È una settimana ormai che mi ripropongo di scrivere il mio di resoconto, ma la pigrizia ha sempre avuto la meglio!
Ho però letto tutti i vostri e mi associo all'entusiasmo generale.
Un ringraziamento particolare a Cornelius che ha scritto una cosa carinisssssssima sul mio conto, paragonandomi a Marina Vlady
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La mia mattinata reggiana inizia mooolto presto, con sveglia alle sei meno un quarto per esser sicura di prendere il treno che mi porterà a Firenze da cui prenderò il treno che mi porterà a Bologna da cui prenderò il treno che mi porterà a Reggio... tutto bene fino a Empoli, ma lì il mio treno si ferma in mezzo alla campagna e ci resta bloccato per un tempo indeterminato. L'iniziale tranquillità (avevo 27 minuti di tempo per il cambio a Firenze, vuoi mica che lo perda?) si trasforma in nervosismo sempre più accentuato via via che i minuti passano e il treno non riparte. Arrivati a passo di lumaca ad Empoli ci annunciano che a causa di un guasto dobbiamo cambiare treno.
Morale della favola, il treno su cui mi trovo io entra a FirenzeSantaMariaNovella nel preciso momento in cui ne esce quello diretto verso Bologna che dovevo prendere.
Imprecando contro la sfortuna mi dirigo verso l'ufficio informazioni per vedere di risolvere il pasticcio. E lì mi ritrovo in fila con una famigliola diretta a Venezia, con un bimbo di cinque-sei anni che piangeva disperatamente perché il suo "sogno di tutta la vita" (parole testuali) di vedere Venezia era, a suo intendere, sfumato... la cosa mi fa un pelino riacquistare il senso delle proporzioni, rassicuro il bimbo dicnedogli che perso un treno se ne prende un altro, e assieme alla sua mamma gli prometto che vedrà Venezia e gli piacerà un sacco.
(come si fa a non affezionarsi ad un bimbo il cui sogno è VISITARE VENEZIA? Ce ne fossero di più...)
Il personale delle Ferrovie si mostra efficiente e cortesissimo e ci carica tutti (me e la famigliola) sul FrecciaRossa che partiva quindici minuti dopo, senza farci pagare alcunché. Riesco così ad arrivare a Bologna e poi a Reggio con "soli" 45 minuti di ritardo sul previsto.
Alla stazione incontro Grrodon, e qui un po' di fortuna ci fa beccare l'autobus per la fiera dopo pochi minuti di attesa (e sì che l'orario appeso alla fermata non era per niente incoraggiante).
Arrivati in fiera, beh, si incontra una marea di paperseristi. Sono tutti radunati attorno ad un centro di attrazione che si rivela essere, e chi se non lui, il premiato Casty, cortesissimo e simpatico. Il nostro ammassamento suscita però le ire del titolare del banchetto di fronte che ci accusa di intasare il passaggio (e forse tutti i torti non ha).
Il tempo di un rapido giro in fiera, di qualche chiacchera con un tot di gente e poi si va al ristorante.
Dellla premiazione è già stato detto tutto. Subito dopo la premiazione troviamo il tempo di fate la foto di gruppo (la trovate nello Showcase dell'Avvocato), nella quale si infila di forza l'Organizzatore, alias un ragazzo con badge della fiera che ritiene evidentemente che il suo ruolo istituzionale gli valga un posto nel gruppone. Sempre l'Organizzatore però poi ci scatta a sua volta un numero imprecistato di foto.
Due rimpianti: non tutti sono entrati nella foto di gruppo (alcuni erano tornati in fiera) e quest'anno, per la prima volta, non abbiamo firmato la copia del libro destinata al premiato. Lui invece ne ha firmate a dozzine, inclusa la mia con dedica a me e a mia figlia Elisa.
Il giro finale per la fiera mi vede arrivare fino quasi all'ultimo senza aver fatto acquisti (l'aver lasciato a casa la mancolista aiuta in questi casi), ma proprio sul finale cedo alla tentazione e faccio l'unico acquisto, ma importante: spendo TUTTI i soldi che ho nel portafoglio per comprare uno dei quadri ad acrilico a firma Giulio Chierchini che erano esposti nel banchetto del Papersera. Se stasera mi ricordo gli faccio pure una foto e ve la posto.
Anche per il rientro a casa manco la coincidenza a Firenze, ma pazienza, perso un treno se ne prende un altro, arrivo comunque a casa verso le dieci e mezza. Grazie a tutti e alla prossima.