Visto ieri sera in una sala semivuota...
Un grosso limite del film può essere che chi non ha seguito tutta la serie televisiva si perde veramente molto, almeno in termini di sottigliezze, rimandi e riferimenti... E l'impressione è che una visione scevra del tipo di affetto nei confronti di Boris come quello che ad esempio ho nutrito io possa rivelare a uno spettatore che viene in contatto ora con questi personaggi un prodotto anche un po' confusionario, e a prima vista molti elementi sembrano infilati dentro un po' a forza. Anche l'impressione che si tratti proprio di un episodio allungato della serie e la regia per nulla diversa da quella del prodotto tv non contribuiscono a farne un grandissimo esempio di tecnica (scrittura e recitazioni a parte, perché le battute e i dialoghi sono sempre più che ottimi).
Ma per fortuna ci sono molti, moltissimi lati positivi che superano secondo me di gran lunga quelli negativi... Prima di tutto Renè, un personaggio veramente grandissimo e umano come pochi, tragico e al tempo stesso divertente, e che dopo la grande evoluzione psicologica già avuta nella parte finale della terza stagione della serie tv si riconferma in tutto il suo potenziale. E’ un uomo vinto da un mestiere che non lo soddisfa e non lo soddisferà mai pienamente, fagocitato dalle meccaniche perverse del mondo in cui lavora e che si è ormai completamente arreso… Tra l’altro è bello perché nel mondo del cinema viene anche considerato un regista assai scarso proprio tecnicamente, in confronto ai vari direttori della fotografia fighettini e agli attori di prima fascia, in modo che questo provochi in lui una frustrazione ancora più grande… Poi il messaggio di fondo con la denuncia seria, consapevole, amara e anche altamente pungente che riguarda non solo un modo di fare tv o cinema, ma tutto un certo tipo di sistema malato che purtroppo è cosa di ogni giorno nella società fuori dallo schermo.
E poi io ho riso molto anche qui, in media come nelle stagioni tv! (Mega risata per Sottaceto, la Calabria e il ponte sullo stretto!)
Alcuni elementi presi dalla serie come presagivo sono stati trattati superficialmente, altri proprio appena abbozzati, come la storia tra Arianna e Alessandro, che nel film si riduce tutta a un semplice bacio che sa tanto di liberazione per chi l’ha atteso per tre intere stagioni (io sono uno di quelli) e che invece per chi vede solo il prodotto cinematografico significa meno di niente.
Quello che mi è piaciuto più di tutto è che la visione di Boris mostra che non ci sono differenze tra lo spettatore becero che ride per il pesce infilato nel didietro o per le scuregge del cinepanettone, e l'attore e il produttore che quel film l'hanno realizzato, entrambi fanno parte dello stesso squallido sistema.
Come già per la serie tv, uno è il film che balza subito alla mente vedendo Boris,
Effetto notte di Truffaut, che metteva in scena già nel 1973 gli stessi identici problemi evidenziati da Boris (anche lì c'è l'attrice cagna tale e quale alla Crescentini, vedere per credere!) e in questo senso Boris può apparire come una versione più popolare (ma quanto poi?) di un film come questo, che appunto era realizzato con la solita maestria del regista francese. Anche quello, come mi disse una volta il mio prof del corso di cinema dell'accademia, è uno dei film più amati dagli addetti ai lavori :
Altro riferimento più recente è
Il caimano di Nanni Moretti in cui il regista di film di serie B Silvio Orlando cerca di rinascere professionalmente girando un film di denuncia su Berlusconi, andando anch'egli inevitabilmente a cozzare nelle stesse problematiche produttive, realizzative e pure di censura del sistema corrotto in cui incappa Renè Ferretti. Siccome non sono un grande estimatore di Moretti, fatti salvi alcuni casi, Boris-il film m'è piaciuto molto di più, anche naturalmente per l'affetto che provo per la serie.