Innumerevoli le gag della storia, tra le mie preferite vi segnalo solamente queste quattro, ma ce ne sarebbero molte altre, infatti sono curioso di conoscere le vostre:
Con una storia del genere, praticamente OGNI vignetta è una preferitissima! Comunque a me di questa storia piacciono soprattutto le scene drammatiche. Ce ne sono di fantastiche, percorriamole assieme in ordine:
Pagina 1: La storia si apre con una immagine drammatica e forte, quella di un quartiere povero e della miseria della gente che lo abita. Qui, Quo e Qua, che pure non sono certo dei grassi porcellini, ma tali si sentono, sono rappresentati nel loro sincero dolore per i concittadini più sfortunati. Si capisce subito che la loro non è un carità di circostanza ma una sincera compassione, destinata a non sfumare appena passato il momento. La cosa è riprovata dalla penultima vignetta: Shacktown è lontana alle loro spalle ormai, ma il pensiero per i suoi abitanti è sempre vivo.
Pagina 2: l'incontro con Paperina. Da notare come non sia immediato da parte di Paperina il comprendere la profondità dei sentimenti dei nipotini. Bellissima la sesta vignetta, con la papera ripresa di spalle, che sembra ancora meditare su quanto appena detto senza averlo ancora perfettamente assimilato. Nel tondo Paperina si illumina: "the women of my club have been wanting something to do!". In italiano la cosa suonava più frivola, rendeva l'idea di un gruppo di sfaccendate che si davano alla beneficenza per passare il tempo (e probabilmente Barks voleva metterci anche questa connotazione, ma senza calcare troppo la mano).
Pagina 3: da manuale la sequenza di Paperino che si cruccia per l'imminente Natale con tutti i problemi che per lui comporta l'arrivo della festa (mai come oggi, vigilia di Natale, lo posso comprendere!). Bellissima la vignetta alla finestra. E con grande maestria si costruisce la gag delle due ultime vignette, in cui Paperina afferma che lui non ha problemi, e l'aplomb quasi
british con cui Paperino non prova neanche a contraddirla!
Pagina 4: Paperino prosegue lo scherzo della pagina precedente, arrivando ad autodefinirsi "rich, fat, and prosperous". Ma la commedia dura poco: c'è da raccogliere i soldi. E quando i soldi mancano, i musi si allungano.
Pagina 5: entra in scena Paperone, e che entrata! Già nella prima pagina abbiamo il cannone, il muletto comprimi-soldi, e la personalità del grande avarastro pronta ad entrare in azione in grande spolvero.
Pagina 6: "Donald being tough", "Paperino fa il duro". Fantastico. Poi Paperino prova a passare al patetico, poi fa di nuovo il duro. Splendido dialogo fra due attori di grande calibro.
Pagina 7: come ogni grande screenplayer, con grande naturalezza Barks introduce la catch-phrase che poi riutilizzerà nel seguito: "a silly, useless toy train!", "uno stupido, inutle trenino!". E Paperino risponde: "kids don't think they're silly!". In italiano però è anche migliore: "una cosa che dà gioia ai bimbi non è scema!". È una delle mie battute preferite. Poi però, per stemperare, ecco la gag del doppio cartello sulla porta di Paperone, con la scritta "il papero più ricco del mondo" e la postilla "ed intenzionato a restarlo"
Un laconico "that's that!", "questo è quanto!" nella didascalia e, dopo un breve sconforto, i nostri eroi decidono di passare all'azione.
Pagina 8: con il sorriso sulle labbra, i "buoni" rinunciano ad ogni lusso che si volevano concedere per Natale per rendere possibile il loro altruistico sogno. Senza tante prediche, ecco il più bel messaggio di Natale.
Pagina 9: Secondo un canone narrativo molto diffuso, ogni storia che si rispetti è composta di tre tempi, una specie di "tesi, antitesi e sintesi". Lo schema è: si presenta il problema, si fa credere di averlo risolto ma in realtà lo si aggrava, e poi si volge alla conclusione. Questa pagina segna l'inizio del "secondo tempo". Sostanzialmente è una gag page, con i falliti tentativi di Paperino di raggranellare soldi dai vari passanti. Ma sono gag malinconiche, che parlano di tempi di crisi, di famiglie povere, di debiti da pagare.
Pagina 10: ecco la prima apparizione dello zio Jake McDuck, che Don Rosa non mancherà di riutilizzare. Nuova comparsa del cannone boero, e da notare il "primo dollaro" appeso alla parete e legato con la catena. Si prepara la scena per il secondo duetto fra i due attori protagonisti.
Pagina 11: Paperone sospettoso, poi commosso, poi irato, poi calcolatore, di nuovo irato... ma com'è che non gli hanno dato l'Oscar per questa interpretazione? Ah, scusate, dimenticavo che non è un film.
Pagina 12: terzo round Donald vs Scrooge. Questa volta Paperino gioca sporco, come Barks sembra voler sottolineare con le inquadrature di tre quarti e i sinistri riflessi della sua insolita giacca scura...
Pagina 13: la rivalità fra Paperone e i topi non è nata in questa storia, né qui finirà, come ben sanno i lettori... da ammirare le espressioni dei due protagonisti, tutte perfettamente studiate.
Pagina 14: fugace apparizione delle Giovani Marmotte. L'entusiasmo altruistico dei nostri eroi è alle stelle, e tutto sembra andare per il meglio. Ma in una storia di Natale che si rispetti non si può lasciare impunito un imbroglio, sia pure perpetrato a fin di bene, e l'inganno di Paperino si risolve in un mucchietto di briciole: per il nostro eroe, tutto da rifare.
Pagina 15: Siamo a metà del "secondo tempo" che ora entra nel vivo e culminerà, come da canone, nel momento di massima crisi: si comincia a costruire la trama che porterà al funesto effetto del "ventino fatale".
Pagina 16: la trama procede inesorabile, il lettore alla sua prima lettura ancora non riesce a vedere il dramma che si sta costruendo, ma rileggendo la storia le volte successive vedrà come ogni tassello si incastra perfettamente. Paperone continua a dimostrarsi un irredimibile avaraccio.
Pagina 17: "sarà il più bel Natale della nostra vita". Gli occhioni sognanti dei bimbi poveri sono strappalacrime. Che bello poi condividere i loro piani, il loro pregustare la festa che arriverà, e il loro volerla condividere anche con il compagno malato... altro fantastico messaggio per il Natale.
Pagina 18: ed ecco Gastone, appena intravisto nella pagina precedente, che ci appare in tutta la sua boriosa pigrizia. Un dandy viziato, ecco quello che è. Ma per una buona causa, perfino lui è disposto a mettersi in gioco... arrivando a temere di non essere all'altezza delle necessità.
Pagina 19: non una delle mie preferite, ma è comunque fondamentale ai fini della trama. Entra infatti in scena il "ventino fatale".
Pagina 20 e
Pagina 21: il ventino entra in possesso di Zio Paperone. Tutto quadra in una sorta di giustizia cosmica: quel ventino punirà l'avarizia di Zio Paperone, ma anche la malizia di Paperino che avrà voluto stravincere sullo zio materialmente più ricco ma moralmente più povero.
Pagina 22: e il fato si compie. Ecco un'altra delle mie vignette preferite: Paperone, inquadrato dal basso, che cerca di illuminare il vano oscuro della finestra con un piccolo fiammifero, lo sguardo perso nel buio, ancora non consapevole di quanto realmente accaduto. Due vignette dopo, lo vediamo invece distrutto, dopo averne compreso la portata.
Pagina 23: ed anche Paperino, e con lui il lettore, scopre che al posto del deposito di zio Paperone c'è ora un pozzo senza fondo. Stacco drammatico e fine del secondo tempo. Pubblicità. (ops, scusate, mi sono di nuovo scordata che non è un film).
Pagina 24 e
25 e
26: Barks ci offre un po' di gustosi professoroni barbuti con spiegone di cosa è successo al denaro e dei vari motivi per cui non è possibile recuperarlo. Molto bella la vignettona in cui i professori srotolano il disegno del pozzo, con uno dei due che lo deve reggere stando in piedi su una scala!
Pagina 27: già Paolo ha sottolineato la bellissima vignetta con Paperone che, lungi dall'aver perso l'appetito per quanto accaduto, grava sul povero Paperino con grande disappunto del medesimo. Ma i toni della storia stanno per cambiare...
Pagina 28: ... perché Qui, Quo e Qua hanno un'idea che potrebbe essere risolutiva. Senza perdere troppo tempo il regist... ehm, Barks ci porta nella galleria che si infila sotto Paperopoli. Da notare come Paperone abbia riacquistato la propria vitalità al solo pensiero di poter recuperare i propri dollari.
Pagina 29: ottimo storytelling, notare come l'autore costruisca perfettamente la tensione narrativa.. La soluzione al problema esisterebbe, ma parrebbe non praticabile... i nostri eroi dovranno rinunciare a recuperare il denaro, dopo essersi illusi di poterlo fare? Non è detta l'ultima parola...
Pagina 30: ... la soluzione esiste, ed è rappresentata dallo "stupido, inutile trenino" che lo stesso Paperone tanto disprezzava... le sue stesse parole gli tornano in faccia, in quella che, per citare un film Disney molto più recente, "si chiama crudele ironia".
Pagina 31: e il trenino FUNZIONA! Leggiamo sincera emozione nei volti dei protagonisti, madidi di sudore non tanto per la fatica quanto per la tensione. E quanto mi ha sempre eccitato questa pagina, la vignetta muta (ma con didascalia) in cui vediamo il denaro calare nel vagoncino del treno. E quanta trepidazione nell'attesa delle comparsa del trenino, il cui primo carico sarà di ricompensa per i nipotini! E il trenino stesso, che non resiste alla tentazione di fare una entrata in scena da primo attore, suonando la sirena
E poi la scoperta: il premio atteso è grossissimo! Da bambina leggevo questa pagina con il fiato sospeso, saltando sulla sedia nel finale. Meno male che a stemperare la tensione c'è la gag di Zio Paperone che sviene, o una potrebbe scoppiare a piangere...
Pagine 32: ... tanto poi la lacrimuccia ci scappa lo steso nel finale, con le goiose immagini della grande festa e il doveroso riferimento alle "DOZZINE di trenini", veri protagonisti della stessa. E infine la chiusa: Paperino porta "una coscia di tacchino" al "povero" zio Paperone, bloccato a manovrare il trenino per chissà quanto tempo ancora. Ed è giusto così: perché Paperone non se lo merita, di partecipare alla festa, non è merito suo, anche se sono stati i suoi soldi a renderla possibile. E così abbiamo occasione di rivedere il trenino, vero artefice dell'happy end, che ripete la sua chiassosa entrata in scena, prendendosi il lusso di avere lui l'ultima battuta, come a ribadire che sì, Paperino e gli altri hanno fatto quello che hanno potuto, ma a decidere che le cose vadano nel modo giusto è qualcos'altro: un ventino, un trenino, certe piccole, sciocche ed inutili cose.
Buon Natale.