Quarto Giorno: E' Triste Dirsi Addio...
Spesso i cliffangher sono traditori: quante volte ci hanno dato l'illusione di un'accellerata del ritmo degli eventi, che poi però nell'episodio successivo ci metteva pochi minuti a riassestarsi, rientrando nei ranghi? Questo resoconto non fa eccezione, visto che la sciagura annunciata da Zangief si è risolta con un bel punto di domanda. Certo, lì per lì ci q-galaxiamo addosso, specie pensando alla disponibilità del Panariello, che in questi giorni ha fatto davvero di tutto per noi. Perlomeno dei due mazzi che ci ha dato solo uno è stato perso, e forse è pure recuperabile: Zangief infatti va a vedere in macchina e poi se ne parte con Hybreda ed Eddy per Lucca, a vedere se le trova allo stand Flashbook. A me rimane il compito più scranfoso di tutti: dirlo al padrone di casa. Il quale, giunto da noi di prima mattina per condurre gentilmente me, icnarf e i due bredini alla stazione di Altopascio fa una faccetta panariellosa un po' perplessa e disorientata. Con una bella iniezione di fiducia gli diciamo che sicuramente Zangief le troverà presto, e lui dice che casualmente oggi pomeriggio dovrebbe venire in fiera, quindi le cercheranno insieme allo stand. Lasciando quindi volutamente la cosa nebulosa, sperando che Zangief le trovi (e vi spoilero già che non sarà così) e temendo in cuor nostro che il mazzo sia stato la vittima di quella corsetta a perdifiato per raggiungere il cinema, arriviamo in fiera. Io mi fermo in biglietteria per farmi un po' di coda e i biglietti del treno, dopodiché con Icnarf molliamo il bagaglio al deposito, memori della sgradevolezza della situazione della scorsa Lucca di cui passammo l'ultima giornata a farci il sangue marcio a causa della malvagità della Fagioli. La prima cosa appena arrivato lì è andare da Zangief e dirgli che nel pomeriggio ha un appuntamento con la morte, dopodiché facciamo dei giretti per raccattare le ultime cosette che nel mio caso sono di stampo Miyazakiano: il quinto volume di Nausicaa e il dvd in anteprima nazionale di Ponyo. Con una certa avversione per il fanatismo ghibliano che la sera prima a cena nel locale mi ha fatto inscenare con Zangief simpatici siparietti in cui immaginavamo Cannarsi far doppiare i film di Miyazaki da doppiatori italiani in giapponese per una maggior aderenza all'originale, decido di prendere la monodisco, con tanti saluti alla doppio. Per quale motivo? Ma perché notoriamente le doppiodisco dei film ghibli sono di un'inutilità pazzesca, dal momento che contengono un solo bonus, e cioè lo storyboard intero del film, cosa assolutamente indigeribile per una qualsiasi fruizione sana ed equilibrata. Oltretutto la mono, oltre a costare meno, sulla costina ha il quadratino con il personaggio, cosa che la doppio non ha. Soddisfatto di tutto questo mi avvio con Icnarf e il Sollazzo al games per permettere a Icnarf di prendere un qualche strafanto per la figlia della sua domestica, e in quella ricevo la seconda chiamata del ramen. E' ora di pranzo, e decidiamo di farlo in piedi presso il venditore di pannocchie abrustolite, eppure dentro di me sento chiamare la voce del gusto porchetta e gusto orientale, gli unici due che ieri non ho provato. Sicché con molti saluti al resto del gruppo che sarà costretto a inoltrarsi nella bolgia del games da solo, mi immergo tra la folla dei ramenisti, desideroso di completare al 100% la mia quest. E ci riesco dopo mezz'ora passata a scalciare, graffiare, venir spinto di qua e di là per fare lo scontrino, ritirare i noodles, riempirli di acqua bollente. Ma alla fine riesco ad emergere e a gustarmi il mio ghiotto bottino, salvo accorgermi che l'ingordigia mi ha allontanato dagli amici a tempo indeterminato.
E' un pasto malinconico quello che consumo seduto per terra affianco al mercatino degli abusivi: d'un tratto mi rendo conto che è l'ultimo giorno, presto non sarò più a Lucca, sarò privo di Sollazzo e soprattutto si avvicina l'ora della dipartita di Icnarf, che ha il treno poco dopo. E io sono lì a strafogarmi, lontano da tutti. Inoltre è difficile riuscire a ricongiungersi e quando ciò avviene è ormai troppo tardi per tornare in fiera a dare a Zangief l'estrema unzione e tocca quindi dirigersi a velocità supersonica verso il deposito bagagli e quindi in stazione. Tutto avviene in un battito di ciglia, saluto Breddyscus e scappo in stazione mentre Icnarf, completamente dimentica che da lì a pochi minuti non mi rivedrà più per giorni, passa il tempo a lamentarsi a a rimbrottarmi la marachella del ramen. Io poi ho i miei riti di congedo da Icnarf: un po' di zuccherosaggini in stazione, tristezze, lacrimucce, corsetta quando il treno se ne parte e via dicendo, e mi preparo ad eseguirli tutti con una combo potentissima, quando una volta giunto al binario ritrovo tutto il Sollazzo, giunto lì per farmi una sorpresa. I miei programmi subiscono così una netta sferzata verso il pubblicamente decente, mi limito all'abbraccio, al bacetto e ad un abbozzo di corsetta, assolutamente indegna di certi corsettoni passati come quello di fine estate 2009, o quello post Disneyland 2008, una buona annata. E quando il treno con amarezza me la porta via e correndo arrivo al limite della stazione, mi volto e torno dal trio Sollazzoso per consolarmi con un po' di sana Grrodonaggine. Che consiste nell'enumerare i miei acquisti uno per uno e nel vagliare attentamente quelli altrui, ficcando il naso dappertutto, durante l'attesa di tre quarti d'ora che ci separa dal treno per Prato, che scopro dovremo prendere tutti insieme. Eh già, visto l'esodo di massa pure loro decidono di non tornare in fiera (lasciando il povero Zangief al suo Panarielloso destino) e di prendere il primo treno disponibile, sicché non appena montiamo nel vagone è l'ultima occasione per un po' di Sollazzo live, che consiste nel parlare con Eddy di animazione, videogiochi, fumetti e via dicendo.
Fermata di Prato, saluto il Sollazzo al grido di "E per la prossima Lucca sarà quel che Jeff Smith vorrà!" e pongo fine all'esperienza communitaria. Stavolta scendo alla fermata giusta, e mi preparo a prendere l'intercity per Bologna dove già pregusto un po' di sana lettura degli acquisti, uno dei piccoli piaceri del viaggio di ritorno, tra una telefonata di Icnarf e l'altra. Preparo già il mio Cuori Grassi ed entro nel mio scompartimento. Uno scompartimento completamente buio. Mi chiedo come mai e mi risponde una madre che ha chiuso la tapparella perché non vada il sole in faccia al suo bambino. Le chiedo gentilmente se è fotofobo o cosa, e ricevo una risposta negativa. Chiedo allora come mai non è accesa la luce generale e mi si risponde che è rotta. PRETENDO di poter leggere qualcosa e ottengo dalla madre un paio di millimetri di tapparella alzata. Sforzando gli occhi mi immergo nella lettura. Galleria. Vabbé una tantum... Altra galleria. I signori mi dicono che da lì a Bologna, dove dovrò scendere, è un florilegio di gallerie. Mi rassegno e vado a leggere sul water dove almeno vedrò. Poi una volta vicino a Bologna torno al mio scompartimento per ricomporre il bagaglio, in quella qualcuno, come se nulla fosse, si alza in piedi e accende la luce. Ma come, non era rotta? A quanto pare no, mi rispondono tranquilli. Imbronciato, prendo la coincidenza a Bologna, un regionale dove nessuno potrà rovinarmi la lettura, muhahaha! Colpo di sonno.
Così finisce questa Lucca assai temuta ma alla fine ben gradita. E quella stessa sera mi ritrovo seduto su una sedia a resocontare a Bordapiz, rimasti a casa, che mi scrutano a mo' di commissione d'esame. Aneddoto dopo aneddoto tiro fuori gradualmente i miei acquisti spargendoli sul letto di Dapiz, fino ad arrivare al Doc, il quale gradirebbe esser tirato fuori dalla scatola. E così mentre Dapiz prepara una tisana per tutti e tre, io e Bordy iniziamo l'impresa, aprendo lo scatolone e facendo fuoriuscire viti, fondale, pezzi di plastica, base, apparato vocale e asticelle di fissaggio, già capendo che ci vorrà come minimo tutta la notte.
<Grrodon> Dai Bordy, mettiamoci all'opera che il pupazzo mica si monta da solo.
<Jack> Basta che mi forniate un piccolo specchio, penso di potercela fare.
<Tutti> ...
FINE