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in effetti ho abusato della sintesi, temendo di annoiare chi avrebbe letto
rispetto tantissimo l'affetto che la nostra amica ha per quella storia di Paperinik, ma io non la sopporto
specifico che, per me, Paperinik finisce con "Il castello delle tre torri" numero 875, anno 1972
per due ordini di motivi
1)
motivi soggettivi (questa è facile): risulta evidente che per ognuno di noi, le storie lette dai 6 ai 10 anni rappresentano un particolare legame affettivo. Ad ogni generazione corrisponde una tipologia di fumetti preferita
2)
motivi oggettivi (e se ne potrebbe scrivere molto a lungo): i primi sette racconti a puntate sono totalmente diversi da quelli successivi; ad una buona idea, ad un atto di creazione iniziale seguì lo sfruttamento commerciale dell'idea che si sviluppò, al di là dell'intuizione iniziale, inseguendo i gusti del pubblico
al di là di tutto, la figura di Paperinik, nasce e si sviluppa come un'allucinazione, una via di fuga in una dimensione onirica con la quale Paperino, individuato nelle sue frustrazioni e nelle sue nevrosi, tenta di sfuggire all'oppressione del reale
e, un sogno, una parentesi avrebbe dovuto restare
Paperinik obiettivamente, è troppo in antitesi con il soggetto immaginato (e ri-creato) da Barks, la cui visione era quanto di più lontano poteva esserci da ideali superomistici, e da super-eroi alla Marvel