Resocontino di una giornata molto particolare.
Allora, le premesse logiche sono che abito a 12 km da Lodi, e che Bramo abita alla stessa distanza, ma in un paese diverso, dove però c’è la stazione sulla medesima linea ferroviaria che porta a Milano. Questo per dire che, di solito, vado in autobus a San Donato e da lì prendo la metropolitana per andare nella mia metropoli di nascita. Ma stavolta decido di andare col treno da Lodi, perché mi sono dato appuntamento con il mitico Bramo. Il treno è un regionale che parte da Parma, ferma appunto a Casalpusterlengo (la cittadina di Bramo), arriva a Lodi alle 9,16 e alle 9,33 è alla stazione di Milano Rogoredo, dove possiamo prendere la metro sino ad Affori FN, per tranquillamente poi fare l’ultimo cambio e salire sul trenino che ci porta a Paderno.
Da precisino rompiscatole ecc ecc quale sono, alle 8,45 sono già a Lodi per fare i biglietti con calma, e alle 8,50 posso guardare tranquillamente il tabellone elettronico, dove spensieratamente leggo che il regionale delle 9,16 è in ritardo di 45 minuti per una coincidenza (per un regionale?). Pacatamente
avviso Bramo per telefono della cosa, il quale mi risponde aprendo il dialogo con una comune ingiuria intercalare all’indirizzo delle FS. Ora, nel giro di venti minuti io avrei altri tre treni da prendere per andare a Milano, ma devo aspettare perché i suddetti ciuf ciuf o partono da Lodi, o non fermano a Casalpusterlengo, e quindi comunque Bramo non potrebbe salirvi.
Posto che non sono facile all’ira, come ben sapete, ringrazio il cielo di non avere a disposizione l’alabarda spaziale originale da usare per distruggere la stazione, ed esco sul piazzale a scaricare il nervoso praticando un po’ di
taiji quan stile chen, quello veramente assassino, per capirci.
Alla buon ora il treno arriva, salgo e trovo Bramo. Giungiamo a Rogoredo, prendiamo la metro e scendiamo ad Affori FN, dove incontriamo la dolce Nuttyisa. Nessuno di noi è mai stato alla stazione di Affori e scopriamo, con grande stupore, che non c’è uno straccio di indicazione su dove sia l’accesso ai treni! Manca anche qualsiasi tabellone cartaceo su arrivi e destinazioni! Perdiamo quindi il treno delle 11.05 e siamo costretti a salire sull’11,35. Nell’attesa, diletto i miei compagni di viaggio con la barzelletta di
Buffon e l’incendio, che è anche gradita... 8-) Vabbè, durante l’ultimo tragitto mi arrivano vari sms di MiK, il quale fa presente che è lì ormai da ore e che ha già visto tutto sei volte.
Arriviamo infine a Paderno, scendiamo e proseguiamo verso un passaggio a livello dove Lavi-Schroeder ci dovrebbe attendere. La camminatoia è assurdamente lunga e stretta, quando una voce da dietro ci chiama: è MiK, venuto a prenderci e a farci presente che dovevamo ruotare su noi stessi di 180° e dirigerci verso l’altro passaggio a livello. Solo allora ci accorgiamo che la stazione è dalla parte sbagliata rispetto a noi... Raggiungiamo quindi MiK e Lavi con un suo amico, che ci scortano al centro Tilane (carino ma dall’aspetto e dal nome inquietanti, non so perché), a cinque minuti di cammino. Finalmente ci compattiamo con gli altri, visto che alla buon ora conosco, oltre a Lavi, il mitico Groodon e un suo amico il cui nome, e me ne scuso da subito, non ricorderò mai. Faccio immediatamente mea culpa e mi cospargo il capo di cenere... sorry!
S’inizia il giro: la mostra è davvero piccina ma interessante comunque. Anche stavolta non ho niente di specifico da pigliare: a rigore dovrei solo cercare il mio regalo di Natale e acquistarlo, per poi vedermelo rimborsare da una mia amica (per la cronaca, è il modellino MG 1/100 del Gundam Raggio Letale / Deathscythe Hell Custom EW version). Non c’è, ovviamente. Ma poco importa: ammetto candidamente di partecipare a questi raduni più per incontrare gli altri che per compere e shopping.
Lavi è quasi costretta a dividersi tra noi e l’organizzazione della mostra, e cerca di tenere i contatti con gli autori che le avevano promesso di essere presenti, oltreché di sistemare gli stand di presenza. La giornata è peraltro bella, non caldissima anche se le temperature sono molto sopra la media di novembre.
Le 12,45 si avvicinano e lo stomaco langue parecchio: la proposta di sedersi a pranzare è subito ben accolta da tutti, e un banchetto di panini lì vicino convince tutti a servirsi (a parte MiK che è sembrato quasi ascetico). Groodon ha qualche problema a cambiare i soldi, avendo un taglio grosso: vedo se riesco a offrirgli un panino per evitare guai, ma alla fine riesce lui a trovare un piccolo calibro. Gli devo comunque un sandwich la prossima volta... Ci accomodiamo ad una tavolata, e la conversazione prosegue su Disney e non solo. Ma è ovvio che la passione domina. Dai discorsi fatti, conosco un po’ di più Lavi, Groodon e il suo amico, e tutti si rivelano profondi conoscitori del mondo Disney, chi più sui fumetti, chi più sui cartoni, ma comunque tutti sono autentici appassionati di questo mitico mondo di fantasia. E nessuno, questo è il bello, rifiuta mai di rispondere alle curiosità degli altri, al di là di qualche battuta faraciana che inevitabilmente sfugge ai pikapperi, prima o poi! Ma è un momento bello, e la compagnia ben più che gradevolissima, da parte di tutti.
Le quattordici si avvicinano, e le preoccupazioni di tutti si fanno quasi febbrili: arriverà qualche autore? Sì-no-boh-forse! Ovviamente la più agitata è la nostra dolce Lavi (che sembra tutto fuorché scorbutica, sia chiaro); ma improvvisamente un lampo attraversa la tavolata: in lontananza un tizio dal corpo dinoccolato e una minutissima biondina fanno capolino... Sono loro!
Stefano Turconi e Teresa Radice. Tempo dieci secondi e siamo loro addosso! Nessuno spavento da parte dei due autori, che probabilmente si aspettavano l’assedio. Quasi tutti già li conoscono, forse solo MiK e io dobbiamo presentarci. Io sono proprio l’ultimo, e quando dico il mio nome, Alberto Avv.Photomas, Teresa Radice mi dice qualcosa tipo: “Oh, l’avvocato! Finalmente ti conosciamo!” Cioè... le star sono loro e Teresa mi dice che finalmente essi conoscono me? Capisco subito che tipo di persone siano i coniugi Turconi: gente gentile, spontanea, che sa metterti a tuo agio chiunque tu sia, abituati a essere al centro delle manifestazioni, eppure tranquilli, senza l’aura di star eccessiva. Gente come noi che parla volentieri del suo lavoro, quando ci sono gli appassionati assedianti. Sarà che io sono loro coetaneo, ma è stato come parlare a degli amici noti da tempo, non a due persone che avevo visto lì per lì per la prima volta nella mia vita. Grandi Stefano e Teresa!
Dopo una ventina di minuti di prime discussioni (fenomenale quando Teresa ci racconta che la recente storia nel deserto originariamente si sarebbe dovuta svolgere in Canada...), i tavoli sono pronti, Stefano e Teresa si accomodano e... la magia aumenta! Stefano sfodera qualche foglio ed estrae il suo pezzo di grafite con manico: i disegni cominciano ad essere sfornati! E il primo è per me! Pippo reporter! Me lo faccio autografare anche da Teresa, mentre la gente assiste incuriosita e s’assiepa per domandare un disegno o parlare con la sceneggiatrice! Però... succede qualcosa d’inatteso. Groodon s’accomoda, chiede un foglio a Stefano, domanda se qualcuno abbia una matita. Io gli mostro davanti il campionario con il quale vado in giro di solito (6b, 5b grafica, 2b, 2h, 3h), egli sceglie la “misera” 2b e... comincia a riempire un foglio di personaggi Disney. Piccole figure più o meno sbozzate, alcuni solo di testa, altri con tutto il corpo, più o meno grandi ma tutti splendidi! Scopro che Groodon non ha studiato disegno: è solo un amatore dilettante, come me. Eppure ha un talento incredibile, tanto che alcune ragazzine pensano che anch’egli sia un disegnatore professionista. Clap clap: tanto di cappello al moderatore! Però sono giustamente i Turconi a dominare la scena: per me è pure la prima volta in cui assisto ad un disegnatore che opera in presa diretta (Don a Rapllo disegnava solo volti dei personaggi e non figure intere) e, posto che pure io avevo qualche velleità in senso lato artistica (ritratto, fondamentalmente), rimango lì in contemplazione e ammirazione a guardare Stefano che sforna un personaggio dietro l’altro, e ad ascoltare, nonché interrogare a mia volta, la dolce Teresa che continua a raccontarci aneddoti di sceneggiatrice, sulla genesi delle storie e non solo. Mi scuote solo la musica dei cartoni animati di sottofondo, posto che una triade delle sigle di Daitarn, Jeeg e Goldrake non può lasciarmi indifferente!
Siamo ormai verso le 16.00: giusto il tempo di una cioccolata in compagnia e per me e Bramo è il momento di salutare la combriccola. Ovviamente il treno è in ritardo anche stavolta, ma vabbé: ormai non ha più importanza! Mi spiace solo che Gagnor arriverà dopo che io e il mio fedele compagno di viaggio ce ne siamo andati, ma non si può avere tutto dalla vita!
Come accennavo è stato l’ennesimo splendido incontro. Non tanto per la mostra in sé, ma per l’essere stato con tanti di voi. Alcuni mi erano già noti, altri no. Ma è stato ancora come sentirsi un po’ a casa, anche con gente che non conoscevo per nulla.
Grazie a tutti, quindi: a Bramo e Isa come compagni di viaggio e punti di discussione pikappica e non, a MiK per il consulto fieristico sugli acquisti, a Lavi per averci riuniti un’altra volta, a Groodon e al suo amico per la compagnia e i pareri sui dvd, nonché per la deliziosa tavola disegnata.
Ma grazie soprattutto, e nessuno me ne voglia, a Stefano e Teresa, che hanno dimostrato come si possa essere fantastici pur restando persone di una straordinaria semplicità.