Per una persona da anni appassionata di fantasy (che quindi ha letto un bel po' del genere) i libri di Paolini non possono che risultare degli infantili tentativi di emulare i grandi.
Un po' come un bambino che oggi va al cinema, guarda Harry Potter (che mi piace moltissimo) e prova a fare un tema ricalcando quel che ha visto.
Lo stile letterario è ancora immaturo, con discrete ingenuità ed evedentemente appartenente ad un ragazzo. Può darsi che la versione originale renda meglio (ho letto i libri in italiano), ma francamente credo che dovrebbe leggere e scrivere ancora un bel po' prima di giungere ad un livello degno di nota.
La storia... scontata è dire poco. Alcuni avvenimenti del secondo libro (che dovrebbero figurare come veri e propri colpi di scena) sono facilmente intuibili prima della fine del primo volume. E' evidente la voglia di stupire e di stupirsi dell'autore (che probabilmente ritiene alcune sue trovate delle vere e proprie "genialate", visto come le pone), ma se lo si vuol fare in un genere ormai sufficientemente affrontato come il fantasy, lo si deve fare con qualcosa di più concreto.
I clichè del fantasy ci sono quasi tutti, ma non è questo ad infastidire. E' l'uso che se ne fa, piuttosto grossolano e confuso. Anche questo denota, secondo me, una certa immaturità.
Ci sono alcuni pregi nei libri, la creazione del mondo e delle sue peculiarità non è scevra di particolari interessanti, ma, purtroppo, sono poche valide idee in mezzo ad un guazzabuglio di scarso valore.
Finito il primo libro non ero poi così sfiduciato, ero deluso ma speravo che nel secondo (avendo l'autore qualche anno in più) buona parte dei difetti sarebbe stata eliminata, "sgrezzando" così le poche gemme che si intravedevano nel libro.
Sono stato decisamente deluso, il miglioramento, ammesso che ci sia, è davvero minimo.
Riguardo al film... ok, in confronto alla pellicola i libri sembrano dei veri capolavori.
Non aggiungo di più, raramente ho fatto una spesa che mi è rimasta sul gozzo quanto quella del cinema per "Eragon".