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Da bambino,per un qualche misterioso motivo,adoravo le storie di facile comprensione e dal tratto semplice e sobrio dei mega almanacchi degli anni ottanta,(per capirsi ho la collezione dal 340 al 400)ma mi sono sempre chiesto chi fosse a realizzarle.Credo che fossero di produzione straniera,ma non avrei idea del nome degli autori,se fossero in molti o se invece solo due o tre.Se potete risolvermi questo piccolo mistero mi fareste un grande favore!thakns!

Ciao.
Essenzialmente si trattava di storie brasiliane (se il codice sulla prima tavola inizia per "B"), danesi ("D"), americane d'esportazione ("S").
Puoi seguire il contenuto di ogni numero da qui in poi: http://coa.inducks.org/issue.php?c=it/MG++337  

Brasiliane e danesi?beh è una vera sorpresa..davo per scontato fossero comunque storie statunitensi oppure tedesche,visto che il "D" pensavo stesse per Deutshland.
Ti ringrazio molto!Posso chiederti,da esperto,un giudizio su quelle storie?rileggendole ora qualcuna può essere gradevole,ma mi sembrano molto ingenue e anche troppo semplici,fatte per attrarre un pubblico di giovanissimi che certo non potevano comprendere appieno autori come Martina o Scarpa..tu che ne pensi?

Dai nomi degli autori che vedo, figurano disegnatori quali Branca, Vicar, Rota, che sicuramente come dici tu hanno un tratto semplice e pulito, di ispirazione barksiana, il che è indubbiamente un pregio!!! Anche Luciano Gatto, che compare qua e là, ha un tratto molto chiaro, anche se lui è di "scuola" scarpiana e non barksiana. Nel complesso gran bei nomi comunque...
Riguardo la qualità delle sceneggiature poi non saprei, ma lì penso che la questione vari da autore ad autore e sia un po' soggettiva, anche se Martina e Scarpa come sceneggiatori...

Posso chiederti,da esperto,un giudizio su quelle storie?rileggendole ora qualcuna può essere gradevole,ma mi sembrano molto ingenue e anche troppo semplici,fatte per attrarre un pubblico di giovanissimi che certo non potevano comprendere appieno autori come Martina o Scarpa..tu che ne pensi?

Immagino che la domanda non sia rivolta al solo Malachia. Sperando di far cosa gradita, copio e incollo quanto ho recentemente scritto in un altra discusione.

ricordo che dopo il primo numero 337 (che mi era molto piaciuto) avevo trovato il Mega decisamente deludente, comprandolo solo molto saltuariamente dal 1986 (anche se poi scoprii che cosi' avevo finito col perdermi un certo numero di storie meritevoli). I principali problemi delle straniere li' pubblicate erano, a mio parere:
1) una serie cosi' corposa di avventure brevi diventa stucchevole (soprattutto quelle che cercavano di sviluppare temi piu' seri e avventurosi in poche pagine);
2) le brasiliane erano generalmente carine nella comicita' demenziale, ma non offrivano altro; le danesi avevano il pregio della classicita' e molte erano ben fatte, ma per lo piu' si trattava di quel che avrei definito riempitivi e leggerne troppi di fila finiva col rendermele insopportabili; su quelle targate S e' meglio sorvolare;
3) le traduzioni sembravano spesso fatte coi piedi (anche se forse molti dei giochi di parole imho raccapriccianti erano gia' presenti negli originali): ricordo ad esempio un episodio dove il traduttore aveva trasformato Beckett in una ragazza. Questo problema divenne probabilmente piu' grave (per i miei gusti) quando iniziarono a pubblicare le storie danesi lunghe: di quelle che ho avuto occasione di leggere sia nella versione tedesca che italiana, mi trovai spesso ad amare la prima e detestare la seconda.

  Le storie lunghe cui faccio riferimento, per quel che ne so, cominciarono ad apparire sul Mega Almanacco negli anni '90 (quindi dopo il numero 400).
  Autori come Branca, Vicar, Rota disegna(va)no le storie danesi (nessuno di loro e' danese, lo e' la casa editrice). Appunto, un bel tratto classicheggiante; per quel che riguarda le trame, ho gia' espresso le mie critiche principali. Ma capisco che nella loro semplicita' quelle storie potessero piacere molto ad un bambino (io ero ormai fuori eta').
  Piu' interessanti le seneggiature brasiliane, che potevano andare da una comicita' puramente demenziale (in bene e in male) ad una piuttosto intelligente (personalmente avevo molto apprezzato il loro modo di trattare Paperina e il femminismo). Anche se credo che il meglio di quella produzione apparsa in Italia in quegli anni andasse cercata su "Topolino" (se non altro, per una questione di traduzioni un po' piu' curate).

Riguardo alle storie brasiliane, ricordo il  caso di Pietrone, amico di Josè Carioca, scuro in originale e bianco roseo nella versione italiana...