E' come se tu avessi un amico che sai essere "non del tutto normale" e ogni volta che dice qualcosa gli intimassi di stare zitto e non dire sciocchezze!
Sì, d'accordo ma questa risposta va bene per la realtà.
Nel discorso invece del rapporto Topolino /Pippo, sarebbe invece importante analizzare la questione in maniera storica e filologica, tenendo comunque sempre presente che a far agire sia fisicamente che verbalmente i personaggi di un fumetto, sono delle persone reali che, rispetto a quei personaggi, hanno delle loro convinzioni e simpatie.
Il rapporto Topolino e Pippo nelle strisce giornaliere e tavole domenicali - e dunque nelle sue origini e nel suo primo sviluppo - era molto spesso basato sul fatto che Pippo diceva la sua battuta e Topolino per reazione cadeva a terra - come se svenisse - e questo avveniva alla fine della striscia perché era nella loro logica finire con una battuta comica. In seguito però, quando le strisce divennero auto-conclusive, spesso si poteva assistere a Topolino che correva dietro con una scopa a Pippo, e qui siamo però, già alla fine degli anni 60 inizi 70.
Ma veniamo a Guido Martina.
Come si sa, al professore Topolino non stava molto simpatico e questo a dispetto del fatto che fu lui a scrivere le prime storie italiane che lo riguardavano ... e senza alcun dubbio, questo sicuramente ha influito sul modo di gestire i due amici.
Diciamo che spesso è una costante nelle loro storie di Martina avere da una parte Pippo che dice sciocchezze a raffica e Topolino che reagisce più o meno in maniera scocciata, salvo poi, rendersi conto che proprio da quelle battute, riesce a risolvere l'enigma di turno: il famoso sesto senso di Pippo in questa storia così esplicitato.
Questa cosa sarà ripresa anche da altri autori ma sicuramente fu Martina ad introdurre e ad insistere in maniera particolare su questo tipo di rapporto fra i due amici per antonomasia.
La storia che tu recensisci è dunque a tutti gli effetti la punta di una piramide su quel rapporto che prende le mossa fin dagli anni 50.
Ciò detto però, dal mio punto di vista, aldilà della risposta un po' ironica che ho dato prima, in realtà la cosa non mi ha mai dato fastidio e tanto meno mi ha fatto porre domande su chi fosse più insopportabile fra i due perché l'ho sempre visto come un classico gioco delle parti: da un lato un personaggio assai intelligente e lungimirante che ha saputo trovare, dall'altro lato, un personaggio, certamente goffo e limitato e che però, in quanto tale, sa solo lui esprimere la
vera amicizia disinteressata e quella
punta di saggezza che è data solo alle persone che solitamente definiamo "strambe".