Eccovi la cortese e rapidissima risposta di Faccini:
<< La foto con Osvaldo Cavandoli è la ciliegina sulla torta di un incontro organizzato dalla mia amica e quasi-agente Ruzica Babic. In realtà lei doveva andare a Milano per chiedere a Cava un disegno su Pinocchio nell'ambito di una mostra (mostra peraltro in seguito ampliata e sviluppata con lavori molto interessanti di Mastantuono, Brindisi, Milazzo, Toppi ecc.) e io ho colto l'occasione al volo di accompagnarla.
Il Cava nell'occasione oltre che disponibilissimo e molto spiritoso era apparso in buona forma e lucido nonostante le 85 primavere, pertanto suppongo che la malattia che l'ha portato via sia stata rapida e (si spera) indolore, così mi auguro per lui e per i suoi cari.
Ci ha ricevuto nel suo studio in una traversa di corso Sempione a Milano, classico palazzo milanese con cortile interno, lui abitava in una palazzina e al pian terreno aveva lo studio-laboratorio, in realtà ormai ridotto a magazzino in quanto da decenni non produceva più in prima persona gli shorts animati.
Ho avuto modo di fargli alcune domande, ero interessatissimo al suo lavoro, al che lui mi ha condotto nel suo ex-stanzino di ripresa, un camerotto largo un metro e mezzo e lungo circa tre, foderato di pannelli di compensato dipinti di nero opaco, con un banco di ripresa costruito artigianalmente, quattro riflettori con lampade Philips da 500 watt e trasformatori Variac per dosarne la potenza (il tutto ancora efficiente). La macchina da presa 35mm non era presente, Cava mi ha detto di averne usato, per gli short della Linea, una vecchissima anteguerra, con ancora lo chassis in legno. Lui faceva tutto, storia e disegni, che poi venivano lucidati su rodovetri e inchiostrati da collaboratori. La ripresa era ancora opera sua, il lavoro era completato dal doppiatore Carletto Bonomi, più la soundtrack jazz-lounge con il glorioso organo Hammond.
Una sensazione veramente curiosa, trovarsi nel laboratorio da cui è uscito uno dei prodotti di maggior successo dell'animazione italiana e non solo (in Germania la Linea gode di amorevoli edizioni in DVD).
Cavandoli poi ha detto che stava ancora lavorando, come supervisore a serie nuove della Linea, prodotte ormai con il computer.
Parlandogli ho avuto l'impressione la Linea sia nata perché gli permetteva di lavorare quasi da solo senza interferenze, probabilmente il carattere non facilissimo ha giocato qualcosa.
Comunque mi sono divertito molto, un bel ricordo. >>