Preso in sé è un buon film di fantapolitica, e ha il coraggio di un paio di sparate che di questi tempi non possono che far bene; su tutte, l'accusa ai governi che pianificano attentati alla propria stessa nazione per poi dare la colpa a 4 "terroristi" sfigati cui si costruisce un'appartenenza, per giustificare l'attacco a un'altra nazione e compattare la popolazione contro un inesistente nemico esterno. Oltre a quella sul diritto di satira e sulle multinazionali farmaceutiche che diffondono appositamente virus per poi guadagnare sulla cura che parallelamente han sviluppato... anche se rischia d'essere preso per complottismo di bassa lega, ovviamente. Il suo problema principale è che, come ha detto Moore, s'è preso un fumetto che parlava di "Inghilterra, anarchia e totalitarismo" per fare un film di critica, sostanzialmente, al governo Bush, ficcandoci dentro - a sproposito - un V che, se aveva molte più ragioni d'essere nell'oppressivo regime del fumetto, nel film diviene solo un terrorista esaltato - oltre che molto più "uomo" che non "idea", com'era invece nell'opera originale. Il regime mediatico del film non è assolutamente paragonabile al "grande fratello" che il Fato costituiva nel fumetto. Oltretutto ha parecchi buchi logici di sceneggiatura, quali il fatto che un regime che veramente controlli l'informazione dovrebbe poter interrompere subito un programma di satira scomodo, anziché lasciarlo terminare come nulla fosse... a parte tutto ciò, se si ignora il fumetto è anche un film piacevole. Peccato che le sole scene veramente sborone siano quelle prese pari pari dal fumetto, col quale sorge quindi per forza il confronto.