a proposito di storie in lingue strane citerei "L'inferno di Paperino" di Chierchini (sceneggiatura e disegni): balloons in perfetto italiano contemporaneo, cartigli in terzine dantesche, come già l'Inferno di Topolino di Martina e Bioletto, ma con in più una vena comica a mio avviso irresistibile, un italiano medievaleggiante spinto agli estremi, con un uso sistematico dell'articolo "lo" dove ci vorrebbe "il" (per esempio: "com'onda che lo vento via sospinge..." oppure: "scotendo lo torpor dalle sue membra").
Alcuni versi sono davvero memorabili, e in molti casi sono una sfacciata (e geniale, aggiungerei) parodia degli originali danteschi. Per esempio:
"Ed ecco verso lui venir la proda/che all'aspetto rinnova la paura/non sapendo qual sia novella prova"
oppure
"Quali pollastri dal disio chiamati..." verso che compare, in luogo del dantesco "Quali colombe dal disio chiamate", in prossimità del girone dei golosi, che, in maniera simile ai traditori della Commedia originale, stanno conficcati nel terreno fino alla vita, ma non torturati dal vento e dal gelo, bensì dalle sostanze immangiabili che i diavoli gli ficcano a forza in gola con un imbuto, tant'è che il commento per questi sventurati è: "Alla gola concesser gran finezze/abbuffando se stessi oltre misura:/adesso mangian solo le schifezze."
Da notare, poi, la commistione tra elementi danteschi ed altri tipici della nostra cultura, quali il girone in cui sono puniti gli inquinatori, i piromani, gli automobilisti pirata, eccetera.