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I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980

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    Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
    Risposta #15: Domenica 23 Ago 2009, 20:49:37
    Ma non erno più i Beatles "tosti" di "Twist and Shout", "Michelle" etc...erano molto meno rock. Più pop, e a chi piace il genere...

    Scusa la crudezza, ma....cosa stai dicendo?
    Cosa stai dicendo?
    Sono ben più tosti e rock i Beatles di "Get Back", "Don't Let Me Down" o di "Helter Skelter" (uno dei primi  brani heavy metal) che non quelli un po' lagnosi e pieni di melassa pop di "Michelle".
    Credo sia piuttosto oggettivo.

    "Twist and Shout" non era neppure un pezzo loro, ma una cover.
    L'originale è degli Isley Brothers.
    « Ultima modifica: Domenica 23 Ago 2009, 20:51:36 da MarioCX »
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      Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
      Risposta #16: Lunedì 24 Ago 2009, 05:04:51

      Scusa la crudezza, ma....cosa stai dicendo?
      Cosa stai dicendo?
      Sono ben più tosti e rock i Beatles di "Get Back", "Don't Let Me Down" o di "Helter Skelter" (uno dei primi  brani heavy metal) che non quelli un po' lagnosi e pieni di melassa pop di "Michelle".
      Credo sia piuttosto oggettivo.

      "Twist and Shout" non era neppure un pezzo loro, ma una cover.
      L'originale è degli Isley Brothers.
      Quello che voglio dire è che, dopo il 1966, i veri Beatles, nel bene o nel male, non esistono più. Qualcono potrà trovare, forse a ragione, più validi  pezzi come "Lucy in the sky with diamond", "Hey Jude" etc, ma è materiale che più non appartiene alla tonica band di Liverpool in puro stile beat, vestita mod e carica di swing. Il '66 segna la fine di tutto questo: si entra nei 70, piaccia o no. Sembra che i fab4 vogliano dire: sinora ci siamo divertiti, ora ripensiamo la nostra musica. Non sono più i Beatles, neppure nel look (ormai sono degli hippies), e lo scioglimento è vicino. Produrranno qualcosa di più sofisticato, ma è il preludio ai pezzi solisti dei componenti del quartetto, come la pur bellissima"Imagine" di Lennon.  La spensieratezza è ormai dietro la collina. Steso discorso per Elvis: dopo il 1958, la sua immagine rock è, per qualche anno, sostenuta dai films hollywoodiani che, però, ne distruggono l'originalità.  Quando, nel 1968, torna ai concerti, è apparentemente immutato, in realtà la metamorfosi è stata profonda. L'Elvis country-rock è un divo vestito da clown, porta catene d'oro al collo: la sua voce è intatta, diventa un'icona popolare, ma la sua essenza non è più. "Per essere dei rockers bisogna essere dei puri" ha detto recentemente Adriano Celentano, e non a torto. I due fenomeni planetari di questo genere sono tramontati con la loro purezza.

        Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
        Risposta #17: Lunedì 24 Ago 2009, 08:11:29
        Quello che voglio dire è che, dopo il 1966, i veri Beatles, nel bene o nel male, non esistono più. Qualcono potrà trovare, forse a ragione, più validi  pezzi come "Lucy in the sky with diamond", "Hey Jude" etc, ma è materiale che più non appartiene alla tonica band di Liverpool in puro stile beat, vestita mod e carica di swing. Il '66 segna la fine di tutto questo: si entra nei 70, piaccia o no. Sembra che i fab4 vogliano dire: sinora ci siamo divertiti, ora ripensiamo la nostra musica.

        Ecco.
        E sono cresciuti immensamente.
        Altro che finiti.

        Non sono più i Beatles, neppure nel look (ormai sono degli hippies), e lo scioglimento è vicino. Produrranno qualcosa di più sofisticato, ma è il preludio ai pezzi solisti dei componenti del quartetto, come la pur bellissima"Imagine" di Lennon.  

        I Beatles continuavano a spiazzare tutti.
        Dopo il Pepper, mentre tutti si affannavano verso suoni complessi e dilatati e verso un'iconografia caleidoscopica, loro se ne escono con una copertina completamente bianca con un'impostazione grafica generale da anni '80.

        I primi album solisti dei Beatles non sono neppure lontanamente paragonabili alle ultime superbe prove del gruppo.
        "Imagine" (il brano) l'ho sempre trovato piuttosto tedioso; di quell'album meglio, molto meglio "Jalous Guy" oppure "Gimme Some Thruth".
        Sui primi album di McCartney stendiamo una spessa e pietosa coltre.
        « Ultima modifica: Lunedì 24 Ago 2009, 08:16:44 da MarioCX »
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          Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
          Risposta #18: Lunedì 24 Ago 2009, 21:18:25
          Elvis e i Beatles delle origini, valutazioni tecniche a parte, avevano però tutt'altro fascino, quello dell'immediatezza. Che il pubblico seppe coglere al volo.
          « Ultima modifica: Lunedì 24 Ago 2009, 21:20:58 da alec »

            Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
            Risposta #19: Lunedì 24 Ago 2009, 21:31:07
            Elvis e i Beatles delle origini, valutazioni tecniche a parte, avevano però tutt'altro fascino, quello dell'immediatezza. Che il pubblico seppe coglere al volo.

            I Beatles sono stati genialmente e incredibilmente immediati anche nelle loro cose più complesse e artisticamente più importanti.
            Elvis non mi piace, mai.
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              Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
              Risposta #20: Lunedì 24 Ago 2009, 21:58:08
              Elvis non mi piace, mai.
              E' normale. In Italia non ha mai sfondato. Se escludiamo il pessimo remix di "Baby Let's Play House" dell'anno scorso, non è mai stato primo in classifica nel nostro Paese! :)

              Sui Beatles, capisco quel che vuol dire alec, ma mi ritrovo più nella tua posizione (non sono un fan accanito dei Beatles ma lo sono di "Something" che è del '69).

              Comunque...


               ;)

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                Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
                Risposta #21: Martedì 25 Ago 2009, 07:24:41
                Quello che mi stupisce è proprio questo: perchè Elvis, il musicista rock più conosciuto al mondo, da noi ha avuto un'accoglienza un po' "freddina"? Il carisma era travolgente, la voce era di prim'ordine; aveva ,sin dall'inizio, uno stuolo di seguaci "nostrani "più o meno bravi...  E' un fenomeno che andrebbe analizzato, se non altro perchè un  tantino anomalo...
                « Ultima modifica: Martedì 25 Ago 2009, 07:26:14 da alec »

                  Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
                  Risposta #22: Martedì 25 Ago 2009, 08:03:54
                  Se vi può aiutare vi comunico la mia percezione di Elvis.

                  Diciamo che non mi piace il r'n'r originario o quantomeno mi piace poco.
                  Commistione tra istanze nere, musicali e culturali (blues, jazz) e istanze bianche perlopiù di origine irlandese (country, hillibilly, irish folk) se ne percepiscono i prodromi già nei boogie dell'immediato dopoguerra.
                  Poi, nel 1954, esplode "Rock Around The Clock" di Bill Haley inserita nella O.S.T. di in un celebre film dell'epoca, "Il Seme Della Violenza".

                  Poi arrivano Elvis (appunto) Chuck Berry, Little Richards, Fats Domino (quello che preferisco del lotto), Eddie Cochran, Buddy Holly e altri e da lì parte uno stilicidio di hit-fotocopia che ha la sua matrice originaria dalle parti di "Johnny Be Good".

                  Un modulo sicuramente sulle prime esaltante, ma alla lunga ripetitivo e sterile.
                  Poi intorno al 1960 il seme r'n'r viene impiantato nel Vecchio Continente nel fertile e ricco terreno della tradizione musicale europea e nascono nuove, rigogliose e inedite piante musicali.

                  I Beatles, certo, che già nel loro primissimo periodo proponevano soluzioni melodiche e ritmiche assolutamente originali, ma anche gli Shadow prima di loro che con "Apache" nel 1960 introdussero un utilizzo della Fender Stratocaster mai udito prima di allora.
                  E poi basti pensare a tutto quello che di meraviglioso con il prosieguo dei '60 è venuto fuori in Europa (vedi sezione 1961-1970) mentre la musica USA si avvitava su un monotono rock cantautorale oppure sulla "riscoperta" del country e del blues.

                  In questo quadro colloco Elvis, bella voce, ma alfiere di una musica "scarica" e paludata che non mi incanta e non mi interessa.

                  Per quanto riguarda la sparata di Lennon "before Elvis..." rientra nella sua strategia dei primi '70 di demolire il mito dei Beatles.
                  Era il primo a non crederci.

                   

                  « Ultima modifica: Martedì 25 Ago 2009, 10:08:33 da MarioCX »
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                    Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
                    Risposta #23: Domenica 27 Set 2009, 14:39:40
                    Mah. Mi trovi in (notevole) disaccordo sul fatto che "The Prophet's Song" sia migliore di "Bohemian Rhapsody"...
                    Forse potevi inserire anche The Game, dei Queen, che presenta molti brani costituiti quasi interamente dal basso, e che segna una svolta per la band e per Freddie: la prima si accosta al nuovo suond anni '80, e il secondo si taglia i capelli per iniziare a farsi crescere i baffi, adottando il look con cui tutto il mondo lo ricorderà.

                      Re: I dischi dello zio Mario - Sezione 1971-1980
                      Risposta #24: Domenica 13 Dic 2009, 14:24:10
                      Inzomma, mancano totalmente Frank Zappa, i Jethro Tull e i Gentle Giant. Ma "Nursery Cryme" è effettivamente il mio disco preferito dei Genesis...

                      "The Fountain of Salmacis" su tutte!
                      "It's the most pointless book since 'How to Learn French' was translated into French"

                      "I hate gardening! What sort of a person has a power complex about flowers? It's dictatorship for inadequates"

                       

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