Sono allibito. Mi collego tanto poco, ultimamente, e così leggo solo ora questa tragica notizia. Non credo di riuscire a comunicare quanto sia scosso. La capacità offerta dal web, di essere ovunque in qualsiasi momento, diventa anche la maledizione di essere considerati comunque da qualche parte, anche se non ci si connette più. E invece, non sempre è così.
Voi che come me frequentate forum e community lo sapete: non avendo fattezze reali a cui riferirsi, si tende a riversare le peculiarità dell'avatar che vediamo alla persona con cui dialoghiamo. Non dimenticherò mai lo sguardo di Vito quando vide che non ero un paperetto timido, ma uno svitato di un metro e ottanta.
Ma in questo caso, credo proprio che non fosse così. Che quell'avatar fosse più di un disegno. La Lilo di Angie (io l'ho sempre pronunciato così, senza numeri) è sempre stata un simbolo di energia e luminosità, con quel suo sorrisone, quegli occhi dolci e la manina che sembrava salutarti con gioia ogni volta. Beh, sono certo che non fosse scelto a caso. Ho avuto il pacere di scambiare diversi messaggi privati con Angie, un paio di anni fa: ricordo quanta capacità di meravigliarsi e quanta voglia di fare emergesse dalle sue parole. Specialmente riguardo a Urbino, città che lei conosceva e che io stavo iniziando a vivere davvero. Mi raccontò di quanto Urbino l'avesse colpita, di come si fosse impressa dentro di lei con la bellezza delle sue mura, dei suoi vicoli, delle sue vedute e dei suoi locali nascosti. Mi suggerì che una città così ti fa innamorare senza scampo. Oggi più che mai ho capito quanto è vero. E mi piace pensare che un po' di quell'amore impressionante che ora mi lega a questo posto sia stato da lei - più che previsto - evocato. Che, si sa, l'amore è imprevedibile, ma ancor più è contagioso.
Ohana.