Non sufficientemente apprezzato nel nostro Paese (come, per esempio, in Germania),
Elvis Aron Presley nasce l’8 Gennaio 1935 a Tutelo, Mississippi. E’ figlio unico: Jessie, suo fratello gemello, muore alla nascita.
La sua è una famiglia povera. Sua madre Gladys e suo padre Vernon sono entrambi lavoratori precari. In cerca di lavoro, Vernon si trasferisce con la famiglia a Memphis, Tennessee.
Timido ed emarginato dai suoi compagni di scuola per il suo modo di vestire e di portare i capelli, il giovane Elvis si consola con la musica “nera” che trasmettono le radio locali e con la chitarra.
E’ molto legato a sua madre, mentre suo padre, accanito bevitore, non è mai presente.
Terminati gli studi, cerca di aiutare la famiglia come meglio può. Trova, ben presto, lavoro come camionista. Passando un giorno davanti ai
Sun Records Studios di Sam Phillips decide di spendere un dollaro per incidere un disco (con "
My Happiness" al lato A e "
That's When Your Heartaches Begin" ) da regalare all’amata madre.
L’anno seguente, Sam Phillips convoca il ragazzo per una
session, al fine di vedere se ne esce qualcosa di buono. Vengono provati vari pezzi, poi, ridendo e scherzando, Elvis improvvisa (sono con lui solo il contrabbassista Bill Black e il chitarrista Scotty Moore) “
That’s All Right Mama” del
bluesman Arthur Crudup. Il lungimirante Sam Phillips ne rimane folgorato e ne produce un disco che diventa, in pochissimo tempo, un successo. Ben presto la fama di quel promettente giovanotto che “canta come nessun altro” varca i confini del Sud e giunge alla orecchie della RCA. Di fatti, nel 1955, il manager di Elvis, il famigerato “Colonnello” Tom Parker, cede il suo pupillo alla
RCA per una cifra record. Da quel momento, la sua carriera è tutta in ascesa. Segue un successo dopo l’altro, a partire dal singolo
Heartbreak Hotel (primo in classifica per ben 8 settimane) e dal suo primo album, semplicemente intitolato “Elvis Presley” (
la cui accattivante grafica farà storia).
In tutta la sua intensa carriera, avrà circa 30 numeri uno in classifica e collezionerà quasi 150 fra dischi d'oro e di platino.
Nel 1956, da tutti considerato l’anno aureo di Elvis, è ospite più volte dell’
Ed Sullivan Show (trasmissione che sbanca l’Auditel) e gira il suo primo film: “
Fratelli Rivali”, accanto a Richard Egan e alla splendida Debra Paget. Nel film, Elvis lancia uno dei suoi più grandi succeccessi: "
Love Me Tender" (fra l’altro, titolo originale del film), dimostrando di saperci fare con ogni genere musicale e non solo con il Rock.
Nel 1957 compra Graceland la sua poco umile dimora e vi trasferisce la famiglia.
Negli anni ’50, gira altre pellicole di successo, fra cui “
Jailhouse Rock” e “La via del male” (“King Creole”), copione originalmente concepito per il defunto James Dean, che dimostra le promettenti doti sceniche di Elvis.
Nel 1958, il Nostro viene chiamato per il servizio militare che svolge, col grado di soldato semplice, in gran parte in Germania. Durante questo periodo, conosce la minorenne Priscilla Beaulieu e perde l’amata madre, che muore, vinta dalla depressione e dall’obesità, a soli 46 anni. Nel 1960 torna dalla Germania. Incide singoli (
Stuck on You,
It's Now or Never,
Are you lonesome tonight?) e album di successo e inizia a girare alcuni film musicali, le cui colonne sonore raggiungono le vette delle classifiche (pensiamo a “
G.I. Blues”o a “
Blue Hawaii”).
A partire dal 1962 inizia la routine e la discesa: gira solo B-Movie e album “calderoni” in cui c’è dentro di tutto. Il colonnello Parker gli impedisce di partecipare a film più impegnati (tra cui “Un uomo da marciapiede”) e viene sorpassato in popolarità dai Beatles.
Nel 1968, sposa Priscilla ed ha una figlia: Lisa-Marie.
Lo stesso anno segna il grande ritorno di Elvis, grazie ad uno show di successo per la
NBC (che, tuttavia, non piace a Parker). Quando Elvis inizia a fare di testa sua, ritornano i successi: la mitica session di Memphis del 1969 (con le registrazioni di
In the Ghetto e
Suspicious Minds) e il ritorno
on stage a Las Vegas. L’incisione di
più o meno
belle canzoni ed un susseguirsi di tour e concerti in giro per gli Usa (mai fuori), segnano gli anni ’70, il cui culmine è rappresentato dal concerto trasmesso in mondovisione nel 1973: l’
Aloha from Hawaii.
I ritmi forsennati a cui viene costretto, l’insuccesso del suo matrimonio, la depressione, l’ipocondria, l’alimentazione scorretta, le varie malattie fisiche (soffre di glaucoma e colite), lo spingono verso l’obesità (raggiungendo nel 1977 i 150 Kg) e l’abuso di medicinali di ogni genere.
Il
16 Agosto 1977 viene trovato morto nel bagno della sua dimora dove sta leggendo un libro sulla vita di Gesù (Elvis è molto cristiano e gli unici
Grammy vinti sono tutti per canzoni gospel) sulla tazza del water. Una folla sterminata raggiunge Graceland per i funerali di “The King” e la sommerge di tonnellate di fiori e
teddybears.
I fan più accaniti non si danno per vinti e non credono alla morte del suo beniamino: preferiscono pensare che sia latitante sotto falsa identità, che sia stato rapito dagli alieni o che quello dato per morto sia un sosia o, addirittura, il fratello gemello. I detrattori ritengono, invece, che, in qualche modo, si sia tolto la vita.
Disco consigliato ai neofiti:
Elv1s 30 #1 Hits (con il remix di
A little less conversation dello spot Nike).
Film consigliato:
Lilo & Stitch.
Spero di essere stato, al contempo, sufficientemente breve ed esauriente.