanto di fondo. Anche se i loro piani non vanno in porto, le Lepri Viola continuano ad essere impunite e se proprio subiscono una punizione è ad opera dell'organizzazione stessa. Una certa sfiducia di fondo insomma nelle istituzioni e nella giustizia ufficiale, sempre pronta a condannare delinquenti tutto sommato deboli come Gambadilegno ma incapaci di fare giustizia con i pesci grossi. Alla fin fine, a Monk riesce di manipolare la realtà e grazie ai suoi potenti mezzi di far passare i giusti Topolino, Pippo e Eurasia per poveri stolti.
Ultimissima nota per il finale: mi aspettavo un finale aperto con il sovramaestro che giura vendetta, ma quando ho letto l'ultimo ballon non ho potuto fare a meno di commentare "Che -censura-!" Ci gode proprio nel lasciarci consumare dall'attesa