Mi ero ripromessa di evitare la ressa al cinema, per questo film, così sono andata a vederlo a più di un mese dall'entrata in programmazione, nella serata di Sanremo... pensavo di avere il cinema tutto per me, e invece era pieno lo stesso. :o
Allora, vi dico subito cosa non mi è piaciuto. Ve lo dico subito perché me ne dimenticherò presto. Non mi è piaciuta la colonna sonora, a tratti si infilava un po' troppo "di forza" nella storia e mi ricordava troppo quella di Titanic.
Poi vi dico cosa quelli che lo avevano visto prima di me mi avevano detto che non mi sarebbe piaciuto.
1- la trama non è per niente originale, è scopiazzata da pocahontas (a dire il vero le somiglianze con Pocahontas sono NULLE, se confrontate con quelle con Balla coi Lupi, di cui se ci si attiene al plot generale questo film si può definire un vero e proprio remake)
2- il film è molto prevedibile, sai sempre cosa sta per succedere
3- il protagonista è un personaggio abbastanza insulso
Ebbene, la cosa stupefacente è che i punti 1, 2 e 3 sono tutti veri, ma NON CONTANO UN FICO SECCO.
La trama non originale? Chi se ne frega se la trama non è originale, si può raccontare la stessa storia tremila volte in tremila modi diversi, e se lo si fa bene lo spettatore se ne infischia dell'originalità.
Idem per la prevedibilità (peraltro figlia della non originalità), posso immaginare in anticipo cosa accadrà, ma se me lo presenti in un modo che mi EMOZIONA, ebbene, l'emozione non è mai prevedibile. E Avatar riesce ad emozionare, lo fa con effetti speciali mozzafiato, ma non è il loro essere effetti speciali e mozzare il fiato; è quello che ci fanno, con quegli effetti, a trasportarti anima e corpo in un mondo veramente perfetto ed emozionante.
E il protagonista insulso, JakeSully è un marine scemo, lo dice lui stesso, lo dicono anche gli altri personaggi, è un marine scemo e sostanzialmente quello resta, cresce solo un po' dentro ma sostanzialmente non potrà diventare un filosofo, né vogliamo che lo diventi; svolge benissimo il suo ruolo, il motto dei marines è "adattarsi" ed è quello che fa e che gli permette di sopravvivere. Ma poco conta, perché tanto non è lui il vero protagonista del film, il vero protagonista è Pandora, la sua magnificenza, spettacolarità, vitalità. Pandora, o Gaia, o Ewya o come diavolo si scrive, di cui non a caso si parla sempre al femminile. Un po' perché tradizionalmente è sempre stato così, la grande madre è, per l'appunto, una madre, perciò femmina. Un po' perché a Cameron piace avere protagonisti femmine, e che protagonisti! Donne forti, coraggiose, determinate, ma pur sempre donne. Come vorrei somigliare un po' a Sarah Connor, a Ellen Ripley, a Vasquez, a Lindesy Brigman, a Helen Tasker, a Rose, a Grace, a Trudy, a Neytiri!
Se non lo avete ancora visto, dovete rimediare. Il 3d non è indispensabile, anche se certo contribuisce alla spettacolarità. Ma il cinema, quello è indispensabile. Questo è uno di quei film che VA visto su un grande, grandissimo schermo. Non aspettate di scaricarvelo "a gratis" su emule, risparmiereste magari dieci euro, ma sarebbero i dieci euro peggio risparmiati dell'anno! Piuttosto saltate una pizza ma regalatevi la visione di Avatar. Ne vale la pena. Io sono rimasta entusiasta di questo film.
E poi scusate ma devo ancora capire come caspita hanno fatto degli indigeni con archi e frecce a vincere contro mezzi corazzati, artiglieria, etc.
M guarda che infatti
perdono! Lottano alla grande, abbattono qualche elicottero, ma sostanzialmente alla fine la battaglia risulta chiaramente persa. Finché non entrano in scena gli animali di Pandora, a ribaltare la situazioneAggiungo una ultima considerazione, è curiosa (anche se non originalissima, ma di nuovo, chi se ne frega) la riflessione che fa Sully ad un certo punto, quanto riflette che la sua vita nell'avatar è diventata per lui più vera di quella reale. A volte capita anche a noi questa pericolosa inversione, nella vita reale siamo persone ordinarie, con molti problemi che non riusciamo a superare, ma abbiamo un mondo virtuale (internet, un libro, un gioco...) in cui ci sentiamo meglio, e a volte rischiamo di perdere il senso di quale è la nostra vita "vera" e quale quella "avatar".