In attesa degli altri resoconti veri e propri, ritengo opportuno lasciare una noterellina anch'io - quantunque illegittima. Come da involontaria tradizione, anche quest'anno
non sono andato a Lucca; l'anno scorso per via di lezioni e treni, quest'anno per via di lezioni ed esame poi sostenuto questa settimana.
Però sulla serata pisana di giovedì 27 mi ritengo quasi in dovere di stendere due righe*.
Essa principia con la conoscenza, previo contatto telefonico in cui le parti coinvolte imparano quanto la destra e la sinistra, l'aldilà e aldilà siano concetti relativi, di due gentiluomini appostati presso una grande palla di pietra a lato del Ponte di Mezzo, assolutamente non corrispondenti alla descrizione in mio possesso (ovvero un roditore con maglioncino e un papero urlante con giornale). Gentilissimi essi a levarmi dal dilemma del chi sia chi fra i due:
Gumi e
Gladstone.
Improvvisamente, "appare Biscazzo selvatico" (Gumi): grandi ciarle e lazzi con il sopraggiunto
McDuck. Ci spostiamo, consci di dover attendere tre ore prima del pasto, ovvero prima che il Coniglio atterri all'aeroporto. (Miei ripetuti suggerimenti di sovrapporre i due concetti sono trattati con cautela: che sia stopposo, il Pacuvio?) Spostatici di qualche metro, ci fermiamo intenti ad ascoltare ripetutamente un audio affascinante fornitoci dal cellulare di Gumi, che non posso evitare di trascrivere, per quanto è nei mezzi di una parola scritta:
[size=12]"Aaàah!"[/size]
Colonna sonora della serata, insieme ad un certo "frappé", il maestoso grido di guerra viene assaporato più e più volte, splendidamente riprodotto anche vocalmente da parte dell'inesauribile Gladstone.
Si ciarlò per lunga pezza (Foscolo), nuovamente spostandosi e fermandosi ad un barre* all'aperto (*rafforzamento sintattico D.O.C.), ove si rievocano amenità, disneyanità, paperserità, retroforum (denominazione che il sottoscritto ha l'onore di coniare e di verificare in atto) e persino berlusconità d'archivio.
Com'è come non è, dopo un lungo giro che presenta ripetutamente a Gladstone l'edificio della Scuola Normale mirabilmente dipinto da Cavazzano e chiama in causa l'
Introduzione a Paperino e le sue implicazioni "barxiane", ci si ritrova davanti alla pizzeria per il secondo atto: protagonisti, i cellulari, o meglio i memes. Il sottoscritto, sprovvistone, allunga il collo con successo per carpire le arguzie del tempo nostro. Nemmeno il tempo di dire "conciochessiafossecosaché", e il quartetto si fa sestetto con la magica entrata dei frizzanti
Paperinicchia e
Luxorre. Saluti, strette di mano (un po' addormentate da parte mia: vi prego di perdonarmi, davvero!), e occupazione dei posti.
Il tempo di esprimersi attorno a Odifreddi, Sciarrone e sevizie sugli animali (…) prima che le guardie annunzino i solari
Pacuvio e
Brigitta. La commossa apostrofe del Coniglio Supremo: "finalmente una faccia!".
Dopo di ciò, la cronaca si perde: ricordiamo sevizie sugli animali, l'
originalissimo Tex variant, interrogativi senza risposta sull'ultima storia di Manfredi su Tex, commenti contro le sevizie sugli animali, barzellette su matematici e ingegneri con i fisici a fare da anello mancante, elogio globale a Casty, pareri sull'attività di talent-scouting di Tito Faraci, breve conferenza di Brigitta McBridge sul tema "Elisa Penna: ossessione e intervento", pareri sulle mozioni SS e Cap80, amarcord "Come si diventa moderatori", GUAI A VOI FARISEI (una toccante rievocazione dei fasti di Berna a cura di Pacuvio e del sottoscritto), considerazioni sparse sulla violenza contro gli animali e sull'immigrazione, con citazioni dall'opera di un noto studioso contemporaneo, INVOCAZIONE A FANTON, "ma i friarielli, perché tanto sale?", pareri su Sio,
COLPO DI SCENA! Appare un non-parlante tedesco (ma risulta opportuno ricordarglielo) che occupa il posto di capotavola. Scompiglio. Ipotizzo un'identità che, incredibile a dirsi, risulta poi essere quella giusta: il leggendario camera_nøve ha fatto la sua comparsa, e quel che è più stupefacente, sotto la camera non ha il becco come fa astutamente credere.
Chiusura della cena con dolcetti luxoriani che da soli giustificano la serata intera.
Pasciuti a dovere, usciamo, c'incamminiamo, perdiamo Brigitta, ci fermiamo nuovamente per parecchio tempo sino a che Gumi, resoluto, imbocca la strada del proprio albergo. Poiché nessuno lo segue, torna sui suoi passi. Dopo dieci minuti riesce a portar via cinque degli otto piccoli indiani.
I tre rimanenti, McDuck, Gladstone e me medesimo, riescono a guadare il fiume e tornare a Pisanorde (aka Tramontana), discorrendo di linguistica, Guzzanti, Monty Python, e permanenza dei Normanni nel Mezzogiorno. Perdiamo McDuck durante la calata di Roberto il Guiscardo. Laceri e contusi, raggiungiamo a stento l'albergo di Gladstone. Chiacchierata impagabile con il buon Davide circa le rispettive tesi, prospettive di studio e di vita, la lingua latina, correlazioni supposte tra futuro modale e debito pubblico, la (per noi) imprescindibile contestualizzazione storica dei saperi, Padre Pizarro e utilità dei cellulari. Mia dubbia partecipazione all'imminente Lucca.
Abschied.
E, scherzi a parte, un grandissimo ringraziamento a tutti e otto (e a V, che non lo sa ma è stato la nostra stella polare). Attendo con gioia la prossima occasione, tanto più che in questa, conoscendo tante persone per la prima volta, sono apparso un po' freddo (con Pacuvio in particolare ho scambiato quattro parole in tutto: "Guai a voi Farisei"); e me ne scuso. Così come mi scuso di aver dato buca a Lucca (ma l'avevo semiannunciato, e alla fine è servito, dài).
Che dire? Alla prossima! (Si spera prima della successiva Lucca!)
*Talvolta mi stupisco del mio stesso umorismo.