Buonasera a tutti, mi scuso anticipatamente per la lunghezza di questo post, ma una storia come questa merita un'analisi approfondita e qualche commento e ricordo personale.
Era il gennaio del 2018, avevo dieci anni e, approciatomi tardivamente al fumetto Disney, stavo cominciando a conoscere i nomi dei vari fumettisti. Uno dei miei preferiti era Romano Scarpa, di cui avevo già letto la Collana Chirikawa e le Sorgenti mongole: immaginate quindi la mia gioia quando, all'interno del numero dei Grandi Classici di quel mese, trovai Topolino e l'unghia di Kali', un classico del Maestro veneziano che mi mancava! Mi immersi subito nella lettura, e rimasi folgorato dalla bellezza di quella storia, affascinante, intrigante e misteriosa come poche altre. Una vera manna per un ragazzino che stava già sviluppando una predilezione per il genere mistero, e che in seguito sarebbe divenuto un appassionato lettore dei polizieschi di Agatha Christie. Procediamo quindi all'analisi dell'Unghia di Kali' istituendo un paragone tra il capolavoro scarpiano e le opere della regina del giallo.
Riguardo alla figura del detective, notiamo che Topolino e il belga Hercule Poirot presentano alcune analogie: innanzitutto, essi fanno affidamento al metodo logico-deduttivo per risolvere i casi, sovente disdegnando le prove materiali "alla Sherlock Holmes", anche se Mickey è meno profondo conoscitore della psicologia e della natura umana rispetto al detective privato e all'arzilla Miss Marple. Sono però più numerose le differenze tra i due imbattibili investigatori, l'uno dei fumetti e l'altro dei romanzi: infatti, come egli stesso afferma in Tragedia in tre atti, Poirot dipana l'intricata matassa del crimine restando comodamente seduto, e affidando l'opera deduttiva alle sue "celluline grigie", mentre Topolino non esita a gettarsi nell'azione e ad ingaggiare avvincenti lotte con gli avversari, con sequenze che spesso sconfinano nel thriller e nel noir. Differenza sostanziale è inoltre la concezione stessa della loro vocazione di detective: se il belga è un investigatore privato a pieno titolo, il Grande Topo è invece un comune cittadino, dotato di ottime capacità deduttive, che spesso collabora con la giustizia, rigorosamente senza ricevere retribuzione.
Riguardo all' intreccio, si possono condurre numerose osservazioni. Innanzitutto, la trama dell'Unghia di Kali' risponde ai dettami del giallo classico a enigma, corrispondente alle opere della Christie, caratterizzate dalla disvelazione finale del colpevole. Inoltre, scendendo più nei dettagli, si nota il medesimo fascino per l'esotico, che nella storia scarpiana è concretizzata nella figura di Kali', mutuata dalla religione induista, e che è presente anche in opere celeberrime quali Poirot sul Nilo, Poirot e la salma, La domatrice, ma le apparizioni di Kali', che si ripetono ininterrottamente per due settimane, svolgono la medesima funzione perturbante e inquietante che nei gialli appartiene a cruente filastrocche per bambini, tratte dall'infanzia dell'autrice, quali Tre topolini ciechi e Dieci piccoli indiani. Il "bah"graffito sulle pareti ha la medesima funzione di elemento sviante e distruttore che hanno gli orologi in Sfida a Poirot e le lettere ricattatorie nella già citata Tragedia in tre atti. E veniamo ora alla figura del colpevole.
Come da migliore tradizione gialla, esso è la figura meno sospettata, come esposto dalla Christie in romanzi quali Pericolo senza nome e Assassinio allo specchio. Anche Scarpa assegna il ruolo del colpevole a Rick Purcell, colui che in apparenza aveva subito il furto. Egli si rivela invece una pericolosa spia che aveva trafugato piani segreti, parallelamente alle opere Caffè nero e Il segreto di Chimneys in cui la Christie aveva trattato lo stesso tema.
. Va detto che Scarpa non si ispira solo al giallo classico, ma attinge a piene mani anche dal cinema, soprattutto di Hitchcock, e ovviamente dalle strisce del Mickey di Gottfredson. Comunque, le suggestioni provenienti da mezzo secolo di letteratura mistero, di cinema e di fumetto confluiscono mirabilmente in un'unica storia, un immenso ed eterno capolavoro. Grazie, Romano, per questa e per molte altre storie, troppe per elencarle tutte, che hanno alimentato la mia fantasia di bambino e continuano a farmi sognare ancora adesso.
Mi scuso ancora per la lunghezza del post e ringrazio coloro che avranno la pazienza di leggerlo.