Sabato ore 08,00; suona la sveglia, e contemporaneamente cade un fulmine vicino casa con relativo tuono. Si sta scatenando un forte temporale, dunque mi giro dall'altra parte, spengo la sveglia, e torno a dormire, decidendo di andare a Romics il giorno dopo; e la decisione resta tale anche se il temporale finisce dopo mezz'ora, e dopo un'altra mezz'ora torna il sereno che dura tutta la giornata. Stessa scena la domenica mattina, ma nonostante i segni premonitori decido comunque di recarmi in fiera. Non sapendo gli orari del treno nei giorni festivi, mi reco in loco in automobile; viaggio tranquillo fino alla fiera, dove appena arrivato devo fare un paio di carognate per passare oltre la lunga fila di auto all'ingresso del parcheggio. Mi dirigo all'ingresso della fiera, ma prima di arrivarci veniamo fermati per l'evidente altissima affluenza; ne approfitto per vedere come si è conciata certa gente pur di elemosinare un biglietto di ingresso a prezzo ridotto [niente male un terzetto vestito da Banda Bassotti, e niente affatto male una tizia che nonostante il freddo è (s)vestita da Catwoman; peccato che fosse bionda...]. La fila alle biglietterie è tutto sommato rapida, dunque pagato l'obolo di sette-euro-sette entro in fiera, deciso a fare prima un giro d'orizzonte e poi ad acquistare. Ed infatti, appena entrato, al primo banco compro tre vattelapesca Disney senza starci troppo a pensare. Mano a mano che continuo il giro, la mia insofferenza cresce: troppa gente, troppi costumi con troppi accessori che ti si infilano tra le gambe, o in un orecchio, o in un occhio, troppo casino davanti agli stand, o meglio davanti a certi stand; e soprattutto troppi stand che con il fumetto hanno poco o niente a che fare. Finalmente inizio ad adocchiare qualcosa che possa interessarmi: un cofanetto in buone condizioni con i quattro volumi
Il meraviglioso mondo di Walt Disney che sto cercando da qualche tempo (lo avevo quando frequentavo le elementari, e feci l'errore di portarlo a scuola; probabilmente è ancora lì, nella biblioteca); il venditore mi chiede 50 euro, io lo ringrazio e gli dico che ci penso. Continuo il giro, e vedo un altro stand che ha il libro
Sognando la Calidornia a 17 euro; il libro mi manca, il prezzo è scontato, dunque tutto contento me lo prendo immediatamente. Finisce il primo giro, e stanco dell'assembramento che va aumentando mi dirigo verso la sala proiezioni per sedermi un po' e per riprendermi dallo shock che mi ha colpito vedendo lo stand di Cioè. Con il mio PDA mi collego ad INDUCKS e faccio una ricerca mirata (si, ero partito da casa impreparato), quando proprio in quei momenti inizia la cerimonia di consegna dei premi Romics d'oro 2009, e la mia insofferenza dilaga quando vengono fatti applausi di circostanza all'annuncio dei premi ai dvd di Wall E e Pinocchio e viene tributata un'ovazione da stadio quando viene annunciato un premio ad una serie giapponese della quale non dirò qui il nome per non fare ulteriore inutile pubblicità. Torno dunque nella bolgia degli stand, rifocillato (eufemismo, ovvio) da una pizzetta ed una bottiglietta d'acqua; e la tragedia ha inizio. Vengo preso all'amo come neanche il più ingenuo dei pesci da un tizio di una ONLUS che mi rimbambisce di chiacchiere cercando di ottenere soldi; in altri momenti non lo avrei neanche guardato non dico in faccia, ma neanche nella punta dei piedi; ed invece stavolta non solo lo ascolto, ma mi faccio estorcere VENTI-EURO-VENTI. Mi rendo conto di ciò che ho fatto, e prendo la decisione di andarmene prima che la situazione precipiti; ma prima di farlo voglio tornare nello stand che ha il cofanetto di cui sopra per prenderlo, per avere l'illusione che in fondo la giornata non sia stata buttata. Raggiungo lo stand, mi assicuro che il cofanetto sia ancora lì, lo prendo in mano... e mi accorgo che, proprio di fronte al cofanetto, proprio di fronte a me, c'è una pila di copie di Sognando la Calidornia prezzate a 12 euro. Ed all'improvviso tutto mi crolla addosso, tutte le mie certezze vanno a farsi friggere, soprattutto mi rendo conto di ciò che i precedenti segni premonitori stavano cercando di farmi capire ma che io altrettanto pervicacemente cercavo di ignorare: sono troppo vecchio per queste cose. Lascio lì il cofanetto e praticamente di corsa esco dai padiglioni della fiera; mi avvio verso la macchina, ma mi ricordo che se voglio uscire devo prima pagare il riscatto, pardon il parcheggio, e dunque me ne vado con ulteriori sei euro in meno dal portafogli.
E' ufficiale: questa è stata la mia ultima presenza ad una fiera del fumetto che non sia Reggio Emilia; non sono più in grado di sopportare il caos, di vedere stand off topic, di sottostare ai raggiri di venditori di fumetti e di fumo, persino di fare la fila per comprare il biglietto. Basta, ho chiuso per sempre con le fiere del fumetto.