Pessimo il Games, quel pomeriggio. La cittadina viene letteralmente invasa da nerd di ogni tipo, del resto è Sabato, si vedono cosplay di ogni foggia (adocchio persino un Desmond!), e diventa impossibile riuscire a muoversi. Durante questo remake di Paperino Pendolare veniamo pressati dalla folla e condotti per gli stand del games seguendo un percorso a senso unico, senza che ci sia la benché minima possibilità di frenare o opporsi alla corrente. Tra una spada laser che mi si infila tra le ascelle e un nazgul che mi solletica il fondoschiena decido che è troppo, e provo a tornare a malincuore al comics, dove almeno un po' si respira...ma non ci si riesce tanto facilmente. E' in corso la gara dei cosplay, e per tornare ai padiglioni bisogna passare sotto le mura e vicini al palco col rischio di rimanere schiacciati dalla folla, addirittura viene regolamentato il traffico delle persone da parte degli addetti alla sicurezza. Dopo molto approdo al solito punto di ritrovo, che si sa essere lo stand Disney, e mi sento chiamare da dietro "Hey, Grrodoni!". E' Gourry, che è a Lucca per un paio di giorni con quel poco che resta di Sbonk/Pkchat e che dopo poco viene raggiunto dal gruppo dei romani più Gorthan. Non appena sento parlare in romano, ricordo di dover fare un altro pellegrinaggio, andando a conoscere un autore che in queste mie cronache nerd si beccherà il titolo di Autore di Lucca 2008.
Trattasi di Mauro Talarico, l'autore di quel fumettino che posto in appendice a Lupo Alberto sono ormai tre lustri che mi mette di buonumore. Cuori Grassi viene per la prima volta ristampato in un'edizione integrale e cronologica in tre pratici volumetti, allo stand delle 001 Edizioni vendono già il primo di questi albi con dentro tutta la produzione dal 1992 al 1996. Non me lo posso far scappare. Dopo aver vagato un po', con l'aiuto di Icnarf riesco a trovare il bancone, dietro il quale ecco l'autore ad aspettarmi. Ed è subito folgorazione. Mauro Talarico incarna quello stesso spirito ridanciano, divertente e divertito che ha saputo infondere nel suo fumetto. E leggendo le avventure un po' filosofiche, un po' coatte dell'adolescente Rocco Bonetti, incapace di perdere un grammo e innamorato della sua bilancia magica, è questo il tipo di autore a cui inevitabilmente viene da pensare, anche perchè c'è dell'autobiografico in tutto questo, come lui stesso dice facendo notare la sua stazza. Lui è lì che se la ride mentre acquerella i disegni con cui orna le copie di chi acquista questo primo volume, mi avvicino e mi metto a scambiare due parole, scopro che conosce il Sollazzo, e ci mettiamo a discutere di Rocco e della sua eterna dieta. Perchè è di questo che si finisce a parlare, quando si parla con Talarico: del suo fumetto. Nessun eh ma il marketing dice, nessun eh ma non mi passano le storie, nessun ma il target del fumetto sarebbe..., nessun ma cosa ne volete capire voi nerd, al massimo un Anvedi che panza che c'ha Rocco, ahr ahr, SE RIDE!!. Umorismo e semplicità, senza troppo stress, e dopo che mi vedo disegnare un bellissimo Rocco medioevale, in onore al mio cosplay, mi fiondo ad acquistare pure Spezzatini la sua raccolta di vignette umoristiche, che tanto mi ricordano Quino, che lui stesso afferma essere suo nume tutelare.
La gioia di aver conosciuto Talarico si trasforma in terrore quando per l'ennesima volta la madre di Icnarf è irreperibile, la fiera è ormai finita, e una volta passati in stazione per attendere il pulmino, non sappiamo come stipare i passeggeri aggiuntivi. Tocca chiedere un pullman di taglia superiore e questo ci riconduce all'ovvio sovrapprezzo. Che fortunamente non incide più di tanto sulle nostre tasche, visto che l'essere di più ammortizza i costi. Mentre aspettiamo in stazione abbiamo modo di fare i biglietti, e io di regalare a Icnarf (sarebbe anche l'anniversario, eh!) l'adattamento di Wall-E firmato Sciarrone. Poi il pulmino arriva ed è veramente grande, sembra di essere tornati ai tempi delle gite scolastiche. Io, Dapiz e Bordy corriamo quindi a metterci nella fila unica di fondo in stile bulletti del liceo, e ci comportiamo come tali, io addirittura faccio avances a Icnarf seduta più avanti proponendole di venire con me al ballo di fine anno. Poi però torno maturo, invecchio e inizio a raccontare in stile nonno del West a tutto il pullman le origini del Sollazzo, con tanto di controversie collegate, vecchi amori, laurentius vomitanti e via dicendo. Così facendo arriviamo a casa...e siamo veramente tanti questa volta! Sembra di star organizzando un festone, così ci mettiamo a cucinare il ragù-nonna che Dapiz ha gentilmente fornito il giorno prima e ad allestire una bellissima tavolata che riunisce un po' tutto il cast sollazzifero: Io, Icnarf, Bordy, Dapiz, Hector, Zangief, Breda, Hybiscus, Joe Mango, Svarzeneggher e Chernabog (che sarebbe l'amico di Hector, ma solo oggi si è iscritto al sollazzo con questo nick). Tra pastasciutta, birre, succhi di frutta, e discorsi sollazzanti c'è di che stare bene. Ma tanto. Finchè non giunge tra capo e collo la mamma di Icnarf con i soldi, i conti, le sbatte e quant'altro sia legato all'aspetto monetario, rovinando irrimediabilmente l'appetito e la digestione dell'allegro gruppetto. Ma si sapeva che prima o poi i calcoli andavano fatti, e una volta superato lo scoglio la serata prosegue ottimamente, fino a che i due giovani bimbi non crollano addormentati e li accompagnamo nell'appartamento Caterina per consegnarli al nerdino della sabbia.
Al piano di sopra la baldoria bevitoria prosegue, fino a diventare ludica quando Hector sfodera un gioco da tavolo comprato al Games, poi stremati ci ritiriamo nelle nostre stanze, pronti per il tristallegro epilogo della nostra avventura.