VendettaCosa non si arriverebbe a fare per vendicare un torto subito.
La vendetta è un piatto da servire freddo, dice, più o meno, un vecchio adagio. In questo caso, si può ben dire che il piatto sia congelato, tant'è la furia che accompagna come una dama il Sig. Todd.
Ma la vendetta ti si può ritorcere contro. Può farti perdere il lume della ragione, può colpire persone innocenti, che non hai mai visto o guardato negli occhi. Puoi uccidere per errore, accecato dalla benda della dea sfortuna.
Ultimo lavoro di tim burton, vincitore dell'oscar per la sceneggiatura.
Sebbene la partenza del musical sia per un il pubblico italiano un pò difficile, in quanto la sottotitolatura scorre seguendo l'incalzare della musica e del cantato e quindi sia quasi impossibile da leggere (oltre a distrarre inevitabilmente l'occhio da tutto il resto, come capita a me [in questi casi una doppia visione a maggior ragione è d'obbligo]), dopo poco i testi delle canzoni tornano quasi a sottolineare e a descrivere i personaggi. Le atmosfere e il colore della pellicola sono subito riconoscibili in quello che è lo stile Burtoniano , per non parlare delle due figure centrali del film, baluardo di recitazione del cinema di tim burton: la moglie Helena Bonnan-Carter e il figlio spirituale Johnny Depp. la storia scorre cantata tra flash-back che precisano gli avvenimenti successi in passato e i delitti commessi dal barbiere di Fleet Street.
C'è da dire che i più attenti capiranno subito, dalla strana macchina precedente al titolo, che fine faranno i corpi degli sventurati/o meno che finiranno sotto i rasoi di todd-deep (
e purtroppo devo aggiungere che personalmente ho identificato subito nella pazza la moglie di Swenney, Il colpo di scena per eccellenza del film).
Tutti gli attori, pur non essendo cantanti, ci offrono un'ottima performace recitativa e musicale. Depp non ha preso lezioni di canto e riesce ad eseguire le arie da operetta in modo impeccabile. L'attore ci conferma ancora l'alto livello di professionalità e talento.
Il personaggio di Mr. Todd entra a far parte della lunga serie di figure lunari nate dalla mente di Burton: in lui si scorge una somiglianza inversa col l'outsider Edward: l'uno tanto umano quanto deformato nella sua anatomia, alla ricerca di "disfarsi" delle sue forbici; l'altro uomo impazzito, serial killer per amore e vendetta, che ritrova la sua completezza solo con gli amici rasoi: "And finally my arm is complete again " sussura nel solaio, tendendo alla luce fosca il braccio che termina con la bramata estensione luccicante.
Durante la sfida con Pierelli, barbiere italiano, Mr. Todd sbarba alla Edward un cliente stupefatto. Le movenze e le riprese ricordano "il mani di forbice" metre pota piante, cespugli o cani.
Burton affronta Todd in modo tale che lo spettatore non possa non partecipare con simpatia, comprensione alla seppur sanguinolenta vicenda. Credo esista un una voglia di vendetta in tutti noi, voglia che riusciamo a proiettare su questo personaggio odioso ma così umano; una rivincita per il suo amore perduto, per la sua innocenza rubata e che lo porterà alla fine.
Una nota doverosa ad un irriconoscibile ed esilarante Sacha Baron Cohen (il barbiere italiano Adolfo Pirelli) che dopo il dj Ali G e Borat, veste i panni di un odioso truffatore, con tanto di bandiera italiana a far da telo durante una mitica sbarbata.
In conclusione, un bellissimo musical-thriller-horror, una combinazione inedita quanto affascinante e di fortissimo impatto, dove non mancano l'humor nero e i momenti leggeri, con un finale spiazzante (
ma neanche tanto, seppure molti commenti che ho letto in rete si aspettassero il lieto fine degli innamorati, giustamente lasciato in sospeso a favore di quella scena).
Insomma, la prova più grande, l'ennesima dell'autorialità (ma era necessario?) del cineasta statunitense.